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Attentato Beirut: 73 morti, 2.700 feriti tra cui ambasciatore Svizzera e militare italiano

05-08-2020 00:48 - Politica
GD - Beirut, 5 ago. 20 - Due boati hanno scosso nel pomeriggio la capitale libanese. Si cercano persone sotto le macerie. Secondo i media locali e testimoni gli scoppi sarebbero stati molteplici, seguiti da uno fortissimo. Secondo le ultime notizie i morti sono 73 e 3.700 i feriti, ma è un bilancio ancora provvisorio. A fornirlo è il ministero della Sanità libanese, che ha anche invitato chi può a lasciare la capitale. Tra i feriti c'è anche un militare italiano come ha confermato il ministero della Difesa italiano. I militari fanno parte di un'unità del contingente italiano in Libano. Le deflagrazioni hanno fatto crollare anche un edificio di tre piani e si cercano persone intrappolate sotto le macerie. Lo ha riferito, citando fonti mediche locali, il presidente dell'Associazione dei medici stranieri in Italia (Amsi), Fouad Aoudi, in contatto con i colleghi locali. Secondo l'Osservatorio sismologico della Giordania, l'esplosione ha eguagliato l'energia di un terremoto di 4.5 magnitudo sulla scala Richter.
Diversi video pubblicati sui social mostrano che la zona delle esplosioni è quella del porto, ma le cause degli scoppi sono ancora tutte da definire. Secondo quanto riporta la stampa locale una delle esplosioni avrebbe colpito un magazzino che conteneva materiale esplosivo. Secondo una fonte di sicurezza citata dai media locali, l'esplosione è scaturita da "un carico di 2.750 tonnellate di ammonio". Una circostanza confermata anche dal presidente libanese Michel Aoun, che ha definito "inaccettabile" il fatto che tutto quel materiale esplosivo sia rimasto immagazzinato per sei anni nel porto di Beirut senza misure di sicurezza. Secondo l'emittente Lbci l'esplosione sarebbe avvenuta nelle operazioni di manutenzione per chiudere una falla nel recinto e impedire furto del materiale, che è utilizzato come fertilizzante ma anche come componete di esplosivo, e che sarebbe stato confiscato nel 2013 da una nave moldava diretta verso l'Africa.
L'ambasciata degli Stati Uniti a Beirut ha invitato coloro che si trovano nell'area dell'esplosione a "rimanere al chiuso e a indossare maschere se disponibili" perché sono segnalati gas tossici rilasciati dalla potente deflagrazione che ha devastato l'area del porto.
Dal luogo delle esplosioni si è innalzata una grossa colonna di fumo e si parla di numerosi danni a case e vetri in frantumi, con tanti cittadini che si sono riversati per strada. Hamad Hasan, ministro della Sanità libanese, ha parlato di "un numero molto alto di feriti", come riportato dalla Bbc. Il ministro ha anche ribadito che i danni provocati dalle deflagrazioni sono ingenti. "Ciò che è successo a Beirut ricorda Hiroshima e Nagasaki, nulla di simile era mai accaduto in passato in Libano", ha dichiarato in lacrime il governatore della capitale libanese, Marwan Abboud.
Il presidente ha convocato per una riunione urgente il Consiglio supremo di Difesa, che ha dichiarato Beirut "città sinistrata" e decretato lo stato d'emergenza per due settimane. Il presidente ha inoltre dispiegato tutte le forze militari per fare fronte all'emergenza e sono stati avviati pattugliamenti nei quartieri più colpiti. Il premier Hassan Diab inoltre ha decretato che mercoledì, 5 agosto, in Libano sarà una giornata di lutto nazionale e ha chiesto ai "Paesi amici" di aiutare il Libano. "Lancio un appello urgente a tutti i Paesi fratelli che amano il Libano a stare al suo fianco e ad aiutarci a guarire le nostre ferite profonde", ha detto il premier in un discorso televisivo
Fonti israeliani qualificate, citate dalla Reuters, hanno sottolineato che Israele non ha alcun legame con le esplosioni avvenute al porto di Beirut. Anche Hezbollah ha dichiarato che la deflagrazione non è stata causata da missili. Tel Avivi ha anche offerto al governo libanese - attraverso intermediari internazionali - "aiuti umanitari e medici e immediata assistenza di emergenza". L'iniziativa è del ministero degli Affari esteri guidato da Gabi Ashkenazi e del ministero della difesa di Benny Gantz. Il presidente israeliano Reuven Rivlin ha detto che Israele condivide "il dolore del popolo libanese e offre sinceramente il suo aiuto un questo momento difficile".
