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Volume su famiglia Cobenzl, diplomatici e statisti dell'Impero Asburgico

23-12-2022 13:11 - Ambasciate
GD - Roma, 23 dic. 22 - Un “pozzo” di narrazioni e risvolti inediti sulla diplomazia europea dal Cinquecento all’età napoleonica: è questo uno degli aspetti principali del nuovo volume curato dal diplomatico Federico Vidic e da Alessio Stasi intitolato «I Cobenzl, una famiglia europea tra politica, arte e diplomazia».
Opera plurilingue e multidisciplinare, composta da ben 36 saggi di 32 autori provenienti da 8 diversi Paesi, il libro in uscita in queste settimane per i tipi dell’editrice romana Lithos, attira l’attenzione non solo degli specialisti ma pure dei molti appassionati alla ricerca di approcci e prospettive diverse dalle usuali.
Il nome dei Cobenzl, ancora sconosciuto ai più, è in effetti legato a interi capitoli della storia europea. La famiglia, originaria della zona di Gorizia che venne contesa aspramente durante la Prima guerra mondiale (per intendersi, il Carso di Ungaretti), veniva per così dire quasi dal nulla ma, con il duro lavoro ed operando al servizio degli Asburgo, nel giro di un paio di generazioni riuscì ad interloquire con sovrani del calibro di Ivan il Terribile, Cristina di Svezia, Carlo VI, Federico il Grande, Maria Teresa, Caterina di Russia e Napoleone.
I diversi contributi – di rigoroso impianto storiografico – ripercorrono anche le attività dei Cobenzl sul fronte culturale e religioso, in cui ebbero a che fare con santi come Ignazio di Loyola, poeti come Lorenzo Da Ponte, musicisti e artisti del calibro di Mozart, Rubens, Caucig, Meytens e David.
È tuttavia l’impegno diplomatico a caratterizzare maggiormente le differenti generazioni di questa famiglia così peculiare. Come evidenziato da diversi capitoli del testo del diplomatico Federico Vidic, gli esponenti più in vista del casato spiccarono proprio in diplomazia, a partire dal “fondatore” della dinastia, Giovanni Cobenzl (morto nel 1594). Fu proprio quest’ultimo a compiere per conto degli Asburgo un avventuroso viaggio tra le steppe e i ghiacci da cui ricavò la «Relatione delle cose di Moscovia» (1576), su cui si basarono per quasi due secoli le conoscenze degli occidentali sulla Russia.
Alla vigilia della rivoluzione francese, Giovanni Filippo Cobenzl accompagnerà l’imperatore Giuseppe II in giro per la Francia e per mezza Europa. Fu poi suo cugino Louis Cobenzl, nel 1797, a tener testa e a negoziare con Napoleone la pace di Campoformio (Udine) con cui si pose fine alla millenaria repubblica di Venezia.
Il volume risulta particolarmente organico nella trattazione pur affrontando molteplici punti di vista. Più che una semplice vicenda di famiglia, sono invece i punti “oscuri” di secoli che si pensa di conoscere – come quello dell’età barocca o dell’illuminismo – a riservare inattese prospettive che hanno il loro focus nell’Europa centrale, senza le barriere nazionali con cui il Novecento ha fatto tragicamente i conti.
Vienna, Lubiana, Trieste, Gorizia, Bruxelles, Parigi, Mosca, San Pietroburgo sono solo alcuni tra gli scenari di questo vasto affresco che vede l’eredità dei Cobenzl presente all’Ermitage, all’Accademia Reale del Belgio, in spettacolari castelli come quello di Predjama alle celebri grotte di Postumia, in Slovenia e in Friuli, per concludersi a Vienna, dove Cobenzl è divenuto il nome di un sobborgo della capitale austriaca.
Il “filo rosso” della diplomazia praticata dai Cobenzl per tutta la loro storia si ricompone a distanza di secoli e sollecita la curiosità e la voglia di conoscere alcune tra le pagine più notevoli di quell’Europa che oggi come allora cerca il modo di superare conflitti e barriere tra governi e popoli.
«I Cobenzl, una famiglia europea tra politica, arte e diplomazia», a cura di Federico Vidic e Alessio Stasi – edito da Lithos Roma – pagine 1.267, 40,00 €, anche nei siti di vendite on line.

Fonte: Redazione
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