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Covid-19: CTIM, consentire transito transfrontaliero a italiani iscritti AIRE

08-05-2020 10:42 - Persone
GD - Roma, 8 mag. 20 - Consentire il transito transfrontaliero per motivi familiari agli italiani iscritti all’Aire. Questa la richiesta al Governo del CTIM-Comitato Tricolore per gli Italiani nel Mondo, di cui è segretario gewnerale l'on. Robertop Menia, che interviene in una criticità significativa ai tempi dell'emergenza Covid, al momento ampiamente sottovalutata.
Dallo scorso 4 maggio, con il DPCM 26 Aprile 2020 che regola l’apertura della fase 2 dell’emergenza Covid 19, si ricorda in una nota, si è concesso ai cittadini italiani di spostarsi, per visitare i congiunti, dal comune di residenza ad altri della stessa regione. Può dunque verificarsi che per raggiungere un congiunto si percorrano anche distanze di una certa rilevanza. Al contrario, però, è negato di spostarsi di qualche chilometro per raggiungere i congiunti in Italia, ai lavoratori transfrontalieri iscritti all’AIRE.
Secondo il CTIM la norma non ha infatti tenuto conto di un fatto molto particolare, che investe soprattutto il confine italo svizzero, in cui molti lavoratori “frontalieri” prendono residenza pochi chilometri oltre il confine e mantengono il nucleo familiare in Italia. Secondo la nota del CTIM, paradossalmente non è ammesso che un cittadino italiano residente a Chiasso percorra 50 m di dogana per recarsi a Como a trovare un congiunto.
Tale situazione confligge col principio di reciprocità tra Stati, alla luce del fatto che la Svizzera ammette già attualmente l’ingresso del cittadino italiano in territorio elvetico per far visita al coniuge o permettere che i figli minori vedano il genitore, senza sottoporre il soggetto a misure di quarantena e senza legare l’ingresso all’ esistenza di un permesso di residenza o soggiorno.
L’attuale DPCM consente a qualunque cittadino, italiano o meno, l' ingresso temporaneo in Italia per comprovate esigenze lavorative per 72 ore prorogabili di altre 48, ma non contempla invece come si diceva, che, nelle sopra richiamate realtà di frontiera, chi lavora all’estero raggiunga i familiari in Italia per esigenze affettive. La richiesta del CTIM è dunque di far modificare la norma del DPCM consentendo ai cittadini iscritti AIRE il diritto all’ingresso temporaneo in Italia per ragioni familiari.


Fonte: Redazione
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