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Ucraina: gli scenari della guerra e la minaccia del nucleare

16-04-2022 14:01 - Opinioni
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GD - Roma, 16 apr. 22 - Lo scenario della guerra in Ucraina continua ad evolvere tra risvolti imprevedibili - lo è stato certamente l'affondamento della “Moskva”, la nave ammiraglia della flotta russa del Mar Nero - e altri da mettere in previsione, come una molto probabile reazione della Russia, che dovrà avere un forte valore simbolico.
Intanto c'è la forte pressione degli attacchi sul Donbass e sull'assedio di Mariupol, mentre sono ritornati i bombardamenti a Kiev, dove ancora una volta emergono i riscontri della campagna di terrore avviata dalla Russia sulla popolazione civile. Le autorità di polizia della regione hanno appena annunciato il ritrovamento di oltre 900 corpi di civili, di cui molti uccisi a colpi di pistola, indicativi della drammatica prassi delle esecuzioni dirette, un'altra serie di crimini di guerra su cui stanno lavorando i team investigativi coordinati dalla procura generale ucraina e dalla corte penale internazionale.
La situazione più critica sembra ora l'assedio di Mariupol, dove la Russia ha usato i caccia bombardieri per la prima volta e l'intero stabilimento siderurgico Ilyich è ormai sotto controllo russo. Il comandante della 36/a brigata della Marina ucraina, il magg. Serhiy Volyna, ha lanciato un accorato appello affinché si assumano iniziative “militarmente e politicamente” per sbloccare l'assedio della città, perché i combattimenti sono “feroci” e “i russi avanzano in modo aggressivo”.
L'attenzione è ora puntata sulle convergenti notizie che richiamano il pericolo di una minaccia nucleare, sebbene riferita all'impiego di armi nucleari tattiche o di basso potenziale. Il primo annuncio proviene dal capo della CIA, Williams Burns: «Data la disperazione di Putin e della leadership russa, e date le battute d'arresto che hanno affrontato finora militarmente, nessuno di noi può prendere alla leggera la minaccia rappresentata da un potenziale ricorso ad armi nucleari tattiche o a basso rendimento».
Burns ha comunque precisato di non avere allo stato diretta evidenza di schieramenti effettivi, sebbene il presidente Joe Biden sia «profondamente preoccupato di evitare una Terza guerra mondiale e la soglia di un conflitto nucleare che diventi possibile».
L'altro riscontro viene dalle dichiarazioni del “falco” Dmitrij Medvedev, vicepresidente del consiglio di sicurezza della Russia, rese subito dopo l'annuncio di Finlandia e Svezia di voler anticipare il loro ingresso nella NATO. Medvedev ha minacciato che la Russia «rafforzerà i suoi confini occidentali» e che a questo punto «non si può più parlare dello status non nucleare dei Baltici, perché l'equilibrio deve essere ripristinato».
L'ultima notizia è l'anticipazione della CNN di una intervista in cui il Presidente ucraino Zelensky ha dichiarato: «Dobbiamo tutti essere pronti alla minaccia nucleare della Russia» ed ha aggiunto: «Siamo preoccupati dal possibile uso di armi nucleari, ma tutto il mondo dovrebbe esserlo, non solo l'Ucraina».
Il tema della minaccia nucleare era già stato paventato all'esordio della guerra dell'Ucraina. Domenica 27 febbraio 2022, tre giorni dopo l'attacco russo, nella tarda mattinata è il presidente bielorusso Alexander Lukashenko a evocarla, dichiarando: «Le sanzioni spingeranno la Russia verso la Terza Guerra Mondiale. Quindi dobbiamo mostrare moderazione per non finire nei guai. Perché una guerra nucleare sarebbe un disastro».
Passano poche ore e l'agenzia russa Sputnik annuncia: «Putin ha ordinato di porre le forze di deterrenza dell'esercito russo in regime speciale di servizio da combattimento».
Si tratta dell'allerta delle armi nucleari, una decisione presa nel corso di un incontro con il ministro della Difesa, Serghei Shoigu, e il capo di stato maggiore Valeri Gerasimov.
Le principali agenzie di stampa riportano le parole di Putin: «I Paesi occidentali non stanno solo intraprendendo azioni ostili contro il nostro Paese nella sfera economica, intendo quelle sanzioni di cui tutti sono ben consapevoli, ma anche gli alti funzionari dei principali Paesi della Nato fanno dichiarazioni aggressive contro il nostro Paese».
Il quadro che si è delineato porta dunque a richiamare l'attenzione su un documento del 2 giugno 2021 firmato dallo stesso presidente russo Vladimir Putin, un decreto intitolato ‘Principi base della politica statale della Federazione Russa in materia di deterrenza nucleare'. Si tratta di 6 pagine, in cui in 25 punti si indica la posizione sulle armi nucleari della Federazione Russa. Nel decreto si prevede il ricorso all'arsenale atomico non solo di fronte ad attacchi nucleari, ma anche per un'aggressione con armi convenzionali che sia idonea a mettere a repentaglio l'esistenza della Federazione.
Questa eventualità era già prevista nella dottrina militare del 2014, ma stavolta i passaggi indicati nel decreto evidenziano la scelta di un “abbassamento della soglia”per l'impiego delle armi nucleari. Secondo diversi osservatori dunque i criteri sarebbero più estesi e riguarderebbero anche un'aggressione convenzionale ‘periferica', che possa mettere in pericolo la Federazione Russa, non solo, ma anche l'area di riferimento dell'Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva (CSTO), in cui compaiono Armenia, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan e Tagikistan, non dimenticando tra l'altro che la Serbia vi aderisce come osservatore.
In definitiva, è opportuno richiamare le teorie strategiche che da sempre hanno dimostrato il pericolo del ricorso alla deterrenza nucleare: per evitare l'esito infausto di un“gioco a somma zero” o del “dilemma dei prigionieri” che non si parlavano tra di loro, sarebbe proprio il caso che i due attori principali, Russia e Stati Uniti, smettano di “giocare” e ritornino a parlarsi, meglio anche attraverso buoni e interessati mediatori, quali dovrebbero essere prima fra tutti gli Stati dell'Unione Europea.

Maurizio Delli Santi
membro dell'International LawAssociation


Fonte: Maurizio Dalli Santi
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