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Ucraina: quando il Pinocchio russo va in Cina ... ma

17-10-2023 14:25 - Opinioni
GD – Roma,17 ott. 23 - Il presidente russo Vladimir Putin in preparazione della sua visita a Pechino ha appena fatto sapere che trova “realistiche le proposte di pace della Cina per l’Ucraina” e, quindi, ci si aspetta che sia disponibile ad accettarle.
Il 25 febbraio scorso, ad un anno di inizio della guerra in Ucraina, la Cina ha presentato una proposta di pacificazioni tra le parti, articolata in 12 punti, molti condivisibili e di buon senso. Se essi fossero veramente accolti da Putin, allora dalla visita dello “zar” a Pechino dovrebbe scaturire la ritirata immediata dall’Ucraina delle truppe di invasione russa. Infatti, il primo punto della proposta cinese dice che tutti i paesi si devono impegnare a “rispettare la sovranità, l'indipendenza e l'integrità territoriale degli altri Paesi”.
Quindi: o Putin vuole fare un semplice atto di piaggeria verso la Cina, che lo sta ospitando per questa sua visita. Oppure, evidentemente pressato dagli insuccessi militari sul campo e dall’avvicinarsi del duro inverno, lo “zar” russo sta cercando una via d’uscita dal conflitto in cui il suo Paese è rimasto impantanato e non sa come tirarsene fuori.
Il rispetto dell’integrità territoriale come enunciazione di principio, se accettata dalla Russia, insomma, imporrebbe il ritiro immediato dei russi dalle regioni del Donbass e Luhansk, occupate all’inizio della tentata invasione dell’Ucraina sin mese di marzo 2022.
Il problema è che i russi continuano a sostenere che quei territori fanno parte della Russia in seguito ai risultati dei referendum da loro organizzati, non prima, ma dopo l’invasione di quei territori.
Considerando che la Cina ha mantenuto, almeno dal punto di vista formale, relazioni diplomatiche con la Russia, ma anche con l’Ucraina, se i cinesi desiderano veramente aiutare il processo di pacificazione tra la Russia e l’Ucraina, allora dovrebbero concordare con la Russia, in occasione di questa visita di Putin a Pechino, la cessazione delle ostilità in Ucraina ed il ritiro dei russi dai territori occupati, definendo un piano per procedere in questa direzione.
Ma a questo punto, potrebbe nascere una resistenza da parte dell’Ucraina alla proposta cinese. L’Ucraina, infatti, intende riconquistare non solo le due regioni separatiste del Donbass e Lugansk, ma anche la Crimea, passata sotto il controllo russo in seguito all’incontrastata invasione militare da parte dei russi nel 2014.
Quindi, benché la proposta cinese potrebbe fornire un quadro di riferimento per i futuri negoziati tra Russia e Ucraina, visto che prevede la promozione della ricostruzione postbellica dell'Ucraina per i danni arrecati dai russi, un punto fondamentale per le trattative di cessazione del conflitto, al momento riguarda il controllo della Crimea.
Questo potrebbe essere il vero problema per l'accettazione da parte degli ucraini della proposta cinese. Gli ucraini prima di sedersi a qualsiasi tavolo negoziale, infatti, faranno di tutto per riprendersi la Crimea. Mentre i russi considerano le regioni del Donbass e Luhansk territorio russo non dopo l’invasione di marzo 2022, ma in seguito alla “scelta” del popolo di quelle due regioni che hanno votato nel referendum organizzato/controllato dai russi per la loro annessione alla Russia. Referendum “farsa” che però non sono stati mai riconosciuti dalla comunità internazionale.
Per queste ragioni è improbabile che il piano di pace della Cina porti a una fine immediata del conflitto in Ucraina.
Perché, come sempre avviene in queste situazioni, nelle negoziazioni la gente non si accontenta solo di vincere, ma stravincere.
Questo è il vero problema irrisolto dell’umanità e per il quale mai nessuno potrà trovare la soluzione. Neanche i cinesi! Purtroppo!

Ciro Maddaloni
Esperto di eGovernment internazionale

Fonte: Ciro Maddaloni
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