19 Giugno 2025
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37° Rapporto Italia Eurispes: Paese è ancora a bivio di scelte di fondo

29-05-2025 19:41 - Opinioni
GD – Roma, 29 mag. 25 – Il 37° Rapporto Italia di Eurispes ci consegna l’immagine di un Paese ancora al bivio delle scelte di fondo. A raccontare il ponderoso lavoro di ricerca è illustrato dal presidente dell'Eurispes, Gian Maria Fara. Il Rapporto Italia 2025, presentato in una affollata sala conferenza della Biblioteca Nazionale, tratteggia compitamente la situazione del Paese e offre una lettura di alcuni dei processi di cambiamento in atto. E tra l’altro è emerso che gli italiani confermano la propria fiducia nella stabilità del Governo Meloni.
«L'Italia al bivio, avevamo sottolineato lo scorso anno; e lo è ancora in questo 2025 che continua ad essere carico di tensione, rotture, tragedie sul fronte interno e su quello internazionale. Siamo ancora di fronte al bivio delle scelte di fondo , personali e collettive, che occorre compiere in risposta alle nuove sfide determinate dai cambiamenti, spesso sorprendenti e radicali. Questa affermazione non è il frutto di un esercizio di retorica, ma trova giustificazione nelle analisi, nella valutazione dei processi di trasformazione della nostra società. Quando dalla superficie proviamo ad andare in profondità, quando decidiamo di alzare il velo delle apparenze, allora emerge in tutta la sua gravità la portata della crisi attuale , una crisi che intacca e deprime i valori ei fattori fondamentali sui quali si sono basati e organizzati i nostri sistemi di convivenza, i nostri processi di crescita e di sviluppo. Lo stato di incertezza coinvolge, ad esempio: la nostra idea di pace , come condizione imprescindibile della convivenza tra i popoli e gli Stati», ha detto il presidente Fara.
«Il richiamo di questi elementi principali segnala che la nostra società è soggetta a processi di cambiamento radicale in cui sono messi in discussione i valori etici, religiosi, culturali, politici, sociali sui quali è stato costruito ed ha potuto progredire per decenni il nostro sistema. Quando sono in discussione i valori essenziali di una comunità, come accade attualmente, quantomeno in Italia e nell'ambito della Unione europea, noi tutti stiamo compiendo ogni sforzo per considerare la vera realtà che abbiamo di fronte . Dovremmo sforzarci di intenderla e affrontarla, appunto, con un “pensiero essenziale”, mettendo da parte le valutazioni effimere, gli atteggiamenti superficiali» ha aggiunto il presidente di Eurispes.
«Il coraggio e la capacità di recuperare orientamenti di azione segnati dal valore di un “pensiero essenziale”, innanzitutto dovrebbero indurre l'Italia ad assumere un comportamento coerente con l'impegno preso in sede internazionale , quando nel 2024 ha votato il “Patto per il futuro” delle Nazioni Unite. A questo proposito, vale la pena di ricordare che già nel 2016 inviammo una lettera aperta all'allora Presidente del Consiglio dei Ministri, con la quale proponevamo la costituzione di una “Agenzia per il futuro” allo scopo di far uscire il nostro Paese dalla cultura dell'emergenza e promuovere una programmazione di ampio respiro, orientata da una visione di lungo periodo. Questa nostra proposta è ancor più valida nella situazione attuale», ha detto Fara.
«Un altro impegno che riteniamo di utilità per l'Italia dovrebbe riguardare la definizione da parte della nostra classe politica, in primo luogo, di un “Patto per la democrazia italiana”, finalizzato ad introdurre nel nostro Paese un vero e proprio sistema di governance, in grado di assicurare un rapido processo decisionale e garantire l'esercizio di una partecipazione realmente attiva e responsabile, da parte dei principali soggetti pubblici e privati. Rinnovare le Istituzioni, insomma, ei loro meccanismi decisionali per adattarli alle necessità del tempo presente. E, soprattutto, superare la patologia del “contro” per scoprire i vantaggi della cultura del “per”». Secondo Fara «sarebbe determinante, per esempio, sburocratizzare l'Europa, non solo l'Italia, e restituirle il ruolo di grande agenzia di senso e di orientamento».
