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Ungheria: molte vite di un gesuita, massone e filantropo. La storia di Töhötöm Nagy

06-12-2023 10:43 - Ambasciate
GD – Roma, 6 dic. 23 – Nella Sala Fraknói dell’Accademia d’Ungheria in Roma, si è svolta la presentazione del libro di Éva Petrás intitolata, “The ManyLives of a Jesuit, Freemason, and a Philanthropist. The Story of Töhötöm Nagy”. L'evento è stato organizzato dall'Ambasciata d’Ungheria presso la Santa Sede e dall’Accademia d’Ungheria in Roma. Il libro è stato pubblicato originariamente in ungherese nel 2019 ed è stato tradotto in inglese e pubblicato nel 2023, completato da ricerche negli archivi vaticani.
La presentazione è stata aperta dall’ indirizzo di saluto di Gábor Kudar, direttore dell’Accademia d’Ungheria in Roma e di Eduard Habsburg-Lothringen, ambasciatore d’Ungheria presso la Santa Sede. La serata è stata moderata dalla delegata speciale per la cooperazione archivistica, Krisztina Tóth che ha preparato in ogni dettaglio l’evento.
Dopo gli indirizzi di saluto, Johan Ickx, direttore dell'Archivio Storico della Segreteria di Stato, ha presentato il libro. Ed ha riferito che a suo parere le idee di Töhötöm Nagy hanno dato l’origine dell’ Ostpolitik di Agostino Casaroli, e per questo vale la pena di approfondirlo. Tra il 1945 e il 1946 si recò a Roma cinque volte, portando notizie sullo Stato della Chiesa e del Paese ungherese, sui danni della guerra, sulla situazione politica e sulle prospettive. I suoi rapporti con József Mindszenty furono inizialmente positivi e Nagy lo raccomandò persino di essere nominato arcivescovo di Esztergom, come scrive Petrás. In seguito, però, i due si separarono, poiché Nagy preferiva cercare un compromesso, un modus vivendi con il comunismo, mentre il carattere ai suoi principi sempre fedele e inflessibile di Mindszenty non permetteva alcun tipo di collaborazione con questa idea. Così, su suo suggerimento, Nagy fu inviato dai suoi superiori in Sud America. Qui chiese la sua laicizzazione, si sposò e divenne massone (ideologia che abbandonò al suo ritorno in Ungheria).
La vista delle baraccopoli argentine gli fece capire che doveva elaborare un piano sociale per questa gente. Alla fine tornò in Ungheria come agente. Per uno strano scherzo del destino, nemmeno lui era abbastanza bravo per essere un agente, perché un agente avrebbe dovuto essere tranquillo, calmo e saggio, ma a lui mancavano queste qualità. Ickx ha sottolineato che Petrás ha fatto un ottimo lavoro coinvolgendo 14 archivi in patria e all'estero, e che ha apprezzato in particolare gli sforzi dell'autore per mantenere una certa distanza dal suo soggetto. Per esempio, ha potuto vedere le opere di Nagy, che cercavano di “riconciliare” la massoneria con i gesuiti, e il comunismo con il cattolicesimo, con un sufficiente occhio critico alle fonti.
Éva Petrás ha quindi riflettuto su quanto detto e, utilizzando una serie di fotografie scattate da Töhötöm Nagy nel 1946 di se stesso (in cui lo si vede in vari travestimenti), ha illustrato la sua vita avventurosa con una proiezione di diapositive, evidenziandone le tappe principali con ulteriori immagini. Ha sottolineato che molti dei diari e dei manoscritti prodotti da Nagy sono sopravvissuti e che spesso ci sono discrepanze tra le sue opere pubblicate e quelle non pubblicate. Petrás ha concluso che solo il cambiamento è stato costante nella vita di Nagy, che non ha rotto completamente con le sue vite/ruoli precedenti, ma che le sue personalità si sono sovrapposte. Al termine dell'evento, la delegata speciale per la cooperazione archivistica ha ringraziato i partner per il loro contributo.
Ambasciata di Ungheria presso la Santa Sede

Fonte: Redazione
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