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Tragica storia del diplomatico Attilio Perrone Capano nel libro di Eva Framarino dei Malatesta

25-04-2021 12:01 - Ambasciate
GD - Roma, 25 apr. 21 - Nell'odierna importante data del 25 aprile, Anniversario della Liberazione, è particolarmente significativo ricordare un volume che ci riporta ad un complesso momento della storia italiana.
Grazie all'interessamento dell'autrice, è ora disponibile anche in versione digitale liberamente scaricabile, l'interessante volume di Eva Framarino dei Malatesta dal titolo "Una gita in blu. Attilio Perrone Capano da Budapest alla Linea Gotica 1943-1945".
Il volume è il risultato di approfondite ricerche effettuate dall'autrice sul giovane diplomatico Attilio Perrone Capano che visse, tra il 1943 ed il 1945, un periodo molto particolare della nostra storia diplomatica con un epilogo purtroppo tragico.
Nell'estate del 1943 la Legazione italiana di Budapest ebbe una storia completamente a sé e diversa delle altre ambasciate italiane dopo l’8 settembre. Dopo innumerevoli peripezie, Attilio Perrone Capano trovò la morte durante il tentativo di attraversare la linea gotica sull’Appennino tosco emiliano.
All’interno del testo le prefazioni dello storico Aldo Agosti, già professore emerito di Storia contemporanea all’Università di Torino, e dello scrittore Filippo Tuena.
Questa la descrizione del libro tratta dall'introduzione. Attilio Perrone Capano è un giovane diplomatico di appena 28 anni quando, nel giugno del 1943, arriva a Budapest, presso la Legazione italiana. Dopo neppure un mese dal suo arrivo la situazione precipita rapidamente, prima con la caduta del fascismo il 25 luglio, poi con l’armistizio l’8 settembre e infine con la fuga di Mussolini in Germania il 13. L’ambasciatore italiano Filippo Anfuso, appena avutane notizia, parte anche lui per Berlino. Nei tormentati quarantacinque giorni badogliani Budapest si trova così ad ospitare due Legazioni italiane, una fascista riconosciuta anche dalla Germania, alleata dell’Ungheria, e una che si dichiara invece l’unica rappresentante di un governo italiano legittimo, quello del re e di Badoglio.
Proprio perché Attilio era stato una piccola pedina nella Storia ho potuto ritrovare tracce e documenti e allora sono diventata avida, poi rigorosa, ne ho cercati sempre di più, speravo in nuovi indizi, in imprevisti e sorprese, ottenevo nuovi tasselli e più trovavo, più volevo verificare, incrociare i dispacci del governo a Salerno con quelli di Salò, la Storia di una missione straordinaria di de Ferrariis, dedicata ad Attilio, con le memorie di Anfuso e i racconti dei profughi nei Balcani, i dispacci del Governo Badoglio con quelli della RSI, la descrizione della vita a Bologna attraverso le lettere dei funzionari inviate a Mussolini con i racconti dei clandestini della Resistenza, l’eroismo di sacerdoti senza potere nei paesini dell’Appennino con l’ambiguità delle istituzioni, monsignor Rotta, oggi fra i Giusti della sinagoga di Budapest e l’Arcivescovado filofascista di Bologna, tanto altro e infine le lettere e gli scritti dei familiari.
Le lettere, gli scritti e le citazioni in carattere courier sono autentici, le altre lettere di Attilio e quelle di Valeria Schiassi le ho scritte io. Fra i moltissimi documenti che ho consultato e raccolto, ne ho riprodotti pochi, là dove mi sono sembrati espressivi e utili per il racconto o per far parlare direttamente le carte con un gesto di rispetto, un passo indietro. La bibliografia sugli eventi e i personaggi storici di quel periodo è sterminata: la mia scelta non pretende imitare l’esaustività richiesta a uno storico, ma è servita a illuminarmi e a farmi com­prendere il percorso del mio protagonista.
"Una gita in blu. Attilio Perrone Capano da Budapest alla Linea Gotica 1943-1945", di Eva Framarino dei Malatesta - 2013, Nuova Trauben, Torino, pp. 243.
La versione digitale del libro è in allegato e può essere anche liberamente scaricata alla pagina:
http://baldi.diplomacy.edu/diplo/books/Framarino_Attilio_Perrone_Capano.htm


Fonte: Redazione
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