Per concludere, ha detto il presidente dell'Eurispes, «il richiamo all'esigenza di recuperare e misurarci, tutti, con quello che abbiamo definito un “pensiero essenziale” va in questa direzione che definiremmo semplicemente come obbligata. La verità – diceva Bertold Brecht ‒ riesce a imporsi solo nella misura che noi la imponiamo; la vittoria della ragione non può essere che la vittoria di coloro che ragionano».
Ad arricchire il 37° Rapporto Italia di Eurispes, oltre alle schede tematiche di approfondimento su diverse fenomenologie, le indagini campionarie che, nell'edizione di quest'anno, hanno sondato alcuni dei temi tradizionalmente osservati dall'Eurispes, tra i quali: la fiducia nelle Istituzioni; la partecipazione politica; l'opinione sui temi etici; l'italianità; l'antisemitismo; la situazione economica delle famiglie ei consumi; l'uso delle nuove tecnologie; le abitudini alimentari; il rapporto con il mondo animale e numerosi altri contenuti di stretta attualità.
Gli italiani temono una nuova crisi economica globale ed eventi climatici estremi, credono alla stabilità dell'attuale Governo e approvano molti dei provvedimenti attuati o proposti. In molti ritengo che il nostro Paese abbia un ruolo marginale nello scacchiere internazionale. Ci sentiamo soprattutto italiani e non europei.
I dati raccolti dall'Eurispes nell'indagine sugli italiani e la politica restituiscono un certo smarrimento dovuto però più a fattori esterni: gli italiani temono una nuova crisi economica globale, i conflitti in atto, gli eventi climatici estremi. In questo contesto, gli italiani confermano la propria fiducia nella stabilità del Governo Meloni e approvano alcuni provvedimenti come l'imputabilità penale dei minori sotto i 14 anni per reati gravi, il nuovo Codice della strada, la separazione delle carriere per i magistrati, ma il quadro economico mondiale ei conflitti pericolosamente vicini all'Europa, creano timore nel futuro.
Gli italiani temono soprattutto una nuova crisi economica globale (67,6%). Sette su dieci (69,5%) temono gli eventi climatici estremi e il 57,8%, teme il verificarsi di terremoti. Lo scoppio della Terza Guerra Mondiale è paventato dal 46,1% dei cittadini e il 45% teme una nuova pandemia. Teme il fallimento economico-finanziario dello Stato italiano, come accaduto in passato alla Grecia, il 44,4% degli italiani, mentre un prelievo fiscale straordinario per salvare l'economia nazionale è temuto nel 45,2% dei casi.
Più contenuto è il timore di un attacco terroristico in Italia (39,7%) o l'estensione dei conflitti all'interno del territorio italiano (36,3%). Pochi (35,2%) hanno il timore dell'instaurarsi di una dittatura in Italia, contro il 64,8% di chi non sente questa preoccupazione. Solo una quota del 30,3% degli italiani paventa l'avvento di un nuovo governo tecnico, segno che la maggioranza degli italiani (69,7%) crede nella durata e solidità dell'attuale Governo di coalizione, guidato da Giorgia Meloni.
Il quadro che emerge dall'indagine dell'Eurispes sulla condizione economica delle famiglie nel 2025 conferma, da un lato, il permanente di una percezione diffusa di difficoltà e debolezza, dall'altro evidenzia una resilienza familiare che si traduce in nuovi adattamenti, scelte difensive e forme di solidarietà interna, segnale di una società che, pur messa alla prova da anni complessi, continua a cercare risposte nel proprio tessuto sociale più che nel sistema istituzionale. Nonostante i dati mettano in luce alcune particolari difficoltà delle famiglie nell'affrontare le spese, analizzando la serie storica dei dati, emerge un quadro di miglioramento generale rispetto agli anni precedenti, con alcuni indicatori che segnalano un'inversione di tendenza positiva.
