05 Maggio 2024
[Testata sito web Giornale Diplomatico]
News
percorso: Home > News > Opinioni

Trattato del Quirinale: è il momento dell’europa dei valori

28-11-2021 11:06 - Opinioni
Foto Quirinale Foto Quirinale
GD – Roma, 28 nov. 21 - Alla fine hanno prevalso l’assertività della presidenza della Repubblica, il lavoro silenzioso di Palazzo Chigi e della diplomazia della Farnesina: così il 26 novembre si è giunti alla firma dello storico “Trattato tra la Repubblica Italiana e la Repubblica Francese per una cooperazione bilaterale rafforzata”. Il testo è consultabile sul link del Governo italiano e in allegato.
Sono quindici pagine che si sviluppano su un preambolo e 12 articoli, di cui 10 delineano i temi specifici della “cooperazione rafforzata”: affari esteri; sicurezza e difesa; affari europei; politiche migratorie, giustizia e affari interni; cooperazione economica, industriale e digitale; sviluppo sociale, sostenibile e inclusivo; spazio; istruzione e formazione, ricerca e innovazione; cultura, giovani e società civile; cooperazione transfrontaliera. Gli ultimi due articoli, l’11 e il 12, sono dedicati all’ “organizzazione” delle riunioni e dei vertici bilaterali e alle disposizioni finali.
Come sanno gli studiosi del diritto internazionale, è il preambolo che può offrire la chiave di lettura più appropriata di un accordo internazionale. Riprendendo in particolare una definizione cara a Norberto Bobbio, i preamboli, pur non contenendo puntuali prescrizioni giuridiche, sono talvolta più importanti perché chiari esempi di una elaborazione giuridica “lirica”, vale a dire più orientata alle finalità ideali, simboliche, e identitarie che sono alla base di un accordo o di una costituzione. In molti casi, ne dettano anche l’ambito di applicazione e ne favoriscono meglio l’interpretazione, al di là della mera “rozza materia” che Bobbio leggeva nelle prescrizioni di dettaglio degli articolati normativi.
Ed in effetti è proprio questa netta percezione di un contesto di “ideali”, quella dei valori dell’Europa, che si coglie nel leggere il preambolo del Quirinale: il Parlamento italiano ne dovrebbe avere piena consapevolezza e quindi non indugiare oltre nell’approvare il trattato quanto prima con la legge di ratifica.
Vale la pena rileggere dunque con la dovuta attenzione i passaggi principali del preambolo.
Alla base dell’intesa vi è l’idea di una “comunità di destini” dei due Paesi, fondata “sui principi fondamentali e sugli obiettivi iscritti nella Carta delle Nazioni Unite e nel Trattato sull’Unione Europea”, e cioè i “valori di pace e sicurezza, rispetto della dignità umana, dei diritti umani e delle libertà fondamentali, della democrazia, dell’eguaglianza e dello Stato di diritto”.
Da qui l’affermazione del comune “attaccamento a una società caratterizzata dal pluralismo, dalla non discriminazione, dalla tolleranza, dalla giustizia, dalla solidarietà e dalla parità di genere”.
Significativo è poi il richiamo della adesione di Italia e Francia “al multilateralismo e a un ordine e a relazioni internazionali che si basano sul diritto e sull’Organizzazione delle Nazioni Unite”, un’affermazione non di poco conto in un contesto internazionale in cui per alcune grandi potenze vale ancora la logica della contrapposizione bipolare e di visioni particolaristiche degli interessi nazionali, in specie sulle politiche migratorie e ambientali.
Altrettanto netta è, dunque, la comune visione di “un’Europa democratica, unita e sovrana per rispondere alle sfide globali”, e di un “impegno comune: approfondire il progetto europeo in linea con la responsabilità condivisa quali Paesi fondatori, nel rispetto dei valori dell’Unione e del principio di solidarietà”. È importante ancora rilevare come lo “spirito di solidarietà” è richiamato pure nella parte che annuncia la “volontà di rafforzare la difesa europea e la postura di deterrenza e di difesa dell’Alleanza atlantica”.
Infine, viene chiarita un’ultima chiave di lettura sull’importanza di questo nuovo modello di partenariato tra Italia e Francia: “le loro cooperazioni bilaterali contribuiscono reciprocamente all’approfondimento dello stesso progetto europeo e possono servire da fonte d’ispirazione per nuove politiche a livello dell’Unione”.
In altri termini, il rafforzamento dei rapporti tra Roma e Parigi non può che contribuire al rafforzamento dell’idea di Europa, che è l’Europa dei valori, quelli già richiamati “valori di pace e sicurezza, rispetto della dignità umana, dei diritti umani e delle libertà fondamentali, della democrazia, dell’eguaglianza e dello Stato di diritto”. Sono i valori dell’Europa dei Padri fondatori opportunamente ricordati dal premier Draghi: i francesi Jean Monnet e Robert Schuman e gli italiani Altero Spinelli e Alcide De Gasperi. Forse questo dovrebbe essere più che sufficiente per indurre ora i parlamentari italiani a ratificare il Trattato: sarebbe un modo per portare Italia e Francia al centro “ideale” dell’Europa.

Maurizio Delli Santi
membro International Law Association


Fonte: Maurizio Delli Santi
Documenti allegati
Dimensione: 270,91 KB
[]
[]
[]
[]
[]
[]
[]
[]
[]
[]
[]
Media partnership
[]

Realizzazione siti web www.sitoper.it
cookie