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Ucraina: amb. Bradanini, «Cina cerca terza via per far tacere armi»

08-03-2022 20:31 - Ambasciate
Amb. Alberto Bradanini Amb. Alberto Bradanini
GD - Roma, 8 mar. 22 - (Adnkronos) - «Quel che avviene in Ucraina mostra che il rischio di un conflitto nucleare, che potrebbe mettere fine alla civiltà umana, non è affatto accademico. E con un rischio del genere non si deve scherzare». A parlare con l'Adnkronos sula situazione internazionale è il diplomatico italiano Alberto Bradanini, già ambasciatore a Teheran e a Pechino, e attuale presidente del Centro Studi sulla Cina contemporanea.
«Occorrerebbe contenere il potere occulto dei gangsters di sempre (venditori di armi, finanza speculativa, petrolio e gas) che, dietro le quinte del conflitto in Ucraina, stanno accumulando altre ricchezze sulla sofferenza dei popoli. Il problema è che costoro dettano l'agenda ai decisori politici, meri esecutori», ha detto. Nel suo ultimo saggio «Cina. L'irresistibile ascesa», uscito per i tipi di Teti Editore e appena presentato a Roma, l’ambasciatore sostiene che «i Governi rappresentano il pericolo, i popoli la speranza». Perché i governi sarebbero pericolosi? «Sono l'espressione visibile e asservita del potere profondo che ha in mano gli asset economici e sociali di un Paese. Coloro che reputano di vivere in democrazia (potere del popolo, questo è il significato del termine) farebbero bene a guardarsi intorno».
La Cina ha una struttura economica che presuppone la pace. «La guerra è il male assoluto. È sempre voluta dalle élite che governano sui popoli, i quali invece desiderano ovunque le medesime cose: pace, un lavoro (stabile!), una famiglia, un minimo di protezione sociale in funzione delle risorse disponibili. La paura imposta dalle oligarchie, mai sazie di denaro e potere, è uno straordinario strumento di controllo e assume forme diverse a seconda dei contesti e delle opportunità che la storia presenta».
La Cina ha scelto una 'terza via’ rispetto al braccio di ferro tra Putin e i suoi nemici? «La Cina ha interessi da una parte e dall'altra. Ma la struttura economica della Cina presuppone la pace. La crescita della sua economia, massima priorità del Partito Comunista, dipende da tre fattori: domanda interna, investimenti e commercio. Quest'ultimo, tuttora cruciale, è la prima vittima di una guerra e ha riflessi pesanti sulla crescita. Se per 'terza via’, lei intende un compromesso che faccia tacere le armi, sì, questo è quel che cerca la Cina».
C'è chi ha ipotizzato che Putin desidererebbe essere più addentro alla contrapposizione USA-Cina finora al centro dello scenario mondiale. Non svolgere un ruolo da comprimario, ma da protagonista. E forse anche questo sarebbe stato uno tra i motivi validi per scatenare l'offensiva contro l'Ucraina. È così? «Non credo. Putin cerca solo garanzie di sicurezza per il suo paese e i russi fuori frontiera. L'obiettivo strategico degli Stati Uniti, oltre a tenere separate Russia ed Europa, strutturalmente complementari, mira all'implosione della Russia, e se possibile anche della Cina. Entrambi paesi troppo grandi, la cui sola esistenza impedisce alle onnivore corporazioni americane il dominio totale sulle risorse del pianeta», ha concluso l’amb. Bradanini.

Fonte: Redazione
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