05 Maggio 2024
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Ucraina: AAA pacifisti cercasi

20-01-2023 16:31 - Opinioni
GD – Roma, 20 gen. 23 - In un momento in cui sui telegiornali scorrono immagini che mai avremmo voluto vedere, rappresentazioni terribili di un palazzo, come tanti ne esistono anche nelle nostre città, sventrato, distrutto da un missile; e notiamo, allo stesso tempo, che questa situazione viene accettata quasi passivamente, quasi con indifferenza, come se si trattasse di guardare un vecchio film di guerra.
Notiamo pure la totale assenza dei pacifisti: nessun corteo, nessuna manifestazione per la pace, nessuna fiaccolata di solidarietà, nessuna bandiera per la pace esposta alle finestre, nessuna candela accesa né luci spente a comando. Nulla di nulla. Anzi, l’indifferenza totale.
Peggio dei pacifisti riesce a fare solo l’Organizzazione delle Nazioni Unite, la tanto celebrata ONU. Quella Organizzazione a cui molte persone illuminate vorrebbero affidare il futuro del mondo, come le iniziative per la lotta della fame nel mondo, i problemi relativi ai profughi e rifugiati, la gestione dei migranti, le sorti del clima del pianeta e chi più ne ha più ne metta.
Eppure neanche un missile lanciato, chissà da quale distanza, su un condominio abitato da decine di famiglie a Kyiv; razzo lanciato dai russi che, da codardi quali sono, continuano la loro "operazione militare speciale” senza affrontare il “nemico nazista” sul terreno.
I russi mostrano la loro totale incapacità di condurre con successo un confronto militare e malgrado le immense forze poste in campo dalle due parti, “l’operazione militare speciale” dei russi, dopo quasi un anno di sangue e distruzione, non è ancora approdata a nulla. E senza alcuna motivazione che giustifichi la barbarie.
Com'è possibile che nessuna organizzazione di pacifisti abbia pensato neanche per Natale di promuovere una fiaccolata per la pace? Come si può giustificare tanta indifferenza per un conflitto che possiamo seguire ogni, giorno minuto per minuto, in presa diretta in televisione?
Questo rimane un mistero e conferma, se mai qualcuno avesse dubbi, che non esistono pacifisti, ma gruppi organizzati che si muovono a comando (ovviamente politico!) per protestare se la polizia americana, nello svolgimento dei suoi compiti di tutela della sicurezza pubblica, uccide una persona. Queste stesse persone restano invece totalmente indifferenti adesso che ci sono centinaia di civili, anzi migliaia, massacrati da un missile di una tonnellata lanciato sui palazzi di Kyiv.
In realtà, alcune associazioni hanno provato ad organizzare qualche timida protesta quando vengono massacrati i giovani in Iran. Ma sempre in modo molto ovattato e per altro con scarsissima partecipazione di persone. Si sa, i giovani oggigiorno sono impegnati a lottare contro i cambiamenti climatici lanciando vernici e minestroni contro quadri, statue, palazzi; oppure bloccando il Gran Raccordo Anulare di Roma, creando traffico e inquinamento, già elevati in tempi normali. Questo richiede molto impegno e tempo, quindi non possono avere tempo anche per manifestare per la pace in Ucraina!
Possiamo comunque stare certi che questi giovani saranno prontissimi a manifestare se in un prossimo futuro negli Stati Uniti, in uno scontro a fuoco con la polizia, dovesse essere uccisa una persona (ma di colore!).
Perché il motto che li fa scendere uniti in strada è “every life matters”, non possiamo dimenticarlo.
La cosa è molto diversa in Ucraina perché è vero che "ogni vita conta”, ma se sono tantissimi le vite di bambini, anziani, militari ucraini a morire, inclusi anche i giovani coscritti russi, come si fa a contare ogni vita?
Quando non si riesce più a contare, quando insomma si perde il conto, come si fa a protestare?
Questo in effetti è un punto che bisogna considerare.

Ciro Maddaloni
Esperto di eGovernment internazionale

Fonte: Ciro Maddaloni
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