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Venezuela: in aumento flusso di migranti verso Colombia e Panama

05-09-2023 11:59 - Opinioni
GD - Caracas, 5 set. 23 - È in costante crescita il numero di venezuelani che lascia il Paese per sfuggire a una situazione politica ed economica profondamente insostenibile. Da ormai dieci anni dall’inizio del suo mandato, il presidente Nicolás Maduro governa in maniera autoritaria su una nazione sempre più privata delle componenti democratiche fondamentali e schiacciata sotto il giogo di un potere che non conosce rivali. Oltre a un’evidente negazione dei diritti umani, è il catastrofico quadro finanziario a condannare gli abitanti alla scelta obbligata dell’esodo: stando ai dati dell’ECLAC Economic Survey and Latin America and the Caribbean, il PIL del Venezuela non è cresciuto per circa otto anni e il tasso di povertà del 2022 si è attestato attorno all’81%.
Secondo uno studio della “Piattaforma di Coordinamento Interagenziale per Rifugiati e Migranti dal Venezuela”, a maggio scorso la situazione dei migranti venezuelani in America Latina e nei Caraibi è stata la seguente: 2,4 milioni in Colombia, 1,52 milioni in Perù, 502.200 in Ecuador, 444.440 in Cile, 449.700 in Brasile, 220.600 in Argentina, 147.400 a Panama e altre migliaia in diversi Paesi della regione. Si stima che i rifugiati venezuelani nel continente siano circa 6,14 milioni, sostanzialmente la quasi totalità di coloro che hanno lasciato il Paese in questi anni (circa 7,32 milioni). Se si considera che in Venezuela nel 2022 vivevano circa 30 milioni di persone, significa che nel recente passato il 25% della popolazione ha abbandonato la sua casa d’origine e varcato la frontiera in cerca di un futuro migliore.
Per coloro che cercano di far rotta verso nord – nella speranza di raggiungere gli Stati Uniti (secondo un sondaggio del maggio scorso sarebbe questa la mèta prefissata dal 93% dei migranti) – il tragitto conosce come tappa obbligata una lingua di terra al confine tra Panama e Colombia chiamata Tapón del Darién (“Tappo di Darién”): si tratta di una zona di circa 25.000 chilometri quadrati, in cui abbondano foreste pluviali e paludi, totalmente priva di strade.
L’attraversamento di questo corridoio è reso ulteriormente problematico dalla presenza di bestie feroci (giaguari e serpenti velenosi) e criminali che derubano i migranti o esigono da loro denaro per guidarli attraverso questo ambiente pericoloso. Nonostante l’enorme rischio, tuttavia, nell’ultimo anno la tratta ha conosciuto un aumento delle percorrenze: moltissime persone in cerca di protezione e opportunità si sono messe in marcia verso il piccolo Stato centroamericano. In particolare, al 31 luglio scorso sono state 248.901 le persone che hanno attraversato la selva di Darién, una cifra record che supera i 248.284 registrati durante tutto l’arco del 2022.
Un dato interessante riguarda la nazionalità dei migranti che intraprendono questo percorso: secondo il Ministero della Sicurezza Pubblica di Panama, 136.650 vengono dal Venezuela (circa il 55% del totale), 34.357 dall’Ecuador, 34.082 da Haiti, 8.183 dalla Colombia e 3.299 dall’India.
A questa travagliata impresa partecipano anche persone che non hanno ancora compiuto 18 anni. A riguardo, è rilevante prendere in considerazione il dato relativo ai minori che arrivano a Panama passando per il Tapón del Darién: secondo le autorità del piccolo Stato centroamericano, circa il 20% dei migranti sono non adulti e di questi il 51% è rappresentato dalla quota dei bambini di cinque anni o meno.
Un report UNICEF datato marzo 2023 ha messo in luce le gravi difficoltà psicologiche e fisiche che affliggono i minori reduci dal viaggio. Inoltre, nonostante la pericolosità dell’impresa, si registra un incremento del numero di minori che affrontano questo percorso: l'aumento di sette volte del numero di bambini e adolescenti in movimento nei primi due mesi del 2023 (9.656 bambini), rispetto allo stesso periodo del 2022 (1.378 bambini) esprime bene le dimensioni di questa crisi umanitaria.
Nell’ottobre 2022, per conto di alcune organizzazioni, (OIM, Agenzia Internazionale di Cooperazione e Sviluppo Svedese, CEPAVEN, CAVEX e Equilibrium Social Development Consulting) è stato realizzato uno studio finalizzato a stimare l’impatto economico potenziale della migrazione venezuelana nell’economia panamense.
Secondo i dati, la regolarizzazione dei migranti di origine venezuelana permetterebbe un ingresso fiscale di circa 203.214.900 dollari; questa cifra potrebbe anche essere più alta qualora si riuscisse ad approfittare del capitale umano dei nuovi arrivati, raggiungendo i 283.195.970. Il calcolo dei benefici arrecabili da un’accoglienza regolare non si ferma qui: si stima che l’impatto fiscale a seguito dell’ingresso di nuovi contribuenti arriverebbe a 283,2 milioni di dollari, pari a circa il 5,8% del totale versato a Panama nel 2021. In generale, come confermato dal report How Immigrants Contribute to Developing Countries’ Economies (2018), considerare rifugiati e migranti come possibili risorse economiche permetterebbe al paese ospitante di fare passi in avanti in ambito finanziario, incrementando il mercato del lavoro e arricchendo le casse pubbliche.
Purtroppo, l’accoglienza dei migranti venezuelani da parte dei panamensi non tiene conto delle prospettive sopra esposte. In particolare, secondo un sondaggio del settembre 2019, il 38% della popolazione migrante rivela di aver ricevuto offese e discriminazioni di carattere geografico, soprattutto in ambienti pubblici e sul posto di lavoro.
Per questa ragione, i venezuelani cercano di mascherare il loro accento quando si trovano in luoghi pubblici, timorosi di farsi riconoscere. La convivenza con i locali è perciò spesso pregiudicata da una radicale ostilità nei confronti dello straniero che, in ambito professionale, viene percepito come un illegittimo concorrente e, più in generale, come un individuo che non è disposto a integrarsi nella società in cui è giunto, ma che ha la sola intenzione di portare avanti le proprie ambizioni di lucro fuori dal paese d’origine.

Alessandro Dowlatshahi
Autore per l’area America Latina
Mondo Internazionale Post


Fonte: Mondo Internazionale Post
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