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Russia-Ucraina: i consigli di Sergei Shoigu per una via d’uscita

21-09-2023 16:48 - Opinioni
Il ministro della Difesa della Federazione Russa Sergei Shoigu Il ministro della Difesa della Federazione Russa Sergei Shoigu
GD – Roma, 21 set. 23 - Il ministro della Difesa della Federazione Russa Sergei Shoigu ha fornito indirettamente la via d'uscita al conflitto in Ucraina che, purtroppo, va avanti da oltre un anno e mezzo.
Le inutili litanie delle assemblee delle Nazioni Unite a New York confermano che da questo conflitto non se ne esce perché non esistono né gli interlocutori né le condizioni minime sopportabili dalle due parti in conflitto per dichiarare finalmente la cessazione delle ostilità.
Va da sé che l'Ucraina non può accettare di cedere parte del suo territorio agli invasori russi; e almeno su questo sono concordi anche i Paesi occidentali schierati a fianco e dietro l'Ucraina.
Ma è anche vero quello che ha detto il ministro Shoigu che “la Russia non può perdere questo conflitto”. Dichiarazione comprensibilissima ma incompleta. Vediamo perché.
La dichiarazione di Shoigu mostra infatti tutta la frustrazione di quella che tutti i russi, ma anche noi occidentali, credevamo fosse una potenza militare mondiale. La realtà sul campo in Ucraina e adesso anche in Russia, incapace di difendersi dagli attacchi dei droni ucraini, ha dimostrato che abbiamo davanti un nemico sanguinario e rozzo. Ma siamo ben lontani dall'avere di fronte un nemico minimamente temibile per i Paesi occidentali.
Dopo 18 mesi di guerra sanguinaria ed impiego senza precedenti di uomini e mezzi, la Federazione Russa non è riuscita a piegare la fiera resistenza del popolo ucraino, disposto a morire piuttosto che tornare sotto il tacco “sovietico”.
Certamente il ministro Shoigu, che non è l'ultimo arrivato nella scala gerarchica dei militari russi, ha capito perfettamente che se non sono riusciti a piegare l'Ucraina; e che attualmente i russi stanno perfino subendo la controffensiva, allora che possibilità avrebbe la Federazione Russa di resistere ad un conflitto diretto con la NATO, soprattutto oggi che hanno depauperato il loro immenso arsenale militare e logorato le loro truppe?
La risposta a questa domanda non è, e non può essere, “abbiamo le armi nucleari”. Shoigu sa benissimo che anche questa opzione vale meno di niente. Semplicemente perché non è una opzione percorribile e soprattutto perché sa bene che a rimetterci, nel caso in cui qualche sciagurato pensasse di ricorrere a questa opzione, sarebbe tutta la Russia che verrebbe rasa al suolo in meno di 24 ore dalla NATO che dispone anch'essa di armi nucleari moderne e mantenute in efficienza. Mentre circolano serissimi dubbi sull'efficienza delle armi nucleari ex sovietiche.
Ecco perché qualsiasi sciagurato che provasse a ricorrere all'opzione dell'arma nucleare sarebbe neutralizzato da quei russi che ancora mantengono un minimo di lucidità e che sanno bene che devono evitare l'Armageddon per la loro nazione.
Cosa non ha detto Shoigu? Shoigu ha detto che la Russia non può perdere questa guerra contro l'Ucraina, ma non ha sostenuto che può perderla contro l'arrogante e prevaricatrice NATO. Questa è la soluzione che (non) ha fornito Shoigu, ma che emerge da un'attenta e approfondita analisi della sua dichiarazione. Nessuno del gotha russo si può permettere di annunciare un ritiro (con ingenti perdite) dall'Ucraina dopo 18 mesi di guerra.
Attualmente i militari russi rifiutano perfino di consentire l'avvicendamento delle truppe al fronte con truppe fresche non solo e non tanto perché mancano le truppe fresche, ma perché consentire ai militari al fronte di poter rientrare a casa in congedo, esporrebbe i vertici militari russi a temibilissime fughe di informazioni sulle reali condizioni al fronte. Realtà sempre più difficile da nascondere e da controllare.
I militari che mai riuscissero a lasciare il fronte, sicuramente proverebbero per prima cosa a scappare e, soprattutto, andrebbero a raccontare che l'invincibile esercito russo è costretto a cremare sul campo i corpi dei militari uccisi in battaglia; che mancano le munizioni, ma anche i cibo ai militari in trincea a causa della controffensiva ucraina, che è riuscita a tagliare molte delle linee di rifornimento utilizzate dai russi e che, quindi, incontrano difficoltà sempre maggiori per garantire i rifornimenti alle truppe in prima linea.
La Russia non può accettare di perdere la guerra, come ha detto Shoigu, non con l'Ucraina. Ma può accettare di perdere contro la NATO, che è una delle principali scuse sulle quali Putin ha basato la sua scellerata azione.
Perdere contro la NATO darebbe all'establishment russo una via d'uscita “onorevole” da un conflitto già perso, ma che non può essere dichiarato come tale da parte dei russi.
Purtroppo, però, la codardia dei Paesi europei non aiuta “ad aiutare i russi” a soddisfare questa loro esigenza. Sarebbe sufficiente una dichiarazione forte e determinata da parte dei Paesi europei e invitare i russi al ritiro. Questo è “incompatibile” con le liturgie di Bruxelles, non solo di quelle che si svolgono nel palazzo del Consiglio dell'Unione Europea a “Rue de la Loi, 155”, ma soprattutto di quelle che si svolgono ad “Avenue Leopold III” sede della NATO.
I satrapi russi sotto la minaccia reale di un intervento della NATO entro una determinata data dovrebbero necessariamente ripiegare e liberare le aree occupate in Ucraina. In cambio si potrebbe offrire ai russi l'attenuazione delle sanzioni anche perché devono riprendere a esportare per pagare gli immensi danni di guerra che hanno provocato.
Ma chi decide di non fare nulla, tanto le vite in ballo sono quelle dei poveri cittadini ucraini e dei militari russi, dovrebbe finalmente capire che questo è evitabile se tutti prendono coscienza che non possiamo continuare ad andare avanti così onerosamente.

Ciro Maddaloni
Esperto di eGovernment internazionale

Fonte: Ciro Maddaloni
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