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Senato: interrogazione Lega su contratto dipendenti ambasciate estere

25-04-2021 12:44 - Ambasciate
GD – Roma, 25 apr. 21 – La Lega interroga il Governo sul mancato rinnovo del contratto di lavoro per i dipendenti delle ambasciate estere attive i n Italia e sulle conseguenza che ne derivano, anche in termini fiscali. A presentare l’atto di sindacato ispettivo sono stati i senatori leghisti Stefano Lucidi , William De Vecchis e Tony Chike Iwobi che si sono rivolti ai ministri degli Affari Esteri, del Lavoro e delle Politiche Sociali e a quello dell'Economia e Finanze.
I parlamentari premettono «le Rappresentanze diplomatiche estere in Italia impiegano, presso le proprie sedi italiane, anche personale a contratto, di nazionalità italiana; la regolamentazione del lavoro è affidata alle Linee guida per la disciplina del rapporto di lavoro dei dipendenti delle Ambasciate, Consolati, Legazioni, Istituti culturali ed Organismi internazionali in Italia (triennio 2020-2022), che suggerisce un percorso normativo per le politiche del lavoro dei dipendenti delle Ambasciate estere in Italia senza alcun obbligo normativo di applicazione; il personale citato, dipendente in Italia di uno Stato estero, risulta essere un ibrido giuridico pubblico-privato, stabilendo di fatto un grave deficit nelle tutele riconosciute a questi lavoratori dal nostro ordinamento giuridico, a partire dalla sottoscrizione di normali contratti di lavoro; tali soggetti sono a tutti gli effetti dei lavoratori dipendenti e subordinati»,
Inoltre i tre senatori leghisti ricordano che «il sindacato FEDAE-CEUQ, chiedendo di inquadrare la fattispecie nell'ambito privatistico con stipula di un vero CCNL di categoria, ha condotto un'indagine sul caso, che ha portato a stabilire che: l'Ispettorato Nazionale del Lavoro con nota di risposta in data 3 febbraio 2020, dichiarava di non avere competenza per lo svolgimento delle ordinarie attività di controllo sui rapporti di lavoro in essere per i dipendenti italiani delle Ambasciate estere; il Ministero degli affari esteri per tramite dell'Ufficio II - Cerimoniale Diplomatico della Repubblica, ha dichiarato che non esercita e non può esercitare una funzione di controllo su tali rapporti di lavoro; il Tribunale di Roma, in un ricorso civile di un dipendente avverso il datore di lavoro (Repubblica Federale di Germania), ha dichiarato l'inammissibilità per difetto di giurisdizione».
Agli interroganti poi risulta che, «nonostante il quadro normativo carente, l'Agenzia delle Entrate chiede regolarmente ai lavoratori, ma non ai datori di lavoro, il versamento delle tasse annuali come comuni lavoratori, perfettamente inquadrati nell'ordinamento giuridico italiano». Non solo, ma «paradossalmente, il 14 aprile scorso è stato approvato un disegno di legge (Atto Senato 1646), volto a tutelare anche il personale dipendente estero nelle sedi diplomatiche italiane, cioè i corrispettivi dei lavoratori in questione, il che genera uno squilibrio».
Per questo, rivolgendosi al Governo, i tre parlamentari leghisti chiedono «se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti esposti; se intendano provvedere al regolare inquadramento lavorativo e fiscale dei lavoratori in oggetto, che permetta la stipula di un regolare CCNL per la categoria, superando le linee guida finora disattese e inapplicate; se intendano avvalersi dei propri poteri ispettivi per verificare la regolarità degli accertamenti fiscali fatti dall'Agenzia delle Entrate».


Fonte: Redazione
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