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XI Festival Diplomazia apre con Gentiloni; Massolo: dai Governi più attenzione per cittadini

19-10-2020 16:04 - Ambasciate
GD - Roma, 19 ott. 20 - Nel XXI secolo non ci si può drammaticamente accorgere che mancano le medicine e che ci sono Paesi che si combattono per arrivare per primi ad un vaccino efficace: è compito delle opinioni pubbliche sventare questo diventando esigenti nei confronti dei loro Governi. È questo il “reset control” , ovvero l’“azzerare tutto”, che l’XI Festival della Diplomazia, apertosi oggi a Roma, si propone di lanciare nel corso delle 90 ore complessive di “full immersion” di dibattiti in presenza e soprattutto da remoto (grazie alla piattaforma digitale multicanale www.diplomacy2020.it), conferenze dei principali protagonisti - primo intervento, quello del Commissario europeo per l’Economia Paolo Gentiloni - sui grandi temi del momento: green deal, scuola, global governance, clima e, ovviamente, salute.
Negli ultimi anni il rapporto tra Stati e Governi, da una parte, e opinioni pubbliche, cioè i cittadini, dall’altra, si è allentato: “Reset control vuol dire che dobbiamo riprendere il nostro destino nelle nostre mani e tornare ad una gestione ordinata dei cambiamenti”, ha detto nella conferenza di apertura l’ambasciatore Giampiero Massolo, presidente del comitato scientifico del Festival, riferendosi al fatto che in tempi recenti molti Stati e Governi hanno fin tropo cercato di “riprendere il controllo” dei flussi, delle frontiere, delle persone, dei traffici commerciali. Questo “non ha giovato. Ha ristretto il mondo”.
La pandemia ha ulteriormente peggiorato le cose. Ma accanto agli effetti negativi c’è la speranza che la pandemia abbia almeno un effetto positivo: che riproponga la necessità di gestire i processi di cambiamento con gli strumenti diplomatici. E questo, che coincide con l’idea alla base del Festival della Diplomazia, significa” il ripensamento degli organismi multilaterali, della collaborazione multilaterale. Non più decisioni solo dei vertici e dei governi frutto di considerazioni astruse e astratte ma scelte che, in sintonia con le opinioni pubbliche, affrontino temi di diretto interesse dei cittadini, come l’energia, l’ambiente, la tecnologia, la sanità”.
Approccio, questo, sul quale si è mostrato d’accordo il commissario europeo Paolo Gentiloni, intervistato nell’ambito dell’apertura del Festival dal direttore del quotidiano "La Repubblica", Maurizio Molinari. L’ex presidente del Consiglio ha sottolineato come la Next Generation UE, frutto “dei cento giorni che hanno cambiato la politica europea”, sia stato pensato in un’ottica simile a quella del “Reset control” e, riferendosi alla situazione sul piano economico ha parlato di “preoccupazione” perché dopo i dati del terzo trimestre si ha l’impressione di una ripresa in rallentamento.
Quanto alle preoccupazioni di alcuni Governi perché gli aiuti sarebbero in ritardo, Gentiloni ha detto di “capirle”, ma ha ricordato che le risorse del programma “Sure” (che per l’Italia vale 27,4 miliardi di euro) arriveranno entro l’anno. “Per fortuna la presidenza di turno tedesca sta facendo un grande sforzo per attuare questo programma, che è molto consistente”, ha osservato Gentiloni prima di aggiungere che “il problema per i prossimi anni non sarà tanto dei fondi che non arrivano dall’UE, ma la capacità di assorbimento di risorse cosi ingenti che arriveranno in un periodo cosi limitato di tempo e la capacità dei Paesi di rispettare i crono-programmi e le scadenze indicate”.
I Paesi che avranno la maggiore quantità di risorse sono l’Italia e la Spagna che, ha osservato il Commissario UE, “non sono ai vertici europei come capacità di utilizzo di risorse europee, come fondi strutturali di coesione”. Per questo saranno “una grande sfida per la pubblica amministrazione Italiana, governo e ministeri”. Quanto al Fondo Salva Stati, il MES, Gentiloni ha dichiarato: “Io ho fatto la mia parte, quella di togliere dal MES le condizionali macroeconomiche che le precedenti iniziative di utilizzo contenevano. La scelta se scegliere il ricorso al MES è dei Governi nazionali, non è della Commissione. È chiaro che c’è un vantaggio di alcune di centinaia di milioni l’anno, vantaggio che si è leggermente ridotto perché fortunatamente i tassi di interesse si sono anch’essi ridotti per l’azione della BCE e anche dell’iniziativa economica comune europea , che ha contribuito a rassicurare i mercati”.
A proposito del Green Deal, Gentiloni ha sottolineato che “giocando questa carta la Commissione svolge anche ruolo di leadership a livello internazionale, perché perché è l’unico grande attore economico che può permettersi di essere all’avanguardia nel contrasto al cambiamento climatico. E questo", ha sottolineato, "e questo vuol dire qualcosa sui mercati finanziari, vuol dire qualcosa sui posti di lavoro, sui i lavori legati alla transizione ambientale. E vuol dire qualcosa anche, ovviamente, nella competitività delle nostre imprese per il futuro”.
All’inaugurazione digitale del Festival sono intervenuti, da remoto, anche il segretario generale e fondatore Giorgio Bartolomucci, il presidente onorario Aurelio Regina, il direttore dell’Ufficio informazioni del Parlamento Europeo in Italia Carlo Corazza, il capo della Rappresentanza della Commissione Europea in Italia Antonio Parenti e il direttore generale del ministero Affari Esteri Cooperazione Internazionale amb. Luca Sabbatucci.
Come ha ricordato Bartolomucci "il Festival della Diplomazia nasce nel 2009 dalla consapevolezza della centralità di Roma in ambito internazionale. Nella città, infatti, opera e vive un’ampia comunità internazionale che giornalmente si relaziona con la cittadinanza e le istituzioni locali, in costante interazione con l’assetto economico, organizzativo e culturale.
Roma è considerata un punto nevralgico per le relazioni diplomatiche con 139 ambasciate accreditate presso la Repubblica Italiana, 78 presso la Santa Sede, 73 presso San Marino. A queste, va aggiunto il ricco tessuto di Organizzazioni internazionali, università, accademie e istituti di cultura stranieri che vanno a consolidare la proiezione di Roma come prima città internazionale al mondo. Dopo il giro di boa della decima edizione, il Festival della Diplomazia si accingeva a iniziare una vivace seconda fase della propria esistenza. Con alle spalle la consolidata collaborazione con tanti partner scientifici e una importante cooperazione con oltre 80 ambasciate accreditate al Quirinale, la manifestazione era diventata un appuntamento fisso nel panorama delle iniziative culturali che si svolgono in autunno nella Capitale. Costante anche la crescita del numero delle Università e degli Istituti di Studio superiori partecipanti e di quelle ospiti di diversi eventi del programma. All’improvviso, però, l’arrivo della Pandemia ha determinato la necessità di rivedere e ripensare la natura stessa della manifestazione e gli argomenti intorno ai quali stiamo costruendo il Programma per la XI edizione del Festival, che si terrà dal 22 al 30 ottobre 2020, in maniera ibrida, in parte in presenza e in parte in digitale.
Nel corso dei lavori sono previsti gli interventi di oltre quaranta rappresentanti della ambasciate straniere in Italia", ha concluso Bartolomucci.

di Carlo Rebecchi


Fonte: Carlo Rebecchi
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