05 Maggio 2024
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Ucraina: amb. Zazo, “Gli ucraini sono stanchi ma non molleranno”

24-02-2024 13:47 - Ambasciate
Amb. Pier Francesco Zazo Amb. Pier Francesco Zazo
GD - Kyïv, 24 feb. 24 - "Sono spossati, stanchi, estenuati ma non demotivati". L'ambasciatore d'Italia a Kyïv, Pier Francesco Zazo, descrive così dal suo speciale osservatorio la situazione in Ucraina a due anni dall'invasione russa su vasta scala, in un clima di crescente preoccupazione per un conflitto al quale non si vede via d'uscita.
In questo clima, e in un anno di particolari incognite con all'orizzonte diversi appuntamenti elettorali (Stati Uniti, Europa e Russia in testa) che potrebbero risultare cruciali anche per il futuro dell'Ucraina e di questo conflitto, gli appelli di Kiev ai partner occidentali si moltiplicano: aiuti militari in tempi rapidi e conferme nel sostegno economico.
Alcune delle risposte viaggiano su un piano bilaterale, anche per l'Italia, che si appresta a siglare con Kyïv un importante accordo: si tratta di un'intesa per la sicurezza ma di cui l'ambasciatore sottolinea l'alto valore politico e simbolico.
"È un accordo importante, non vincolante sul piano giuridico ma ha una forte valenza politica”, ha spiegato l’amb. Zazo all'ANSA. “Innanzitutto c'è l'impegno al prosieguo dell'assistenza militare proprio perché è inaccettabile questa aggressione che rappresenta un attentato ai principi della sovranità e dell'integrità. Ma sono accordi (come quelli sottoscritti con Londra, Berlino e Parigi, ndr) di più ampio respiro".Da parte italiana, per esempio, si sottolinea il ruolo di primo piano che Roma intende assumere nella ricostruzione. E poi ci sono il sostegno alle riforme che consentiranno all'Ucraina di accelerare la sua progressiva integrazione nell'UE, lo sminamento, gli aiuti umanitari, l'aiuto all'Ucraina a proseguire rapidamente verso l'integrazione nell'UE. E un progressivo avvicinamento alla NATO. "È una tappa importante, un passo in avanti nella progressiva marcia di avvicinamento dell'Ucraina all'Alleanza”, ha sottolineato non a caso l’amb. Zazo. “Non solo un'assicurazione, ma un impegno più ampio. Per esempio le sanzioni, gli aiuti alle riforme, il principio dell'accountability, il fatto che comunque i russi devono pagare per i danni".
Due anni fa l'invasione "fu uno shock. Non se lo immaginavano di essere attaccati da quello che loro chiamavano 'il popolo fratello', soprattutto i giovani si rifiutavano di crederci, benché ci fossero delle avvisaglie", ha raccontato l'ambasciatore italiano.
"Allo shock iniziale è seguita però una feroce determinazione a resistere. Ricordo per strada centinaia di persone col freddo con le bottiglie molotov: un'immediata sollevazione popolare". E poi un anno fa, quando "la gente era più ottimista, perché nel frattempo c'erano stati grossi successi militari ucraini, il 50% dei territori che avevano inizialmente perduto li avevano ripresi. Adesso, a distanza di due anni, c'è una delusione palpabile perché non c'è stato il successo sperato della controffensiva su cui forse c'erano state eccessive aspettative”.
A cui si aggiunge “il timore di un crescente disimpegno da parte degli alleati sulla fornitura degli aiuti militari, che arrivano in ritardo, e sugli indispensabili aiuti finanziari per il sostegno al bilancio. In particolare preoccupa la situazione americana".
Allora cosa chiedono gli ucraini oggi agli alleati? "Sul piano militare quello che lamentano è innanzitutto la drammatica carenza di munizioni: c'è una sproporzione di 1 a 6,5 rispetto ai russi. La priorità numero due è più artiglieria a lungo raggio perché è quello che permetterebbe loro di attaccare le basi e anche e soprattutto le linee logistiche, creando grossi problemi alle prime linee russe".
Anche sul piano interno però è un momento delicato: "Si è esaurito il vasto serbatoio dei volontari a disposizione e gli ucraini devono avviare una nuova mobilitazione. È una misura impopolare ma va fatta", ha spiegato Zazo. "Non è facile, devono chiaramente adottare delle misure più restrittive, abbassare l'età, definendo chi può essere esentato dal servizio militare perché comunque ci sono dei settori economici che devono andare avanti. Devono insomma trovare un difficile punto di equilibrio".
Uno dei motivi, questo, che ha portato a frizioni interne e allo scontro fra l'ex capo delle forze armate Zaluzhny e Zelensky, con il primo rimosso dall'incarico. Anche l'amb. Zazo ha confermato che "si intravede qualche tensione interna. La sfida allora per il Paese è mantenere la coesione, che c'è stata ed è stata fondamentale fino ad ora, di fronte alla perdurante minaccia, anzi una minaccia che sta aumentando. Io credo che ci riusciranno".
Intanto però il 2024 si presenta impegnativo sul piano delle relazioni internazionali con importanti appuntamenti elettorali in vista, cosa sperano gli ucraini? "Per le elezioni europee sperano che prevalgano le forze non populiste ma quelle filo europee. Più che altro però sembrano molto preoccupati per l'andamento delle elezioni negli Stati Uniti”, ha rimarcato l’amb. Zazo. “Il loro convincimento profondo è che Putin non ha nessun interesse a cambiare rotta, innanzitutto perché continua a negare l'identità nazionale ucraina, inoltre è riuscito a riconvertire il suo apparato industriale ad un'economia di guerra, verrà rieletto e temono che rafforzerà ulteriormente le sue forze armate dopo il voto. Putin vuole, lo ha detto anche recentemente, un'Ucraina 'denazificata', smilitarizzata e neutrale. Punta a una guerra di logoramento, perché da da un lato confida nella crescente stanchezza delle opinioni pubbliche occidentali e dall'altro è consapevole che fino a quando rimane in guerra l'Ucraina non può entrare nella NATO".
Sull'America poi sono puntati anche gli occhi di Mosca: così gli ucraini "sono convinti che Putin aspetterà l'esito delle elezioni americane" per decidere la prossima mossa, ha concluso l’amb. Pier Francesco Zazo.

Fonte: ANSA
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