05 Maggio 2024
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UE: quando la burocrazia divora la democrazia

22-12-2022 16:06 - Opinioni
GD – Roma, 22 dic. 22 - Negli ultimi giorni abbiamo assistito allo stillicidio delle informazioni provenienti da Bruxelles, dove si parla di valige piene di contanti, di politici e loro assistenti coinvolti in giri di tangenti per “ripulire” la brutta nomea di qualche Paese, per far passare come “normali” atteggiamenti che da noi vengono considerati crimini contro i lavoratori, i cittadini e il Popolo in generale.
Poco importa se ad essere coinvolti siano politici di “sinistra”. Solo i beoti, infatti, possono aver creduto che il male stia tutto da una parte e il bene tutto da un’altra parte. La vita non è così, il mondo non funziona così, gli uomini sono uomini e la differenza la fanno i loro atteggiamenti.
Ma com'è potuto succedere tutto questo? Quello che è mancato e che manca spesso è un vero controllo democratico sulle sovrastrutture burocratiche; quel minimo di controllo che dovrebbe sempre essere garantito a tutti noi cittadini per conoscere e capire cosa sta facendo la gente da noi pagata e delegata a svolgere le attività gestionali e operative che fanno funzionare i nostri Paesi e, infine, pure le nostre vite.
Le sovrastrutture burocratiche sono ormai così potenti che riescono ad agire indipendentemente dal mandato ricevuto e dal sentimento e desideri comuni di chi li ha delegati in quel ruolo.
Questi atteggiamenti molto spesso vengono anche mascherati dietro a etichette “disinteressate”, come sono la maggior parte delle Organizzazioni senza fini di lucro che per funzionare, come qualsiasi altra organizzazione, hanno bisogno di ingenti somme di denaro, che, ovviamente, non viene definito “lucro”. Ma sempre di soldi si parla per pagare stipendi e prebende, affittare o comprare sedi, organizzare convegni, viaggi e tanto altro ancora, chi più ne ha più ne metta. Qual è la differenza con un’azienda che fa tutto ciò per mero lucro? Nessuna. Anche le aziende guadagnano soldi per fare più o meno le stesse cose.
Forse è tempo di rivedere le regole europee che disciplinano le Organizzazioni Senza Fini di Lucro. Forse sarebbe opportuno applicare a queste organizzazioni esattamente le stesse regole di controllo amministrativo e fiscale che si applicano per qualsiasi azienda e attività imprenditoriale, perché alla fine di attività imprenditoriali si tratta anche per le cooperative e le ONG.
Per quanto riguarda invece le scelte che la burocrazia europea fa per conto e in nome dei cittadini dei Paesi membri, forse sarebbe opportuno sottoporre a referendum consultivo, o quanto meno ad un sondaggio d’opinione, tutti i cittadini europei per tutte quelle decisioni che vengono assunte attualmente in totale autonomia dalle sovrastrutture burocratiche.
I cittadini europei hanno il diritto di conoscere e caso mai di dare la loro opinione, sulle decisioni prese a Bruxelles, che spesso sembrano decisioni “lunari” perché molto distanti dalla realtà; molto spesso si tratta di decisioni inconciliabili, se non addirittura contrarie, all’interesse dei cittadini europei.
La Commissione Europea, nata con il nobilissimo intento di “assicurare da mangiare” ai cittadini dei Paesi membri, con il tempo ha perso quella carica motivazionale che ne aveva decretato la crescita ed il successo negli anni 60-70-80-90. Successivamente alla Presidenza della Commissione Europea di Jacques Delors (dal 1985 al 1995) è stata tutta una corsa verso la radicalizzazione delle decisioni politiche assunte dalla Commissione, con errori palesi che hanno minato la ragione stessa dell’esistenza di una Unione Europea, che lavora per il bene dei suoi cittadini. Addirittura un ex presidente della Commissione, terminato il suo mandato, è andato a lavorare in posizione apicale per una banca d’affari americana responsabile di aver creato una catastrofe finanziaria in Europa. Catastrofe finanziaria che stiamo ancora pagando ai giorni nostri.
La (dis)Unione Europea fatica così a trovare un indirizzo politico che risponda in modo concreto ai bisogni dei cittadini. Molte decisioni prese dalla Commissione sembrano essere state decise per trascinare l’Europa verso la deindustrializzazione e l’irrilevanza oltre che politica, anche economica a livello internazionale.
Gli scandali emersi al Parlamento Europeo sono solo la punta dell’iceberg, come affermato da moltissimi commentatori. Se si potessero fare controlli rigorosi sulle altre Istituzioni europee ne uscirebbero eccome di ulteriori scandali. Dal Commissionario che acquista un’auto elettrica (che fa tanto figo) caricando sul bilancio comunitario 180 mila euro di spese per l’automobile, alle agenzie della Commissione che spendono soldi a palate sempre, guarda caso, con gli stessi fornitori di beni e servizi, pur avendo al loro interno centinaia di persone che sono ben pagate per fare i lavori che poi vengono affidati a contractor (mal pagati) esterni.
Cosa si può fare per uscire da questa palude? Innanzi tutto si dovrebbe pensare di utilizzare le tecnologie disponibili per sondare continuamente le opinioni dei cittadini europei, per verificare qual è il sentire generale sulle decisioni che vengono assunte dalle Istituzioni europee in materie fondamentali per la vita dei cittadini europei, come ad esempio la gestione del problema immigrazione o le politiche sanitarie da adottare in caso di pandemia.
Oggi disponiamo di efficaci strumenti tecnologici per raggiungere e recepire il parere dei cittadini europei sulle questioni più importanti e che hanno un impatto sulla nostra vita.
Perché non dare ai cittadini informazioni sui temi essenziali su cui si prendono decisioni a livello europeo? Perché non sentire l’opinione dei cittadini in modo preventivo prima di assumere decisioni importanti per la vita ed il futuro dell’Europa? Perché non si pensa di adottare questi strumenti di democrazia per dare semmai forza e conferma alle proposte della burocrazia? O forse la burocrazia ha paura della democrazia?
A questa domanda non è facile dare risposta.

Ciro Maddaloni
Esperto di eGovernment internazionale

Fonte: Ciro Maddaloni
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