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Uzbekistan: visita presidente Mattarella nuovo passo avanti nelle relazioni

06-11-2023 10:13 - Ambasciate
Leonardo Comucci Leonardo Comucci
Leonardo Comucci Leonardo Comucci
GD – Tashkent, 6 nov. 23 - Dal 9 all’11 novembre il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sarà in visita di Stato in Uzbekistan, a Tashkent e Samarcanda, dove sarà ricevuto dall’omologo uzbeco Shavkat Mirziyoyev. Una valutazione su questa importante visita e sul ruolo del Paese centro asiatico è stata data da Leonardo Comucci, console onorario dell’Uzbekistan a Firenze e reduce dall'intervento come relatore alla XVI edizione del Forum Economico Eurasiatico, appena conclusosi a Samarcanda.
D.: Cosa si aspetta da questa visita?
* Comucci: «La situazione internazionale di crisi ha subito una nuova forte accelerazione con la guerra tra Israele e Hamas complicando ancora di più un ordine mondiale sempre più compromesso. Il presidente Mirziyoyev è sicuramente un interlocutore vicino a Mosca attraverso il quale è possibile anche far arrivare messaggi direttamente al Cremlino con la speranza di essere ascoltati in considerazione che forse i tempi comincino ad essere maturi per un cessate il fuoco tra la Federazione Russa e l’Ucraina. Non mi sorprende che recentemente anche Lukashenko, presidente della Bielorussia e alleato principale della Russia, abbia sostanzialmente detto che è necessario sedersi al tavolo delle trattative e negoziare».
D.: Quale è il ruolo dell’Italia in Asia Centrale?
* Comucci: «Dopo la visita del presidente Mirziyoyev a giugno scorso a Roma e Milano, con incontri politici e imprenditoriali di altissimo livello e con la firma del partenariato strategico, l’Uzbekistan è un interlocutore privilegiato e il presidente Mattarella con la sua visita manifesta una concreta attenzione per questo Paese che rappresenta una porta d'ingresso in Asia Centrale e in una zona che è anello di congiunzione tra Estremo Oriente e Paesi dell'ex Unione Sovietica. E dopo gli accordi a livello diplomatico, poi arrivano anche gli accordi economici. E sicuramente l’Uzbekistan rappresenta un mercato molto interessante per le imprese italiane. Ha 35 milioni di abitanti – che diventeranno probabilmente 50 milioni già nel 2035 – prevalentemente giovani e con un’economia in crescita in un periodo invece di generale stagnazione se non di recessione. Infine, è politicamente stabile: è una repubblica presidenziale con il presidente Mirziyoyev che intelligentemente ha avviato – e in parte già portate a termine con successo - riforme sia in campo economico che dei diritti civili»..
D.: Lei ha partecipato al XVI Verona Eurasian Economic Forum che quest’anno si è tenuto a Samarcanda. Cosa è emerso?
* Comucci: «Il Forum Economico Eurasiatico, dopo 14 anni a Verona, quest’anno ha proseguito il suo percorso lungo l’Asia Centrale approdando per la prima volta a Samarcanda (l’anno scorso di è tenuto a Baku). L’iniziativa è stata organizzata dall’Associazione Conoscere Eurasia e dal suo presidente Antonio Fallico in partnership con il ministero degli Investimenti, dell’Industria e del Commercio della Repubblica dell’Uzbekistan. Al centro di questo evento, volto a favorire lo sviluppo economico, vi è la persona umana ed i rapporti di interscambio commerciale. Devo dire che il presidente Fallico ha organizzato sempre tutto alla perfezione, con 27 nazioni partecipanti e numerose interessanti sessioni.
Sostanzialmente si è insistito sul ruolo dell’imprenditoria e della cultura come elementi fondamentali sinergici, insieme alla diplomazia, per provare a porre le condizioni per un nuovo inizio dopo la crisi russo-ucraina.
Quest’area del mondo, soprattutto in una fase di grande instabilità geopolitica, diventerà sempre più lo snodo nella definizione degli equilibri geopolitici globali. E l’Italia deve essere presente sempre più nell’area Euroasiatica e soprattutto in Uzbekistan che, con la sua politica estera, è la cerniera tra Russia, Cina e Europa. La Macro regione dell’Eurasia e soprattutto l’Uzbekistan dimostra maggiore stabilità rispetto ad altre zone del mondo e dinamicità dal punto di vista economico e si stanno espandendo opportunità di investimento di capitale e sviluppo industriale con la sicurezza derivante dai grandi cambiamenti legislativi messi in atto con successo da questa Nazione».
D.: Come sarà il mondo con tutte queste crisi a livello globale?
* Comucci: «Nulla sarà più uguale a prima. È ormai già nato un mondo multipolare; i vecchi schemi America, Europa e Russia sono superati e alcuni Stati, in particolare Cina, India e i Paesi dell’Asia Centrale sono già i nuovi attori in questo ordine (o forse meglio “disordine”) mondiale che vedrà anche alcune economie entrate in lunghi periodi di stagnazione a favore di altre che, invece, sapranno sfruttare politicamente la situazione. La diplomazia economica e industriale avrà anch’essa un ruolo fondamentale essendo più capace di adattarsi velocemente all’imprevedibilità di questo nuovo contesto mondiale».

Fonte: Redazione
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