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IRAN: capo dell’antinarcotici, “siamo penalizzati nella lotta dalle restrizioni internazionali”

21-02-2020 18:13 - Ambasciate
Il Brig. Gen. Masoud Zahedian, capo delle forze di polizia antinarcotici dell'IRAN Il Brig. Gen. Masoud Zahedian, capo delle forze di polizia antinarcotici dell'IRAN
GD – Roma, 21 feb. 20 – L’IRAN è strenuamente impegnato nel contrasto e nella lotta al narcotraffico internazionale, soprattutto quello proveniente dal vicino Afghanistan, ma deve fare i conti con la limitatezza delle risorse conseguente alle restrizioni internazionali praticate al Paese. A denunciare con preoccupazione la situazione è stato il Brig. Gen. Masoud Zahedian, capo delle forze di polizia antinarcotici di Teheran, in una conferenza stampa nell’ambasciata di Roma, in occasione della sua partecipazione alla conferenza internazionale “No drug, no problem”, organizzata dalla Polizia di Stato italiana ed a cui sono intervenuti 57 Paesi.
“La cooperazione tra i IRAN e Italia e i rapporti bilaterali sono storici anche nel nostro settore. Ringrazio la polizia italiana per calorosa ospitalità”, ha detto l’alto ufficiale ricordano che “in questi due proficui giorni a Roma sono stati affrontati argomenti sulla produzione di oppio in Afghanistan, sulla lotta alle risorse economiche derivanti dai stupefacenti, sul contrasto alle bande di stupefacenti e al traffico di droga”.
Il Brig. Gen. Masoud Zahedian ha sottolineato che “l'IRAN oggi è in primissima linea nella lotta alla droga. La sua posizione geografica centrale sulla rotta dei Balcani ha messo il nostro Paese in un ruolo strategico nella lotta al traffico stupefacenti verso l’Europa. Il nostro è un aiuto alle persone, all’umanità”.
Poi, tracciando uno scenario storico, ha messo in evidenza che “in questi 30 anni l’IRAN è divenuto uno dei maggiori Paesi impegnati nel sequestro di droga nel mondo e ne ha pagato un prezzo altissimo con oltre 3.800 vittime e 12 mila invalidi e feriti tra le forze di polizia iraniane”.
Nel 2011, “quando le forze occidentali del Governo americano hanno occupato l’Afghanistan, la produzione di oppio era di 185 tonnellate. Ma dopo quasi 20 anni la produzione del Paese confinante è aumentata di oltre 35 volte arrivando a 6.400 tonnellate”.
In questo contrasto in Afghanistan è stata trovata pure la produzione di anfetamine. "Noi ne abbiamo sequestrato ben 13 tonnellate”. Non solo, “la malvagità delle correnti terroristiche è aumentata perché sono entrate anche nella vendita di droghe, non solo nella coltivazione”.
Secondo il capo delle forze di polizia antinarcotici dell’IRAN “alcuni di questi gruppi terroristi estremistici sono sponsorizzati dal governo USA e dai suoi alleati”.
Nonostante questa situazione e alla contrazione delle risorse, “grazie alla forte barriera posta dall’IRAN è stato però ridotto il flusso di droghe verso i Balcani. Secondo il Corano è nostro dovere agire contro qualsiasi cosa che danneggia il benessere umano”.
Per il Brig. Gen. Masoud Zahedian “tutti gli sforzi dell’IRAN nella lotta al traffico di droga si basa su proprie risorse. Tuttavia, il sostengo da parte dei Paesi che beneficiano di questa lotta è stato basso e senza un approccio bilaterale”.
Eppure, ha proseguito, “l’hanno scorso le forze antidroga dell’IRAN hanno scoperto 814 tonnellate di stupefacenti sottraendole alla distribuzione verso i Paesi Europei”.
Tutti questi argomenti sono stati discussi alla conferenza di Roma “No drug, no problem”. Da questo evento “speriamo di conseguire una maggior cooperazione internazionale. C’è stata una dichiarazione congiunta con un quadro di programmi da cui derivano altri progetti. In particolare", ha aggiunto l’alto ufficiale di polizia di Teheran, “abbiamo avuto un incontro proficuo su base bilaterale anche con il direttore del Dipartimento Antidroga della Polizia italiana con il quale si è parlato di argomenti reciproci e si è convenuto di proseguire con diversi programmi. Con l’Italia in passato abbiamo avuto una collaborazione multipla e proficua soprattutto nell’addestramento e nell’insegnamento tra forze di polizia anche con Afghanistan e Pakistan, con corsi di aggiornamento per aumentare i livelli di conoscenza delle nostre polizie. Grazie allo scambio di informazioni con Italia sono stati scoperti ingenti quantità di droga”.
Ma, ha puntualizzato il Brig. Gen. Masoud Zahedian, “per combattere il traffico di droga abbiamo bisogno di strumenti e di risorse quasi uguali a quelle usate da trafficanti”.
Tuttavia, ha rincalzato, “le sanzioni internazionali all’IRAN minano la nostra capacità. Ciò nonostante abbiamo il dovere umano di contrastare il traffico di droga e non abbiamo mai smesso di farlo. Servono strumenti tali per combattere e compiere la nostra attività. Le sanzioni non hanno creato un impedimento lavorativo e anche noi produciamo in casa gli strumenti necessari. C’è però la responsabilità di chi ha messo queste sanzioni: i Paesi che debbono riconoscere che noi rischiamo di non compiere il nostro dovere per queste sanzioni”.
In occasione del summit di Roma, ha detto ancora, “diversi Paesi hanno espresso disponibilità a collaborare con noi anche in Europa. Ma le sanzioni imposte dagli USA ha fatto sì che questi Paesi non possano collaborare con piena potenzialità”.
Il Brig. Gen. Masoud Zahedian ha tra l’altro posto in evidenza la vastità dei confini iraniani da controllare: "Servono strumenti di controllo dei 4 mila km dei confini di terra e di mare”.
L’alto ufficiale ha ribadito che “un Paese da solo non può combattere una lotta così impegnativa e articolata. Se tutti i Paesi non fanno un'azione comune, si rischia che in Europa essi debbano raccogliere grammo per grammo la droga dalle mani dei loro giovani. Bisogna contrastare il degrado sociale”.


Fonte: Redazione
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