Eurasia, il nuovo mercato della Federazione Russa
27-12-2017 13:08 - Opinioni



Il problema, quindi, rimane europeo, fortemente condizionato dalle esigenze della NATO, la quale, per esistere e perdurare, deve assolutamente disporre di un nemico da poter combattere. Ecco allora la nascita di tre alleanze eurasiatiche: SCO, BRICS e Commissione Economica Eurasiatica. La SCO-Shanghai Cooperation Organization, raggruppava inizialmente cinque Stati: la Federazione Russa, la Cina, il Kazakhstan, il Kyrgyzstan e il Tajikistan, ai quali si sono successivamente associati l´Uzbekistan, l´India e il Pakistan, per un totale di circa 3 miliardi e duecento milioni di abitanti, quindi circa la metà della popolazione mondiale. Da ciò si può ben comprendere che tutte le imprese insediate nei paesi SCO, potrebbero non aver più bisogno di esportare in Occidente, in quanto il loro mercato è enorme e potrebbe benissimo essere in grado di saturare la loro produzione.
Un´altra associazione tra Paesi non integrati con l´Unione Europea è quella contraddistinta mediante l´acronimo BRICS, che deriva dalle iniziali dei paesi fondatori: Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica. Si tratta di cinque economie emergenti ed a forte crescita, con un PIL combinato (PPP) [1] stimato nell´anno 2017 in 40,54 trilioni di dollari [2]. Anche in questo caso i paesi aderenti rappresentano circa la metà della popolazione mondiale e si sono impegnati per un libero scambio, svincolato dalla supremazia del dollaro quale valuta di riferimento, annunciando anche la volontà di adottare una nuova valuta di riserva globale, che dovrebbe essere "diversificata, stabile e prevedibile" [3]. Un´ulteriore considerazione riguarda l´enorme afflusso di capitali estremamente liquidì in questi mercati definiti "emergenti", che ha comportato il rialzo del relativo indice "MSCI" [4], che per l´anno 2016 è stato stimato nell´11,19, contro il 7,51 mondiale. Eurasia, inoltre, si è dotata di una vera e propria commissione economica, provvista di ministri "dedicati".
Tutto ciò premesso si tratta ora di comprendere quanto la cecità del nostro governo impedisca di fatto alle aziende italiane di cooperare con quelle della Federazione Russa e dei Paesi aderenti ad Eurasia e ciò a causa di embarghi e sanzioni, motivati da aleatorie pressioni politiche esterne. Parimenti, non posso però esimermi dal lodare l´impegno e l´azione encomiabile e infaticabile del nostro ambasciatore a Mosca Cesare Ragaglini (è appena cessato dall´incarico - ndr), che si sposta continuamente nel territorio russo, al fine di stringere relazioni con le autorità locali, accompagnando le nostre imprese desiderose di internazionalizzarsi.
Per finire, desidero solo ricordare l´incontro avuto presso una grande compagnia russa con gli esponenti di una multinazionale tedesca. Alla mia domanda su come facessero a vendere in Russia, viste le sanzioni e le limitazioni, mi stato risposto con il loro inconfondibile accento teutonico "l´embargo è solo per voi italiani".
Prof. Franco C. Grossi
Esperto della Federazione Russa al Ministero della Scienza a Mosca
Professor Emeritus all´Università di Kazan
[1] Fonte: https://en.wikipedia.org/wiki/Purchasing_power_parity
[2] Fonte: https://knoema.com/nwnfkne/world-gdp-ranking-2017-gdp-by-country-data-and-charts
[3] Fonte: http://www.euronews.com/2009/06/16/bric-wants-more-influence
[4] Fonte: https://www.msci.com/documents/10199/c0db0a48-01f2-4ba9-ad01-226fd5678111
Fonte: Franco Grossi