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Russia: go&stop per la guerra civile, ma è lotta interna di potere

25-06-2023 11:53 - Opinioni
Evgenij Prigožin patron della Wagner Evgenij Prigožin patron della Wagner
GD – Roma, 25 giu. 23 - Ieri l’incubo dei filorussi italiani ha cominciato a prendere forma: hanno principiato a realizzare che la Russia non è più quella potenza militare che credevano solo perché 25 mila giannizzeri minacciavano di marciare su Mosca. Sempre ieri, c’è stato il dietrofront di Evgenij Prigožin che, dopo aver attaccato per mesi il Cremlino e le gerarchie militari russe, ha tentato il “colpo di mano” occupando due punti strategici dell'esercito russo, a Rostov sul Don, sperando forse in una sollevazione delle truppe regolari a suo fianco, cosa che non è avvenuta. L’esercito non è intervenuto né per contrastare Prigožin, né per appoggiarlo.
Ovviamente Putin ha fatto schierare la guardia nazionale a Mosca, la polizia continua ad essere in assetto anti sommossa, anche se sono rientrate le limitazioni alla mobilità dei cittadini di Mosca. Lunedì nella capitale russa sarà festa e tutto sarà chiuso.
Prigožin si è “rifugiato” in Bielorussia, mentre le sue truppe si sono raggruppate in vista della partenza dalla città occupata ieri per far ritorno nei loro campi nel Luhansk.
Ufficialmente è stato detto che non ci saranno azioni da parte delle truppe regolari di Mosca contro i mercenari della Wagner, ma non è chiaro cosa faranno adesso questi paramilitari. L’attendibilità di certe affermazioni opportunistiche è stata spesso disattesa da fatti, talvolta incruenti.
Nelle scorse settimane i mercenari della Wagner sono stati bombardati proprio dalle milizie dell’esercito russo, causando le gravi perdite che avevano fatto infuriare Prigožin. Le gerarchie militari russe faranno tutto il possibile per disinnescare questa minaccia alla loro autorità. Ma qualche dubbio sul mantenimento delle loro promesse di non perseguire i mercenari della Wagner è più che fondato.
Che cosa succederà adesso? Molto difficile dirlo. Quello che è certo è che chi può fugge da Mosca con qualsiasi mezzo di terra, perché i biglietti aerei sono esauriti dall’inizio della guerra. File di auto infinite in uscita da Mosca, ma per scappare dove? Questo non si sa perché nessun Paese europeo, neanche l’Estonia, accetta più cittadini russi al confine.
E, comunque, in una città dove un pensionato prende (in media) 5 dollari al giorno di pensione, che non sono sufficienti per sopravvivere, è quasi impossibile che abbia i mezzi per possedere un’auto e che possa usarla per scappare lontano da Mosca. In Russia ci sono 40 milioni di pensionati su una popolazione di circa 140 milioni di persone. Quasi un terzo dei Russi (soprav)vive di una pensione (da fame).
Le prossime settimane dovrebbero segnare un avanzamento delle truppe di Kyïv in profondità nei territori occupati e anche da queste zone i filorussi hanno cominciato ad abbandonare le loro case per fuggire lontano dalle aree che potrebbero essere riconquistate dagli ucraini. Dove si riverseranno questi profughi? Come faranno a vivere? Queste sono ulteriori domande a cui ancora non è facile dare una risposta.
Il passare dei giorni non farà altro che aumentare l’isolamento di Putin, perché è nella natura umana stare lontano dai perdenti. Aspettiamo pertanto di vedere cosa succederà nelle prossime settimane.
Prigožin, il “macellaio”, che in poche ore ha perso il suo “momento” di gloria, è stato accomodato in Bielorussia, mentre i suoi soldati saranno silenziosamente eliminati dai russi o dagli ucraini se accetteranno di combattere con i russi. Da questo involontario esilio a Minsk, però, Prigožin potrebbe aiutare l’’amico’ Putin a gestire le recenti installazioni di armi nucleari russe, non potendo immaginare che lo zar di Mosca di ne lasci la co-gestione al fidato (?) presidente bielorusso Aljaksandr Lukašėnka.
Putin probabilmente cercherà adesso una via di fuga, anche se sono sempre di meno le opzioni che lui potrà scegliere se finalmente realizzerà che deve cedere il passo. I prossimi giorni ci diranno che cosa potrebbe succedere.

Ciro Maddaloni
Esperto di eGovernment internazionale

Fonte: Ciro Maddaloni
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