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Accademia di Romania celebra Camilian Demetrescu a 95 anni dalla nascita, personalità di spicco dell’esilio romeno in Italia

09-12-2019 19:09 - Persone
GD - Roma, 9 dic. 19 - L’11 dicembre, alle ore 18:30, l’Accademia di Romania in Roma con il sostegno dell’Istituto Culturale Romeno e in partenariato con l’Unione di Cineasti di Romania, ha organizzato l’evento “Una personalità di spicco dell’esilio romeno in Italia: Camilian Demetrescu – 95 anni dalla nascita” nella Sala Conferenze dell’Accademia di Romania in Roma.
Interverrà Marilena Rotaru, produttore e regista alla Televisione Nazionale Romena; invitata d’onore Mihaela Demetrescu, moglie e collaboratrice dell’artista.
La serata si articola in due momenti successivi: un’evocazione della personalità e della vita dell’artista, nel dialogo tra le due invitate, seguito dalla proiezione di documentari: “È qui che ho indossato la camicia cristiana” e “La forza del simbolo tra speranza e nichilismo”.
L’artista, l’erudita, lo studioso Camilian Demetrescu fu una persona di quelle che raramente s’incontrano nella vita”, così lo descrive Marilena Rotaru, creatrice della serie “La memoria dell’esilio romeno”.
Camilian Demetrescu nacque nel 1924 a Bușteni, dove abitavano i suoi nonni. Cosntantin-Paul è il suo nome di battesimo, ma prende quello del padre, ufficiale nell’esercito, scomparso a 36 anni. Segue la scuola elementare e media a Miercurea Ciuc e il Liceo Militare a Târgu Mureş. Si iscrive poi all’Accademia di Belle Arti di Bucarest, ma segue anche corsi di medicina e filosofia. A 24 anni diventa membro dell’Unione degli Artisti di Romania.
Dopo il trasferimento in Occidente, nel 1969, per dieci anni la sua arte segue filoni astratti, tentando di liberarsi dall’incubo del “realismo socialista” che gli era stato imposto dal regime comunista. Il grande critico d’arte Giulio Carlo Argan lo considera il quinto tra i nomi dei grandi artisti italiani contemporanei. Col tempo, però, comprende la strada che ha da seguire. Si riconverte dall’arte astratta alla simbolistica sacra. Nel 1977 avviene la sua conversione e il ripiego sul simbolo, mentre sta restaurando con la famiglia la pieve “Santi Filippo e Giacomo”, piccola chiesa romanica del XII-esimo secolo, diventata in seguito monumento storico a Gallese (provincia di Viterbo). Quel posto incide profondamente sulla sua vita e sulla sua arte. Si riappropria della fede cristiana. Due anni dopo, a Parigi, conosce Mircea Eliade ed è soprattutto a lui che deve la decisione di abbandonare l’arte astratta. Scoprendo e comprendendo il tesoro dell’arte cristiana medievale, si dedica ad un’arte con carattere spirituale. Organizza mostre in quasi tutte le grandi città della Penisola, ma anche della Francia. I suoi lavori sono presenti in varie chiese. Nel 1986, la Pontificia Commissione per l’Arte di Vaticano lo invita, insieme ad 33 artisti europei, a illustrare La Divina Commedia.
La casa editrice “Il Cerchio” di Rimini pubblica i suoi libri: Nel letto di Procuste. Aforismi e disegni sui paradossi del XX secolo, Exil. Le prove del labirinto (1995), nonché i volumi dedicati al Simbolo nell’arte romanica: Solstizio eterno sulle basiliche dell’Italia Centrale e Proverbi di pietra sui duomi di Piacenza e di Ferrara. A Bucarest, invece, la casa editrice Albatros pubblica il volume di memorie Exil. Incercarile labirintului (1997) e in seguito Exil. 1995-2009. Întoarcerea la simbol, volume pubblicato dal Museo della Letteratura Romena (2009).
Dal forte impatto che la Rivoluzione del 1989 in Romania ha sull’artista, prenderà vita il “Comitato Pro Romania”, attraverso il quale organizza trasporti di aiuti materiali il suo paese natio e pubblica in due edizioni la Bibbia nella variante romena tradotta dallo scrittore Gala Galaction, per diffonderla tra i compatrioti. Le sue conferenze alla Scuola di Sighet e alla Facoltà di Architettura di Bucarest godono di un pubblico interessato. Nel 2000 presenta a Bucarest una mostra retrospettiva, “30 anni d’arte in Italia”, con una raccolta di oltre 300 opere create durante l’esilio italiano.
Nel 1990 viene insignito del premio internazionale "Il labirinto d’argento”. L’anno successivo, viene poi insignito del Premio Internazionale per l’Arte "La Pleyade", conferito dalla Fondazione "Adenauer" e dalla Camera dei Deputati Italiana.
L’artista è assalito dalla consapevolezza del degrado del mondo d’oggi: “In un mondo in cui l’arte si è completamente distaccata dai valori morali, non mi stanco mai di ribadire con tutti i mezzi che il bello è il bene e il brutto è senza dubbio il male”. La perdita di significati dell’esistenza costituisce il dramma più atroce della civiltà umana. I simboli cristiani sono gli unici a poter ancora stimolare l’essere umano. Ed è per questo che l’arte di Camilian Demetrescu significa il recupero dei simboli capaci di salvare l’essere umano dal degrado.
Alla domanda di Silvia Guidi, nell’intervista apparsa su "L’Osservatore Romano" (29 aprile 2011), sul modo in cui ha scoperto la fede, la risposta dell’artista fu: "Non l’ho scoperta. Era dentro di me dal giorno del mio Battesimo. Era rimasta nascosta, in attesa di essere riscoperta, fino a quando ho restaurato con le mie mani e con l’aiuto della famiglia e di alcuni amici una pieve romanica del XII-esimo secolo, a Gallese, nella provincia di Viterbo. Volevo allestirmi uno studio e ne è venuta fuori la nuova fonte battesimale del mio destino. Ho fatto il segno della croce e ho indossato per la vita e per l’arte la camicia cristiana”.
Marilena Rotaru (n. 1947) è autrice, documentarista, giornalista per la televisione, pubblicista e narratrice romena, nota come creatrice di programmi culturali per la Televisione Romena, particolarmente per la serie di testimonianze dedicate alle personalità romene espatriate, “La memoria dell’esilio romeno”, in cui ha intervistato molti degli esiliati durante il regime comunista. Con i suoi 150 episodi, la serie offre ritratti di personalità culturali, artistiche, scientifiche romene di notorietà mondiale, tra i quali: il Re Michele di Romania, Emil Cioran, Vintilă Horia, Sergiu Celibidache, Nelly Miricioiu, George Țipoia, ecc.


Fonte: Redazione
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