05 Maggio 2024
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Vaticano: diplomazia pontificia, lunedì discorso Papa a corpo diplomatico

06-01-2024 16:33 - Vaticano
GD - Città del Vaticano, 6 gen. 24 - Diplomazia pontificia: lunedi 8 gennaio Papa Francesco terrà il tradizionale discorso al corpo diplomatico accreditato in Vaticano.
L'anno solare della diplomazia pontificia si è chiuso il 30 dicembre, con la presentazione delle lettere credenziali dell'ambasciatore dell'Oman presso la Santa Sede. Con l'Oman, la Santa Sede ha allargato la sua rete diplomatica, che ora consta di piene relazioni con 184 Stati. Inoltre, durante l'anno, la Santa Sede ha definito anche lo statuto, e la conseguente nomina, di un rappresentante residente della Santa Sede in Vietnam, il penultimo passo prima dell'apertura delle piene relazioni diplomatiche.
Ci sarà, dunque, anche l'ambasciatore dell'Oman presso la Santa Sede all'incontro tradizionale di inizio anno del Santo Padre con il corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, il prossimo 8 gennaio. Quali saranno i possibili temi del discorso? E, soprattutto, quali sono le cifre della diplomazia della Santa Sede aggiornate all'ultimo anno?Papa Francesco terrà il consueto di discorso di inizio anno al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. Il tema della pace sarà sicuramente centrale nel discorso, specialmente alla luce di quanto sta al momento avvenendo in Terrasanta, il ruolo dell'Iran con cui la Santa Sede mantiene un contatto costante, la situazione in Ucraina, che rischia di diventare un conflitto congelato. Sono tutti temi che entreranno probabilmente nel discorso del Papa, così come la situazione in Nicaragua, di cui il Papa ha parlato anche nell'Angelus dell'1 gennaio, Giornata Mondiale della Pace. Non andrebbe sottovalutata la situazione a Taiwan, con i venti di guerra promessi dal presidente cinese Xi Jinping nel messaggio del nuovo anno. Probabilmente, la Santa Sede terrà un profilo basso, anche considerando le aperture cinesi sulla questione della nomina dei vescovi – aperture che sono state mostrate durante l'ultimo viaggio della delegazione vaticana in Cina lo scorso settembre, e di cui però non si conosce ancora la reale concretezza.
Ci sarà probabilmente anche un accenno al tema dell'intelligenza artificiale, nodo cruciale oggi. La Santa Sede è già impegnata da tempo sul tema, e la nomina del francescano Paolo Benanti a presidente della Commissione Algoritmi del governo al posto del dimissionario Giuliano Amato non fa che mostrare la lungimiranza del lavoro vaticano.
Benanti è stato tra i promotori della Call for AI Ethics, siglata da Santa Sede con alcune delle più importanti aziende informatiche mondiali. Il tema dell'intelligenza artificiale è anche al centro del messaggio per la Giornata Mondiale della Pace, e lo sarà anche in quello della Giornata Mondiale per le Comunicazioni Sociali.
La questione di una etica per l'intelligenza artificiale è stata anche al centro del messaggio di Natale inviato dal presidente italiano Sergio Mattarella a Papa Francesco.
Quanti sono gli Stati che hanno relazioni diplomatiche con la Santa Sede? Includendo l'Oman, la Santa Sede ha ora relazioni diplomatiche con 184 nazioni in tutto il mondo. Prima dell'ingresso dell'Oman, la lista non si aggiornava dal 2017, quando furono ripristinate le relazioni con il Myanmar, cosa che aprì anche al viaggio di Papa Francesco nella nazione. Sembrava un periodo di possibile rinascita democratica, si è trasformato in un incubo con il recente colpo di Stato.
Restano così 12 le nazioni con cui la Santa Sede non ha piene relazioni diplomatiche, e in 8 di queste non ha nemmeno un rappresentante. Spicca, nella lista, la presenza dell'Afghanistan, dove dal ritorno dei talebani non c'è nemmeno una chiesa funzionante, considerando che quella che c'è era nell'ambasciata italiana poi evacuata e che anche i padri barnabiti che se ne prendevano cura hanno dovuto lasciare il Paese.
Quindi, l'Arabia Saudita, con cui però la Santa Sede ha stabilito alcuni rapporti informali, prima partecipando come Paese osservatore alla Costituzione del KAICIID (il centro per il dialogo interreligioso sponsorizzato dai sauditi, con sede a Vienna fino a quest'anno e ora a Lisbona) e poi con un viaggio, storico, del Cardinale Jean-Louis Tauran da presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, che riuscì persino a celebrare una Messa in un territorio considerato sacro per l'Islam.
Altra nazione che non ha relazioni diplomatiche con la Santa Sede è la Cina. La nunziatura di Cina è a Taipei, in Taiwan, dove però dal 1979 non risiede più un nunzio, ma un incaricato d'affari da interim. C'è una missione diplomatica vaticana che risiede nella “missione di studio” ad Hong Kong, sebbene collegata formalmente alla missione della Santa Sede nelle Filippine. Nel 2016, l'Annuario pontificio recava per la prima volta, in nota, indirizzo e numero di telefono di questa missione ad Hong Kong. Dopo il rinnovo dell'accordo sino-vaticano, il Cardinale Parolin, Segretario di Stato vaticano, ha fatto sapere che la Santa Sede sarebbe anche disposta a spostare la missione di studio a Pechino.
