Croazia: parla Pierfrancesco Sacco, ambasciatore d’Italia a Zagabria
25-08-2020 10:20 - Ambasciate

GD - Zagabria, 25 ago. 20 - Il periodico “Tribuna Economica” ha intervistato l’amb. Pierfrancesco Sacco, rappresentante diplomatico italiano a Zagabria. La Croazia rappresenta per Bruxelles un membro di “grande rilevanza sotto molteplici punti di vista”. Per la sua posizione geostrategica e quale più recente membro della comune casa europea, “Zagabria assume un significato particolare nel processo di integrazione europea
dell’Europa sud-orientale rappresentando un modello di successo e uno stimolo per gli altri Paesi. A tal riguardo, la Croazia ha conseguito uno dei più importanti risultati della sua prima Presidenza dell’UE conclusasi nel giugno scorso”. Una Presidenza che è stata gestita con impegno ed efficacia, nonostante la pandemia e il terremoto che ha colpito Zagabria lo scorso 22 marzo. “Mi riferisco all'apertura dei negoziati di adesione con Albania e Macedonia del Nord,all'adozione della nuova metodologia sull'allargamento ai Balcani Occidentali e all'apertura dell'ultimo capitolo negoziale con il Montenegro”.
La Croazia è inoltre, sempre in chiave regionale, impegnata insieme all’Italia in due esercizi di cooperazione regionale di speciale interesse, l’Iniziativa Centro Europea (InCE) con il suo Segretariato a Trieste e l’Iniziativa Adriatico–Ionica che ha il suo Segretariato ad Ancona.
D.: Ambasciatore Sacco, a livello di risorse stanziate nei vari settori, come si è mosso il Paese per fronteggiare la crisi dovuta alla pandemia mondiale?
Sacco: «Le misure di contenimento adottate dalle Autorità croate per limitare la diffusione sul proprio territorio del virus Covid-19, hanno determinato un forte impatto negativo sull'attività economica nella prima metà del 2020. Le ricadute che tali misure hanno generato sono state eterogenee tra i settori: più forti nei confronti dei servizi di ristorazione,ospitalità e intrattenimento e in larga parte del commercio, tutti settori nei quali le limitazioni imposte hanno portato alla quasi paralisi delle attività, più limitate nei comparti dell'agricoltura e dei servizi finanziari e assicurativi. Tali effetti negativi sono stati accentuati dai danni economici causati dal terremoto del 22 marzo 2020 che ha colpito Zagabria e i suoi dintorni. In risposta a tale situazione, il Governo croato si è mosso secondo un approccio simile a quello che ha guidato gli interventi a livello europeo ed internazionale, concentrandosi nell’immediato in provvedimenti straordinari di carattere temporaneo. Sono state varate misure per un valore complessivo, considerati i loro effetti moltiplicativi, pari al 15% del Pil. Tali misure sono state rivolte lungo tre direttrici principali: concessione di sussidi ai datori di lavoro per il mantenimento dell’occupazione; rinvio e/o esenzione (in base a una serie di parametri relativi a dimensioni e fatturato delle aziende) del versamento delle imposte e dei contributi previdenziali; concessione di una moratoria sui finanziamenti bancari in essere. Difficile prevedere nel dettaglio l’impatto delle politiche adottate anche se,secondo le previsioni della Commissione Europea, l’economia croata dovrebbe contrarsi nel2020 del 9% ma crescere del7,5% nel 2021».
D.: In quale modo sono tutelatigli investimenti italiani nel Paese e i rapporti commerciali in una fase di emergenza generica come l'attuale?
Sacco: «L’Italia è da anni uno dei principali partner commerciali della Croazia, nel 2019 l’interscambio bilaterale ha raggiunto il livello record di 5,6 miliardi di Euro con saldo a nostro favore di 1,3 miliardi, e uno dei Paesi da cui proviene una quota primaria degli investimenti diretti esteri,con uno stock di 3,3 miliardi di Euro si posiziona al 4° posto. È ancora presto per avere un quadro chiaro degli effetti che l’emergenza Covid ha prodotto su questi indicatori. I dati statistici dei primi mesi del 2020, durante la fase acuta dell’emergenza e in coincidenza del lockdown imposto in Italia e in Croazia, confermano una marcata diminuzione sia degli scambi commerciali che degli investimenti diretti italiani. Occorrerà del tempo, si stima almeno un biennio, per ritornare ai livelli precedenti l’emergenza sanitaria, ma ritengo che la forza e l’intensità dei rapporti tra i due Paesi facciano ben sperare per una rapida ripresa che, in assenza di una nuova drammatica ondata di ritorno del Covid, potrebbe partire già dalla seconda parte dell’anno in corso. Diventerà quanto mai necessario sviluppare tutte le possibili sinergie tra gli attori pubblici e privati, al fine di rendere quanto più fluido e rapido possibile il rilancio dopo una crisi senza precedenti».
D.: Settori: dove punta il Paese e con quali opportunità per le nostre aziende?
