05 Maggio 2024
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Vino: USA brindano ancora tricolore, +2,3% da inizio anno

24-11-2020 11:25 - Made in Italy
GD - Verona, 24 nov. 20 - Il Covid-19 ha modificato l’approccio al consumo di vino negli Stati Uniti ma non ne ha depresso la domanda. L’Italia, infatti, è sempre più protagonista nelle vendite di vino oltreoceano. Secondo gli ultimi dati doganali elaborati dall’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor per wine2wine, la rassegna digital di Vinitaly che si chiude oggi, nei primi 8 mesi di quest’anno l’Italia ha recuperato oltre 370 milioni di euro sullo storico competitor d’Oltralpe e chiude l’estate con un ulteriore allungo a 1,16 miliardi di euro di vendite (+2,3% sul pari periodo 2019), contro una Francia mai così in basso e un trend in rosso del 25,7% (998 milioni di euro).
Lo scenario, esattamente invertito rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, è influenzato più dai dazi aggiuntivi che dal Covid-19. Basti pensare come oltre al -25,7% a valore della Francia – con i vini fermi a -32,5% –, anche Spagna(-11,8%) e Germania (-34,4%) registrano cali pesanti, che contribuiscono in maniera decisiva alla contrazione complessiva dell’import di vino statunitense sul periodo (-10,5%).
Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere, ha detto che “l’Italia oggi detiene una quota di mercato sulle importazioni Usa di vino che si avvicina al 35%, un record raggiunto grazie alla congiuntura e a un rapporto qualità-prezzo più che mai competitivo. Ora serve mantenere le distanze e riallineare i segmenti di mercato penalizzati dal Covid-19 attraverso una accelerazione della promozione made in Italy”.
I dati sono stati analizzati nel corso di un webinar organizzato da Vinitaly insieme alla Camera di Commercio italoamericana di Chicago e con la collaborazione di ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Assocamerestero, Terlato Wines International, Banca Popolare di Sondrio e Promos Ita.
Heini Zachariassen, fondatore della principale app enologica al mondo, "Vivino", ha evidenziato che “in questi mesi abbiamo assistito agli incrementi di acquisto più forti di sempre da parte dei nostri 46 milioni di utenti, con crescite in tripla cifra nei 5 mesi di emergenza. Nel periodo abbiamo registrato un punto di svolta per i fine wine italiani, soprattutto per i rossi toscani, l’Amarone e il Brunello di Montalcino”.
Per il fondatore del portale Wine.com, Michael Osborn, “la quota dei nostri utenti che operavano acquisti è passata dal 24% in regime pre-Covid all’86%. Un dato incredibile, che secondo un nostro sondaggio sarà mantenuto anche in fase post-Covid. Nel corso dell’anno gli acquisti di vini italiani sono cresciuti del 53% grazie agli acquisti in fascia alta dei millennials e generazione X”.
Diverso lo scenario sul fronte del segmento horeca, che secondo Aaron Sherman, co-fondatore e Ceo di SevenFifty, è calato del 33%. “Il business del vino negli Stati Uniti è molto resiliente, anche durante il lockdown”, ha detto Gino Colangelo, fondatore della Colangelo & partners, ed in questo contesto il vino italiano è favorito. Oggi infatti la categoria in più rapida crescita è quella di fascia alta (oltre i 50 dollari), che corrisponde al profilo delle grandi aziende del Belpaese”.


Fonte: Redazione
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