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Ucraina: amb. Massari (ONU) al GEI New York, «prevedo conflitto lungo»

20-04-2022 11:09 - Ambasciate
Amb. Maurizio Massari - foto di Enzo Barracco Amb. Maurizio Massari - foto di Enzo Barracco
GD - New York, 20 apr. 22 - L’amb. Maurizio Massari, rappresentante permanente italiano alle Nazioni Unite, in un incontro con il GEI Gruppo Esponenti Italiani a New York, ha discusso dell’aggressione russa in Ucraina, soffermandosi sulle prospettive di pace e sul contesto strategico e storico che ha portato Vladimir Putin a prendere la decisione drastica e inaccettabile di attaccare il popolo ucraino per semplici mire espansionistiche e territoriali.
«Prevedo un conflitto lungo. Non ci sarà una scadenza a breve e l’esito di questo conflitto non riguarderà solo l’Europa e la sicurezza sul continente, ma l’ordine multilaterale e l’ordine mondiale. È importante dare continuità al G-20, ad esempio, e proseguire l’azione inclusiva per portare avanti l’agenda ONU 2030 con i suoi 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile», ha detto Massari durante l'incontro che si è tenuto nel R&T Club a New York.
Nel presentare l'ospite, Mario Platero, presidente del GEI, ha ricordato come l’amb. Massari sia un diplomatico chiave per capire la storia di questo conflitto e le dinamiche dei negoziati condotti dietro le quinte. Massari, infatti, ha trascorso un importante periodo della sua carriera al ministero per gli Affari Esteri, prima all’ambasciata d’Italia a Mosca come primo segretario e, successivamente, nel periodo 1998-2001, all’ambasciata d’Italia a Washington DC, come primo consigliere politico. Qui si è occupato soprattutto della politica americana nei confronti della Federazione Russa, dell’ex Unione Sovietica e dell’Europa Centrale e Orientale. Massari ha anche scritto un libro nel 2009 dedicato alle tensioni regionali dell’est Europa: «Russia, democrazia europea o potenza globale?» (Editore Guerini). Ha da sempre seguito, insomma, il contesto geopolitico al centro dell’attuale dibattito per porre fine alla guerra che Mosca ha portato nel territorio ucraino.
«Si tratta di un conflitto che ha radici lontane e riprende la vecchia aspettativa della Russia di essere accettata come grande potenza dopo la fine della Guerra Fredda, con uno status paritario agli Stati Uniti e all’Occidente. In generale», ha continuato l’amb. Massari rilevando che «l’Occidente non poteva accogliere questa richiesta negli anni Novanta, sia per la necessità di colmare un vuoto di sicurezza creatosi in Europa, che per i segnali contrastanti e non rassicuranti che arrivavano da Mosca, come nel 1992, quando la Duma, durante la presidenza di Boris Eltsin, rinnegò il dono della Crimea che la Russia di Khrushchev aveva fatto all’Ucraina».
Condannando fermamente l’invasione della Russia in Ucraina, l’ambasciatore italiano ha avvertito che «non si dovrà pensare a vincitori o vinti in questo conflitto. Non si possono escludere esiti ibridi, con la Russia che cercherà in ogni caso di rivendicare una vittoria sull’Ucraina, magari dopo aver consolidato il controllo su alcuni territori del Donbass, la regione più ricca di risorse naturali e industriali del paese, cosa che sarebbe comunque inaccettabile. L’Ucraina, invece, potrà far pesare la sua resilienza, la difesa della propria indipendenza e il suo percorso verso l’accettazione da parte dell’Unione Europea per diventarne un nuovo membro».
Con un fattore importante, ha aggiunto Massari: «L’Ucraina ne uscirà fortemente provata e impoverita, dovrà essere ricostruita e sarà importante la solidarietà della comunità dei donatori». Ci sarà anche il delicato tema, ancora da approfondire, delle assicurazioni o garanzie di sicurezza. «Non possiamo però ripetere Budapest, rischiare una Budapest 2.0».
Nel nuovo contesto di schieramenti territoriali e di alleanze, Massari ha auspicato «che la Svezia e la Finlandia possano essere ammesse in tempi relativamente brevi nell’Alleanza Atlantica se e quando lo chiederanno e quando saranno intervenute le ratifiche», e ha tracciato un percorso storico vissuto dal punto di vista russo che ha portato al tragico attacco della Russia contro Kiev.
«Ci sono stati tre passaggi storici complicati per la Russia», ha spiegato ancora l’amb. Massari: «Il passaggio da dittatura a democrazia, da economia centrale a economia capitalistica e da impero a stato nazionale. Quest’ultimo è stato il passaggio più difficile da accettare per la Russia. Da ciò derivano le molte ambiguità di Mosca sugli assetti di sicurezza in Europa nel dopo Guerra Fredda, che a loro volta alimentavano la resistenza dell’Occidente a riconoscere alla Russia quel ruolo paritario e consono alle sue aspettative o anche a considerare addirittura l’ipotesi di un ingresso di Mosca nella NATO, che quest’ultima evocò sia con Eltsin sia con Putin all’inizio del suo primo mandato».
Rispondendo a chi ha criticato la mancanza di efficacia delle Nazioni Unite nel corso di questo conflitto, il diplomatico italiano ha sottolineato che «se non ci fosse stata l’ONU non ci sarebbe stata la Carta delle Nazioni Unite, a cui l’Ucraina si è appellata per denunciare i soprusi e i crimini compiuti contro la popolazione civile. La Carta e l’Assemblea Generale hanno giocato un ruolo importante nell’isolare la Russia portando in un solo mese a tre risoluzioni dell’Assemblea Generale, fondamentali per mettere Mosca davanti alle sue responsabilità».
Affrontando la questione del ruolo cinese nella crisi, l'amb. Massari ha sottolineato il “trilemma” strategico della Cina costretta tra la difesa della Russia con cui condivide una certa visione del mondo; la difesa dei principi della Carta che risponde agli interessi di Pechino, ma che la Russia sta violando e l’interesse di Pechino a non rovinare i suoi legami, soprattutto economici, con l’Occidente. La Russia, malgrado la condanna dell’Assemblea Generale, è comunque meno isolata economicamente di quanto possa apparire. I 40 Paesi che applicano le sanzioni rappresentano il 60% del PIL globale. Mosca ha quindi un margine di manovra con il resto del mondo che rappresenta il 40% del PIL globale. Massari ha auspicato che in questo delicatissimo momento per gli equilibri mondiali si eviti ad ogni costo che la sfida attuale avanzata da Mosca con l’aiuto di Pechino, venga percepita come una sfida “the West against the rest”, l’Occidente contro il resto del mondo. «Dobbiamo difendere, nell’interesse di tutti, i principi della Carta dell’ONU e mantenere vivo e funzionante il sistema multilaterale per far fronte alle sfide comuni», ha concluso l'amb. Massari.

Fonte: Redazione
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