05 Maggio 2024
[Testata sito web Giornale Diplomatico]
News
percorso: Home > News > Opinioni

Un nuovo approccio “neo-coloniale” per salvare l’Africa e l’Europa

30-04-2022 22:07 - Opinioni
GD – Bruxelles, 30 apr. 22 - Ogni giorno assistiamo a nuovi arrivi di giovani dai Paesi africani e mediorientali. Si tratta in grandissima maggioranza di giovani uomini che vengono a cercare fortuna in Europa; esattamente come gli italiani facevano pochi decenni fa e come continuiamo a fare ancora oggi, perdendo i giovani più qualificati che vanno all’estero per trovare quelle affermazioni professionali che non riescono a trovare in Italia.
Questi giovani, che arrivano dall’Africa, sono pieni di speranze e di illusioni. Speranze e illusioni che molto rapidamente si trasformano in incubi terribili; perché essi ben presto vengono a trovarsi davanti ad una durissima realtà che li costringe a condizioni di vita, se possibile, peggiori di quelle che si sono lasciati alle spalle.
Questo perché è sempre più difficile, per persone non qualificate, trovare lavoro in Europa. L’automazione sta soppiantando i lavori manuali; servono sempre meno operai non specializzati. Questi giovani ragazzi arrivati in Europa con l’illusione di trovare un lavoro ben remunerato, quando sono molto fortunati finiscono per ricoprire mansioni di basso livello, con remunerazioni che non consentono di vivere dignitosamente in Europa né di inviare aiuti economici alle loro famiglie, rimaste in Africa.
I meno fortunati, purtroppo, finiscono nelle fila della manovalanza della criminalità organizzata che li sfrutta come venditori ambulanti o, peggio, per lo spaccio della droga. Inutile ricordare cosa succede alle giovani donne africane.
Eppure un nuovo approccio sarebbe possibile per risolvere questi problemi. Per creare ricchezza in Africa e consentire alle persone di poter vivere dignitosamente dove hanno le loro radici ed i loro affetti; incrementando una vera cooperazione per lo sviluppo e per contrastare il neo-colonialismo “predone” di alcuni Paesi asiatici che, purtroppo, si è già diffuso in tutta l’Africa.
L’Africa è un continente immenso, scarsamente popolato, dove si può fare agricoltura, allevamenti di bestiame, pesca e turismo. Ci sono tutte le condizioni naturali per fare questo con successo. Ci sono le persone che possono lavorare per lo sviluppo della loro terra.
Questo si può fare con collaborazioni tra pubblico e privato dove i privati mettono a disposizione il loro know how, ad esempio nel settore agricolo. E dove l’Unione Europea garantisce gli accordi necessari con gli stati beneficiari di queste iniziative, che devono assicurare la collaborazione necessaria, la protezione e la sicurezza alle aziende europee che vanno ad investire in Africa per creare finalmente il vero sviluppo sostenibile.
I prodotti agricoli saranno prima di tutto destinati ai mercati locali: le varie organizzazioni internazionali che operano in Africa per fornire aiuti umanitari alle popolazioni africane dovranno privilegiare le fonti locali per gli approvvigionamenti degli aiuti umanitari; per favorire lo sviluppo delle produzioni locali ed evitare i problemi creati dagli aiuti umanitari, che arrivando sui mercati gratuitamente, vanificano gli sforzi di produrre in loco.
Quando le produzioni agricole saranno entrate a regime e si comincerà ad avere produzioni abbondanti, allora queste produzioni potranno essere anche indirizzate verso i mercati internazionali e verso l’Europa in particolare.
Si tratta di disegnare una forma di “Neo Colonialismo” volto all’utilizzo intelligente delle terre e delle risorse umane per la creazione di prodotti agroalimentari per soddisfare le richieste dei mercati locali e internazionali.
I giovani che adesso fuggono per inseguire la chimera della fortuna in Europa avranno l'opportunità di trovarla nel loro Paese. E potranno finalmente realizzare quella crescita economica e sociale a beneficio loro, dei loro cari e della loro terra.
La fuga dalla miseria e dalla disoccupazione che tanto sta danneggiando i paesi africani che perdono i giovani migliori; ed allo stesso tempo, sta creando problemi sociali immensi in Europa perché non si riesce ad assorbire, in modo adeguato e proficuo per tutti, questa massa di persone che arriva in Europa in cerca di fortuna. Questo problema deve essere affrontato e risolto con intelligenza e con determinazione.
Le politiche dell’accoglienza hanno fallito ovunque in Europa, o peggio hanno arricchito persone ed organizzazioni senza scrupoli per fare lucro sulla pelle di questi poveri ragazzi.
Creare disadattati ed emarginati nei paesi europei non è accoglienza. Dobbiamo finalmente ammettere la realtà anche se a molti può non piacere: non abbiamo né i mezzi né la possibilità di accogliere tutti, né la capacita di garantire a tutti questi giovani in cerca di fortuna di trovarla in Europa.
Questi giovani non sono venuti a cercare cibo o vestiti, ma dignità, lavoro e possibilità di sviluppo. Questo noi europei non riusciamo a garantirlo a tutti.
È arrivato il momento di andare noi in Africa con le nostre aziende, la nostra esperienza ed i nostri mezzi da lavoro; per produrre in Africa e per offrire sui mercati africani quei prodotti che oggi mancano, agendo direttamente con le nostre imprese; ad esempio; del settore agricolo; superando l’intermediazione delle varie agenzie multilaterali che da sempre hanno il “monopolio” delle iniziative umanitarie e di sviluppo in Africa, ma che mai sono riuscite a conseguire risultati significativi. Anzi hanno favorito ed alimentato lo sperpero dei fondi per lo sviluppo e gli aiuti umanitari. Non mancano di certo gli scandali relativiall’utilizzo improprio, da parte delle agenzie multilaterali, dei fondi destinati da tutti i paesi europei alla cooperazione ed allo sviluppo.
Per questo dobbiamo provare a precorrere nuove modalità operative per supportare la creazione di lavoro e lo sviluppo dell’Africa Si deve coinvolgere ed utilizzare le imprese europee migliori, imprese che hanno dimostrato di saper fare le cose e che si vogliono impegnare in questa iniziativa per crearelavoro e capacita di fare in Africa. Solo così motiveremo i giovani africani a rimanere nei loro paesi ed a lavorare per la loro terra. Le persone non vogliono emigrare. Si emigra solo perché costretti; si emigra come ultima spiaggia. La gente vuole vivere dove è nata e dove ha i propri affetti, i propri cibi e le proprie tradizioni.
Noi europei con le nostre aziende migliori e con la nostra capacità di fare possiamo finalmente garantire direttamente e senza intermediari multilaterali uno sviluppo armonioso e sostenibile dell'Africa ed allo stesso tempo creare opportunità di business per le aziende europee.

Ciro Maddaloni
Esperto di Schengen
Sistema di controllo delle frontiere


Fonte: Ciro Maddaloni
[]
[]
[]
[]
[]
[]
[]
[]
[]
[]
[]
Media partnership
[]

Realizzazione siti web www.sitoper.it
cookie