Intanto si è appreso che tra le vittime c'è anche un importante politico locale, il segretario generale del Partito Kataeb, Falangi Libanesi, Nizar Najarian: colpito alla testa, è morto poco dopo. Falangi Libanesi è un partito nazionalista e cristiano maronita. Ferito anche il deputato Nadim Gemayel che ha riportato un trauma cranico ed è tra le centinaia di persone ricoverate all'ospedale dell'Hotel Dieu. Anche Tarek Merhebi, deputato di Movimento il Futuro, è stato ferito ed è stato ricoverato presso l'ospedale di Clemenceau.
"Le terribili immagini che arrivano da Beirut descrivono solo in parte il dolore che sta vivendo il popolo libanese. L'Italia farà tutto quel che le è possibile per sostenerlo. Con la Farnesina e il ministero della Difesa stiamo monitorando la situazione dei nostri connazionali". Lo scrive su Twitter il presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
Numerose le reazioni dei governi di tutto il mondo. Da Roma un tweet della Farnesina, con le parole del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio: "L'Italia è vicina agli amici libanesi in questo momento tragico. I nostri pensieri vanno alle famiglie delle vittime, a cui esprimiamo il nostro profondo cordoglio, e alle persone ferite, a cui auguriamo una pronta guarigione".
Cè anche un militare italiano tra le persone rimaste ferite nelle potenti esplosioni che hanno devastato Beirut. Il soldato, proveniente da Bari, non è grave. I militari fanno parte di un'unità del contingente italiano in Libano. Lo stabile dove si trovavano i 12 militari italiani, anche se non si trovava nelle immediate vicinanze dell'esplosione, è stato danneggiato dall'onda d'urto. Lo rende noto il ministero della Difesa, spiegando che "è in corso il trasferimento dei 12 militari che si trovavano a Beirut alla base di Shama. Tutti hanno avvisato di persona le loro famiglie rassicurandoli sulle proprie condizioni". L'ambasciata italiana a Beirut è al lavoro per verificare se altri connazionali siano rimasti coinvolti nelle esplosioni. È attivo un numero di emergenza al quale italiani presenti nella capitale libanese possono rivolgersi per chiedere aiuto.
Quasi tutti i soldati coinvolti nelle esplosioni, feriti e non, appartengono all'unità Joint Multimodal Operations Unit (Jmou di Beirut, inquadrata nel Comando Contingente Italiano (IT-NCC) di Naqoura, con il principale scopo di favorire la cooperazione internazionale e l'integrazione sociale tra i militari italiani e la popolazione libanese. Il percorso, focalizzato sull'apprendimento delle principali nozioni della lingua italiana, ha visto, tra l'altro, la partecipazione di alcune donne, perlopiù vedove di militari libanesi, spiega il sito della Difesa.
La forte esplosione ha coinvolto anche un team della missione Unifil, la forza dell'Onu di interposizione al confine tra il Libano e Israele. La notizia è stata confermata dallo Stato Maggiore della Difesa. Sul posto, in stretto coordinamento con le forze di sicurezza libanesi, sono intervenuti i soccorsi del Sector West di Unifil che stanno provvedendo all'evacuazione del personale. Sono in corso gli accertamenti da parte di Unifil e delle forze di sicurezza libanesi per accertare la dinamica dell'accaduto", afferma una nota che spiega che un "militare italiano del contingente ha riportato lievi ferite: è stato lo stesso militare a informare direttamente i familiari sul suo stato di salute".
A seguito delle esplosioni avvenute a Beirut, la Farnesina, attraverso l’Unità di crisi e l’ambasciata in Libano, si è attivata per prestare ogni possibile assistenza ai connazionali presenti nel Paese e continua a monitorare la situazione.
L'onda d'urto dell'esplosione che ha causato decine di morti ha raggiunto anche l'ambasciata svizzera nella capitale libanese
L'ambasciatrice svizzera a Beirut, Monika Schmutz, è rimasta leggermente ferita nelle esplosioni avvenute nell'area portuale della capitale libanese. Anche l'ambasciata elvetica è stata danneggiata dall'esplosione, come riferisce il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE).
L'amb. Schmutz si trova in ospedale, precisa ancora il DFAE. Secondo la stessa fonte, l'enorme onda d'urto ha causato la rottura di finestre su un raggio di diversi chilometri. L'esplosione ha danneggiato gravemente l'ambasciata elvetica e la residenza dell'ambasciatrice.
Il resto del personale della rappresentanza svizzera in Libano è in buona salute. L'ambasciata sta ora chiarendo se altri cittadini svizzeri sono stati colpiti dall'esplosione. Finora non vi sono indicazioni al riguardo.


Fonte: Redazione
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