Non ci sono relazioni diplomatiche nemmeno con Corea del Nord, Bhutan, Maldive, Oman e Tuvalu.
La Santa Sede ha invece delegati apostolici nelle Comore e in Somalia in Africa, e in Brunei e Laos in Asia. In queste due ultime nazioni, Papa Francesco aveva anche avviato una particolare “diplomazia della porpora e dei martiri”: ha creato un cardinale in Brunei (deceduto improvvisamente lo scorso anno, senza mai vedersi imposta la porpora per l'impossibilità di viaggiare a causa della pandemia) e uno nel Laos, Paese da cui proviene anche uno dei gruppi di martiri beatificato nel corso del pontificato.
Il Vietnam è il Paese più vicino ad avere piene relazioni diplomatiche con la Santa Sede. Lo scorso 23 dicembre, Papa Francesco ha nominato l'arcivescovo Marek Zalewski, nunzio a Singapore e finore rappresentante non residente della Santa Sede in Vietnam, come rappresentante residente, vale a dire con una sede ad Hanoi, e questo cambia molto il senso dei rapporti tra Vietnam e Santa Sede.
Non sono ancora piene relazioni diplomatiche, ma è il passo appena precedente.
Il Vietnam è uno degli Stati che non ha piene relazioni diplomatiche con la Santa Sede. A partire da metà degli anni Novanta, però, si è operato un progressivo avvicinamento, anche con un accordo per la nomina dei vescovi che ha mostrato di funzionare, e poi con lo stabilimento di una commissione congiunta che si è riunita alternativamente in Vietnam e presso la Santa Sede. Si è arrivati così nel 2011 alla nomina di un rappresentante non residente della Santa Sede ad Hanoi, e poi, quest'anno, si è giunti finalmente all'accordo per la nomina di un rappresentante residente della Santa Sede.
Si tratta dell'ultimo gradino prima delle piene relazioni diplomatiche, che permette uno scambio e una presenza più costante della Santa Sede sul territorio del Vietnam, sei milioni di cattolici che hanno un peso e un ruolo nella nazione comunista.
Il Vietnam ha anche invitato il Papa ad un viaggio nel Paese, mentre si attendeva per il 2020 un visita nel Paese del Segretario di Stato vaticano, il Cardinale Pietro Parolin, ma questa non c'è stata a causa della pandemia da COVID 19.
La Santa Sede ha attualmente 180 missioni diplomatiche all'estero, e di queste 73 non sono residenti. Ci sono dunque 106 missioni, alcune delle quali non accreditate solamente nella nazione in cui sono situate, ma anche in uno o più altre nazioni o organizzazioni internazionali.
Il numero delle relazioni diplomatiche della Santa Sede è considerevolmente cresciuto negli ultimi anni. All'inizio del Pontificato di Giovanni Paolo II, la Santa Sede intratteneva relazioni diplomatiche con 84 Stati. Nel 2005, all'elezione di Benedetto XVI, erano 174. Con Benedetto XVI si sono aggiunti il Montenegro (2006), gli Emirati Arabi Uniti (2007), il Botswana (2008), la Russia (2009), la Malesia (2011) e il Sud Sudan (2013). Con Papa Francesco, si sono aggiunte Palestina nel 2015, Mauritania nel 2016, Myanmar nel 2017 e Oman nel 2023.
Per tradizione, il nunzio apostolico è decano del corpo degli ambasciatori accreditati presso una nazione, segno del credito dell'importanza che ha la diplomazia pontifica nel mondo. Basti pensare che dal 1871 al 1929, ovvero dall'annessione degli Stati pontifici fino al Trattato lateranense, nonostante il Vaticano non avesse più un vero e proprio territorio, il numero degli Stati con relazioni diplomatiche presso la Santa Sede comunque quasi raddoppiò, passando da 16 a 27, e questo nonostante alcuni Paesi avessero smesso di intrattenere rapporti diplomatici con la Santa Sede.
Per questo motivo, la decisione del Nicaragua di non avere più il nunzio apostolico come decano del Corpo diplomatico è stata considerata un segno di rottura con la Chiesa. Il nunzio non è decano nemmeno in Repubblica Democratica del Congo, con una scelta fatta dal governo Mobutu per segnare una distanza dalla Santa Sede.
Gli ambasciatori presso la Santa Sede residenti a Roma sono 91, inclusi quelli dell'Unione Europea e del Sovrano Ordine Militare di Malta. Le ultime ambasciate stabilite sono l'ambasciata svizzera e l'ambasciata azerbaijana presso la Santa Sede. L'ambasciata di Palestina presso la Santa Sede si è installata in seguito all'entrata in vigore dell'Accordo Globale tra la Santa Sede e dello Stato di Palestina del 26 giugno 2015, e nello stesso anno si erano aggiunte di Malesia e di Repubblica Democratica del Congo.
Tra le relazioni con sede a Roma, anche gli uffici della Lega degli Stati Arabi, dell'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni – la Santa Sede è stato membro dal 2011 - e dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati.

Andrea Gagliarducci

Fonte: ACI Stampa
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