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Ucraina: amb. Terzi, «annuncio ritiro forze coreografia, Putin ha obiettivo chiaro»

15-02-2022 18:27 - Opinioni
Amb. Giulio Terzi di Sant'Agata Amb. Giulio Terzi di Sant'Agata
GD - Roma, 15 feb. 22 - Una «coreografia perfettamente organizzata», messa in atto adesso dal Cremlino, ma con una «strategia di fondo»: «ridisegnare l'architettutra di sicurezza europea a immagine e somiglianza dell'architettura che il demiurgo della strategia attuale, Vladimir Putin, ha in testa». L’amb. Giulio Terzi, già ministro degli Esteri, nel mezzo della crisi ucraina ha ragionato con l'Adnkronos sugli incontri a livello diplomatico degli ultimi giorni a Mosca, mentre stamani il Governo russo ha annunciato il ritiro di parte delle truppe schierate vicino al confine con l'Ucraina, dopo aver completato le manovre che stavano effettuando nell'area. Ma con il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, che ha confermato come «finora non abbiamo visto alcun segnale di de-escalation» e «ci aspettiamo un sostanziale ritiro di truppe ed equipaggiamento».
Il 'tavolone ovale’ tra Vladimir Putin ed Emmanuel Macron, poi con Olaf Scholz, i colloqui di Sergei Lavrov, l'incontro tra presidente e ministro degli Esteri trasmesso in diretta tv, con le parole di Lavrov che «ha spiegato pubblicamente al mondo e a Putin, che annuiva, che sono emersi punti che meritano di essere ancora chiariti, certo non in tempi lunghi, ma sui quali è opportuna ancora un'attività diplomatica».
Convinto che occorrano «coesione dei Paesi atlantici» ed «estrema serietà e senso di responsabilità da parte di chi si può ancora definire una democrazia libera» di fronte a una Russia diretta da «una autocrazia con volontà imperiali», una Russia che «in questi ultimi 14 anni ha fatto guerre di ogni tipo e genere», l’amb. Terzi ha parlato di una «coreografia» in cui «molti osservatori vedono anche questo annuncio di parziale, limitato ritiro di qualche unità russa sul confine». Tutto di fronte a un «immenso schieramento di forze convenzionali e strategiche senza precedenti nella storia europea» dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Perché, ha sottolineato ancora Terzi, «sono coinvolte anche forze nucleari in questo schieramento, magari non sul confine, ma disponibilità ed esercitazioni hanno coinvolto le forze strategiche per far vedere che gli approntamenti per qualsiasi livello di aggravamento della crisi da parte russa e bielorussa esistono e sono già programmati».
Terzi ha poi rilevato che «la decisione del Cremlino di prendere questa strada della manifesta, palese, pensantissima pressione militare sui confini dell'Ucraina», una «pressione militare nel cuore dell'Europa, diretta in primo luogo all'Alleanza atlantica» perché l'Ucraina «è un interlocutore debolissimo sul piano delle capacità militari, mentre il risultato che il Cremlino vuole raggiungere è quello del disimpegno obbligato, forzato dell'Alleanza Atlantica da tutto quello che era lo spazio sovietico fino all'inizio degli anni '90».
L'ex ministro degli Esteri italiano ha parlato delle «richieste ultimative» di Putin, delle «richieste dalle quali la Russia non arretra di un millimetro». Ed ha aggiunto: «quando il Cremlino parla di ridisegnare la sicurezza europea parla di ridisegnarla facendo retrocedere politicamente, militarmente e anche psicologicamente, anche da un punto di vista di immagine, l'Allenza Atlantica da tutto quello che ha rappresentato nell'affermare una sicurezza europea basata sui principi della Carta atlantica, libertà, stato di diritto, democrazia, volontà vera dei propoli a esprimersi». Ed ancora secondo l’amb. Terzi «farla retrocedere da tutto quello che era uno spazio ex sovietico. Nelle cose sempre dette da Putin, la più grande tragedia della storia recente è stato il dissolvimento dell'Unione Sovietica, un punto riecheggiato in tantissime occasioni, sin dal discorso di insediamento nel 2012, anche da Xi Jinping, che pochi giorni fa ha accolto a Pechino il presidente russo».
Per l’ex ministro degli Esteri di Roma e già ambasciatore a Washington DC, «se questa è stata la più grande tragedia, riequilibrare vuol dire ricostituire per la Russia gli stessi spazi di influenza e, quindi, la NATO in qualche modo deve fortemente ridimensionarsi».
Secondo Terzi, che insiste sulla «storia degli ultimi 14 anni con il primo pensiero all'Ossezia del sud nel 2008, è il tipo di nuova carta della sicurezza europea che la Russia vuole imporre con lo spiegamento militare».
Nel mezzo della crisi, diverse sono le ipotesi. A cominciare dalla «coreografia del momento», da Lavrov con Putin in tv, dai movimenti di forze vicino ai confini dell'Ucraina, «ma la strategia di fondo, è innegabile, è quella di ridisegnare l'architettura di sicurezza europea a immagine e somiglianza dell'architettura che il demiurgo della strategia attuale, Putin, ha in testa».
Diversi gli scenari che Terzi ha ipotizzato. Che l'Ucraina «venga sottoposta, non nei prossimi mesi, ma addirittura nei prossimi anni, ad una pressione contemporaneamente militare ed economica». Una «seconda opzione, che si combina a questa, è una acquisizione ulteriore di territorio rispetto al Donbass» e, ancora, una terza ipotesi «che si combina alle altre due: quella di un conflitto a bassa intensità o media intensità attraverso il cyber, continuando gli attacchi che ci sono ogni giorno contro tutte le infrastrutture ucraine e la vita quotidiana e la sicurezza degli ucraini». Infine, «la pressione economica sull'Ucraina, a partire dal gas, e la pressione economica indiretta».
Perché, si è chiesto l’amb. Terzi, «quali saranno gli investitori che andranno a investire in Ucraina, a fare impresa, con minacce incombenti così forti?». Si tratta di un quadro in cui è «ancora più vitale la coesione, non solo per tre giorni, ma una coesione che sia salda e politicamente, diplomaticamente vitale di tutti i Paesi atlantici». E, quindi, «la capacità anche di reagire qualsiasi sia l'ulteriore danno che l'Ucraina subisca, l'Europa nel suo insieme». La capacità di «rispondere in modo molto serio».
Così, ha concluso Terzi, «il pacchetto di sanzioni che sono state concordate già fra europei e con gli Stati Uniti deve essere qualcosa che viene preso molto seriamente da tutta la comunità internazionale, non solo dalla Russia, anche dalla Cina e da altri che possano sostenere la Russia».

Fonte: Adnkronos
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