Sacco: «La Croazia annette particolare importanza allo sviluppo del proprio sistema industriale, ancora concentrato in settori ad alta intensità di manodopera e prevalentemente dominato da aziende pubbliche. L’obiettivo di queste Autorità è di rafforzare i settori a maggior valore aggiunto dedicando, anche in ottica di possibile attrazione di investimenti stranieri e come argine alla fuga di manodopera all’estero, maggiori sforzi allo sviluppo di nuove tecnologie, intelligenza artificiale ed energia sostenibile. Altri settori di importanza strategica peril futuro del paese sono quello infrastrutturale, grazie anche agli ingenti fondi messi a disposizione dall’Unione Europea, ovvero energia, ambiente e trasporti, soprattutto ferrovie. Aggiungere inoltre il settore agricolo. A tal riguardo, vorrei segnalare che nonostante le favorevoli condizioni climatiche e la buona configurazione dei terreni, le risorse del Paese non sono sfruttate al massimo, lasciando ancora ampi spazi per investimenti nella produzione agro-alimentare e nella zootecnica. Anche il settore delle biotecnologie va assumendo importanza crescente, in particolare per la soluzione di problemi ambientali (controllo dell’inquinamento, eliminazione di rifiuti tossici, recupero dei metalli dalle scorie minerarie, ecc.) e nei processi d’interesse industriale. Le imprese italiane sono già presenti sia con grandi gruppi che con Pmi. Peraltro le nostre imprese interessate ad investire qui in Croazia sono agevolate proprio dall’importante presenza dei due principali gruppi italiani Unicredit e Intesa SanPaolo che controllano le due principali banche del Paese, rispettivamente Zagrebacka Banka (ZABA) e Privredna Banka Zagreb (PBZ), che assieme contano per circa il 50%del mercato creditizio».
D.: Banche, Finanza e Borsa come si pongono verso investimenti, imprese e tessuto civile?
Sacco: «Nonostante in anni recenti le imprese croate abbiano mostrato una maggiore propensione ad accedere al mercato dei capitali (sono infatti aumentate le quotazioni nella borsa di Zagabria così come le sue collaborazioni con altre borse valori dell’area) il sistema finanziario croato è un modello fondamentalmente “banco-centrico”, caratterizzato dal ruolo predominante del sistema bancario, che concentra il 90% circa delle attività totali. Anche se caratterizzato da un’eccessiva frammentazione, con un numero di banche ancora troppo elevato se rapportato alla dimensione limitata del mercato, il settore creditizio in Croazia è solido e ben sviluppato. I due principali gruppi bancari, entrambi italiani, Unicredit e BancaIntesa, che controllano rispettivamente Zagrebacka Banka e la Privredna Banka Zagreb, rappresentano quasi la metà delle attività bancarie totali. Tra gli obiettivi prioritari di queste Autorità vi è quello di favorire un sistema finanziario più articolato, capace di creare canali di finanziamento diversificati, in cui il ruolo del mercato, di nuovi intermediari e investitori istituzionali sia in linea con quello di altri mercati europei più evoluti. Si tratta di una transizione che richiede complessi adeguamenti normativi, fiscali e di governance ma anche un profondo cambio di mentalità da parte di imprese e famiglie».
D.: Che cosa è oggi la Croazia sia a livello di Paese, che di attività e capitali?
Sacco: «La Croazia oggi è un Paese moderno, un esempio per tutti i vicini che, con prospettive e tempi diversi, aspirano alla membership europea. La Croazia è una ferma sostenitrice del percorso di allargamento dell’UE, ma anche della NATO, alleanza della quale è membro dal 2009, con all’attivo la partecipazione a missioni di pace in teatri complessi. Per completare il suo percorso europeo, Zagabria aspira all’ingresso nell’Eurozona e nello Spazio Schengen. Il primo traguardo ha avuto un’accelerazione con la recente ammissione, il 10 luglio scorso, nel Meccanismo europeo dei tassi di cambio (ERM II) “anticamera” dell’Euro. La Croazia è stata inoltre inserita nel Meccanismo europeo Unico di Vigilanza e di Risoluzione, diventando così membro dell'Unione Bancaria, segnando, come ha affermato il presidente del Consiglio di vigilanza della BCE “un'importante pietra miliare nella storia dell'unione bancaria, in quanto estende la sua portata oltre i membri dell'area dell'euro”».
D.: La sua carriera diplomatica è molto raffinata: come intende proseguire il mandato in Croazia e con quali obiettivi?
Sacco: «Questa missione in Croazia è per me una tappa fondamentale della mia carriera professionale. Analogamente a quanto ho fatto, pur in circostanze molto diverse, nel mio precedente incarico di Rappresentante Permanente presso le Organizzazioni Internazionali a Roma, gli obiettivi della missione che mi sono stati assegnati dal Ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale cercherò di declinarli con l’entusiasmo che mi deriva sempre dalla passione per questo mestiere. Con la Croazia, puntiamo a rendere più strategico il già ricco e ampio rapporto bilaterale, aggiornandolo ai tempi nuovi e alle sfide incalzanti che entrambi i paesi fronteggiano rispetto alla pace, alla stabilità e alla crescita sostenibile del Mediterraneo allargato».
Fonte: Tribuna Economica