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Ucraina: amb. Zazo, "guerra uno shock, primi giorni i più rischiosi"

25-02-2023 14:07 - Ambasciate
GD - Roma, 25 feb. 23 – Uno “shock” e anche “un'esperienza molto intensa sul piano professionale e non facile sul piano psicologico”. Così, in un'intervista a RaiNews24, Pier Francesco Zazo, ambasciatore italiano a Kyiv, ha definito la guerra in Ucraina, nel primo anniversario.
“L'invasione è stato uno shock, sicuramente i primi giorni sono stati i più difficili e rischiosi”, ha raccontato Zazo, “la situazione era molto confusa, c'erano sparatorie e soprattutto un grande problema rappresentato dal fatto che la grande maggioranza degli italiani, nonostante i nostri avvertimenti, non aveva lasciato il Paese, parliamo di 2 mila persone”.
Il 24 febbraio, ha ricordato ancora l'ambasciatore italiano, “è successo che centinaia di connazionali, tra i quali anche molti neonati e bambini, si sono riversati in ambasciata. Io ricevetti l'istruzione della Farnesina di riparare, di andare nella residenza, perché situata in un quartiere più tranquillo e più lontano dai siti strategici della città. Per cui per una settimana abbiamo dovuto ospitare fino a 150 persone, abbiamo organizzato varie evacuazioni e tutto è andato bene”.
Sicuramente, ha proseguito l'amb. Zazo, “posso dire che nelle prime settimane la priorità assoluta è stata quella di garantire l'evacuazione in sicurezza dei nostri connazionali. È stato un anno sicuramente molto impegnativo sul piano del lavoro, poiché l'ambasciata ovviamente è costretta a seguire tantissimi dossier internazionali, la crisi ucraina è al centro dell'attenzione della comunità internazionale: abbiamo tantissime delegazioni, abbiamo tantissime riunioni, abbiamo i problemi della sicurezza, i temi politici, temi economici, le questioni umanitarie, la logistica e non ultima la stampa. E tutto questo ci ha impegnato molto”.
“Il tutto in un contesto molto difficile, poiché ovviamente parliamo di un Paese in guerra”, ha concluso l'ambasciatore italiano a Kyiv. “È difficile non partecipare emotivamente al dramma di questa guerra, non partecipare alla sofferenza, non essere coinvolto in quanto è successo. A questo si aggiungano pure poi i problemi derivanti dai numerosi allarmi aerei e dagli attacchi missilistici che si sono succeduti in questi mesi. Un'esperienza molto intensa sul piano professionale e non facile sul piano psicologico”.


Fonte: Redazione
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