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Santa Sede e Italia come mediatori per la pace tra Ucraina e Russia

04-03-2022 12:07 - Opinioni
GD – Roma, 4 mar. 22 - La guerra è ritornata spaventosamente in Europa e il conflitto tra Russia e Ucraina cambierà per sempre il futuro dell’intero continente europeo. L’appello disperato di Papa Francesco alla pace e la sua visita all’ambasciata russa presso la Santa Sede ha un grande significato simbolico e politico. Il Santo Padre teme che la situazione possa sfuggire ulteriormente al controllo e la determinazione della Santa Sede a porsi come mediatrice in questo conflitto ne evidenzia la gravità del momento.
Il timore di papa Bergoglio è che questa guerra, dopo una settimana di combattimenti, si trasformi da guerra lampo a guerra fratricida, gettando i popoli ortodossi europei in una spirale di violenza senza fine. Il messaggio di pace scritto sia in ucraino che russo non è solo una chiamata alla riconciliazione per il popolo ucraino e russo, ma è anche un appello alle cancellerie europee affinché non prevalgano gli interessi di parte e si promuova una mediazione che tenga in considerazione le esigenze di entrambe le forze in campo, evitando di porre le basi per possibili ostilità future.
Un ruolo molto importante di mediatore diplomatico in questa guerra lo dovrebbe ricoprire l’Italia. L’Italia è un Paese che gode storicamente di buoni rapporti sia con l’Ucraina sia con la Russia e Roma deve promuoversi come capitale per la riconciliazione tra le due nazioni. Inoltre la cooperazione con la Santa Sede su questo dossier permetterebbe di avvalersi dell’appoggio del Pontefice per trovare una linea comune presso gli altri stati europei in modo da intraprendere una politica estera unica a livello europeo al fine di risolvere questo grave conflitto.
Questa guerra prima di essere una crisi internazionale è una guerra europea: l’Europa non può delegare a terzi la mediazione per la risoluzione del conflitto perché altrimenti darebbe prova di essere terribilmente fragile e inerme e pertanto dovrebbero essere gli europei a prendersi la responsabilità diplomatica di risolverla.

Marco Corno
Analista di geopolitica



Fonte: Marco Corno
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