Ambasciata italiana presso la Santa Sede: convegno su morte in culla, vittime 300 bimbi l´anno in Italia
11-04-2018 18:22 - Ambasciate
A destra l´amb. Sebastiani con il card. Parolin
GD - Roma, 11 apr. 18 - Ogni anno in Italia circa 300 bambini entro il primo anno di vita sono vittime della cosiddetta "morte in culla", quella che i medici chiamano "SIDS-Sudden Infant Death Syndrome". Una morte misteriosa che rende ancora più dolorosa e drammatica la perdita per le famiglie che la subiscono. Un dato da prendere con le molle, non facile da ricostruire visto che è ricavato da una diagnosi presuntiva che esige l´intervento di più soggetti - dai pneumologi, ai medici legali, alle forze dell´ordine - ma più che utile per tenere alta l´attenzione su una sindrome ancora poco conosciuta. Sulle cause di questa sindrome, però, negli ultimi venti anni, grazie a campagne mirate relative ai comportamenti virtuosi, si è potuto fare molto per abbassarne l´incidenza.
La delicata questione è stata affrontata a Palazzo Borromeo a Roma nella affollata, interessante e toccante conferenza su «Morte in culla: come abbattere il rischio. Con le famiglie, tra false notizie e verità scientifiche», promossa dall´ambasciatore d´Italia presso la Santa Sede, Pietro Sebastiani, molto sensibile anche su questo fronte, con l´Associazione «Semi per la SIDS» e con l´intervento di Raffaele Piumelli, responsabile Centro Disturbi Respiratori nel Sonno dell´ospedale pediatrico Meyer di Firenze; del prof. Stefano Vella, presidente dell´AIFA Agenzia nazionale per il farmaco e direttore del Centro Nazionale per la Salute Globale; di monsignor Bruno Marie Duffé, segretario del Dicastero vaticano per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale; di Allegra Bonomi, presidente dell´Associazione Semi per la SIDS che si occupa del problema della morte in culla; di Valeria Covini, responsabile stampa dell´Associazione Semi per la SIDS. A moderare è stato il giornalista Frediano Finucci, del Tg La7.
Si parla di «morte in culla» quando il decesso è improvviso e inaspettato e rimane inspiegabile anche dopo un´indagine post-mortem completa che comprende autopsia, esame delle circostanze del decesso e revisione della storia clinica del caso. La SIDS è tuttora la prima causa di morte tra l´età di un mese e un anno perché altre malattie altrettanto pericolose e potenzialmente fatali vengono prevenute o curate con successo.
L´incidenza media della SIDS nei Paesi occidentali è oggi, dopo efficacissime campagne di prevenzione negli ultimi 25 anni, di circa un caso ogni 2.000 bambini nati vivi; in Italia ne sono vittime circa 300 bambini l´anno.
La SIDS è tutt´ora la prima causa di morte tra l´età di un mese e un anno: questo perché altre malattie altrettanto pericolose e potenzialmente fatali vengono prevenute o curate con successo.
Nel corso della conferenza è tra l´altro emerso che l´informazione delle famiglie è indispensabile per evitare che al dolore di una morte improvvisa e inspiegabile si aggiunga anche una devastante sensazione di colpa e di responsabilità che coinvolgono le famiglie nel periodo successivo alla morte del bambino.
Anni fa pochi referti medici parlavano di SIDS e di conseguenze spesso le famiglie venivano coinvolte anche in indagini giudiziarie per far luce sulla misteriosa morte del neonato.
Nel caso, poi, in cui la famiglia desideri avere un altro figlio, la stessa Associazione SEMI PER LA SIDS cerca di sostenerla durante il primo anno di vita del nuovo bambino con un adeguato programma che prevede tra l´altro l´utilizzazione di monitor cardio-respiratori a domicilio. Secondo dati statistici, infatti, per i fratellini il rischio di SIDS è più alto di cinque volte.
Fonte: Redazione