Più della metà degli italiani (55,7%) esprime una valutazione negativa sull'andamento generale dell'economia del nostro Paese nell'ultimo anno. Un quinto del campione (20%) ritiene invece che non vi siano stati cambiamenti rilevanti, indicando una sostanziale stabilità. Guardando al prossimo futuro , nel 36,7% dei casi gli italiani ritengono che la situazione economica italiana è destinata a peggiorare nei prossimi dodici mesi, mentre il 30,9% è convinto che la situazione rimarrà stabile e il 9,5% si prospetta un miglioramento.
Per quanto riguarda la dimensione economica individuale e familiare , i dati mostrano un quadro prevalentemente stabile con una quota ampia di cittadini (42%) che dichiara che la propria situazione economica è “rimasta sostanzialmente invariata”; per il 37,3% è migliorato e per il 12,6% è peggiorata.
Vivere in Italia è una fortuna: la pensa così la maggioranza degli italiani (72%, erano il 62,9% nel 2011). L'immaginario italiano resta fortemente ancorato a dimensioni affettive e culturali: bellezza del paesaggio, ricchezza storica e tradizione gastronomica rappresentano ancora oggi i principali pilastri di un senso di orgoglio condiviso. All'estero si andrebbe per questioni meramente economiche e lavorative
Fenomeni di antisemitismo: sebbene li ritengano per lo più casi isolati, secondo gli italiani sono il frutto di un linguaggio diffuso basato su odio e razzismo. Quella ebraica è vista come una comunità chiusa (58,2%); la maggioranza non ritiene che gli ebrei siano appropriati in Palestina di territori altrui (55,8%). Quattro italiani su dieci non sanno quante sono state le vittime della Shoah.
L'Eurispes ha poi monitora dal 2004 l'evoluzione dell'atteggiamento dei cittadini italiani nei confronti del popolo ebraico e del conflitto israelo-palestinese. Nell'aprile del 2025, l'Istituto ha sottoscritto, inoltre, un Protocollo d'intesa con il Coordinatore nazionale per la lotta contro l'antisemitismo presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.
L'ultima indagine (2025) esplora il livello di conoscenza e le opinioni relative alla comunità ebraica e agli episodi di antisemitismo in Italia . Solo 4 italiani su 10 hanno un'idea precisa circa le reali dimensioni della presenza di cittadini ebrei nel nostro Paese (circa 30.000).
Il 37,9% degli italiani è d'accordo con l'idea che “gli ebrei pensano solo ad accumulare denaro”. Per la maggioranza (58,2%) gli ebrei sono una comunità chiusa. Un'altra idea diffusa è quella secondo la quale gli ebrei sono mediamente colti e istruiti (61,7%).
Rispetto all'affermazione secondo la quale gli ebrei in Palestina si sono appropriati di territori altrui , gli italiani tendono a dividersi: prevalgono coloro che si dicono in disaccordo (55,8%) rispetto a chi concorda (44,2%). L'idea che le scelte del Governo israeliano non devono influenzare l'atteggiamento nei confronti degli ebrei , trova ampio consenso (64,6%), sebbene esista una quota non trascurabile di disaccordo (35,4%). Sei italiani su dieci (60,4%) rispondevano correttamente: le vittime della Shoah durante il nazifascismo sono state 6 milioni. Un quarto del campione (25,5%) ritiene che le vittime siano state 2 milioni, mentre altri tra gli interpellati rispondono ottocentomila (7,4%), quarantamila (4,9%), o addirittura circa mille (1,8%).
È opinione diffusa che gli episodi di antisemitismo in Italia siano solo casi isolati, non indicatori di un reale problema di antisemitismo in Italia (54%); un non trascurabile 46% è però di avviso opposto. È condivisa (53,6%) l'idea che questi episodi siano la conseguenza di un linguaggio diffuso basato su odio e razzismo. Per il 38,9% dei cittadini interpellati gli atti di antisemitismo avvenuti anche in Italia sono il segnale di una pericolosa recrudescenza del fenomeno nel nostro Paese. Solo per pochi si tratterebbe di bravate messe in atto per provocazione o per scherzo (27,6%).

https://eurispes.eu/news/risultati-rapporto-italia-2025/


Fonte: Eurispes
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