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Russia: embargo, sanzioni, ma il triangolo non è stato considerato

23-09-2023 10:27 - Opinioni
GD - Roma, 23 set. 23 - Negli ultimi mesi si è spesso parlato delle sanzioni imposte dall'Unione Europea e dagli altri Paesi occidentali alla Russia per l'assurda e dolorosa guerra in Ucraina, disquisendo sull'efficacia di queste misure, per cercare di stabilire chi è più o meno danneggiato dalle sanzioni. Infatti, non è semplice stabilire in modo inequivocabile se sia il Paese sanzionato il più danneggiato, in questo caso la Russia, oppure i Paesi che hanno imposto le sanzioni successivamente all'invasione della Crimea nel 2014; e che hanno ulteriormente inasprito queste misure nel marzo 2022 in seguito alla guerra che la Russia ha scatenato contro l'Ucraina.
In effetti, non esiste una risposta univoca a queste domande perché dipende soprattutto dal tipo di rapporti commerciali in essere tra i Paesi che hanno deciso di adottare le misure sanzionatorie, l'entità dei rapporti commerciali ed anche le tipologie di beni che sono stati sottoposti a sanzione.
Le sanzioni imposte alla Russia successivamente all'invasione della Crimea furono inizialmente mirate a individui e società ritenute interessate all'invasione della Crimea e consistevano nel congelamento dei beni e il divieto di viaggio per gli individui e le società sanzionate.
Queste misure furono successivamente estese anche ad altri settori dell'economia russa, tra cui quello finanziario con le restrizioni agli investimenti e al credito, energetico con le limitazioni all'esportazione di macchinari e tecnologie per l'estrazione petrolifera e militare con il divieto di importazione di armi, munizioni e tecnologia militare.
Nel 2022, inasprimento delle sanzioni del 2014, altre restrizioni che includono il divieto di importazione di petrolio e gas dalla Russia, di fatto negando a Mosca l'accesso ai mercati occidentali, che sono i più remunerativi per le loro esportazioni.
Le sanzioni economiche, come le conosciamo oggi, non sono una novità. Sono state utilizzate per la prima volta nel 1914, durante la prima guerra mondiale. In quell'anno, la Gran Bretagna e la Francia imposero un embargo al commercio con la Germania, in risposta all'invasione del Belgio, che aveva dichiarato la sua neutralità. L'embargo ebbe un impatto significativo sull'economia tedesca, contribuendo alla sua sconfitta nella prima guerra mondiale.
Anche l'Italia è stata oggetto di sanzioni, su proposta della Francia e del Regno Unito nel 1935, in risposta all'invasione dell'Etiopia. L'embargo del 1935 è stato un insieme di sanzioni economiche imposte per la prima volta dalla Società delle Nazioni, attuale ONU, all'Italia fascista. Le sanzioni includevano il divieto di commercio con l'Italia, il congelamento dei beni italiani e il blocco finanziario.
Ma quelli erano altri tempi. Non esistevano le tecnologie che sono disponibili oggi: non esisteva la darknet, le cryptocurrency con cui si possono fare transazioni economiche in totale segretezza su Internet; non esistevano le decine di migliaia di navi, aerei, treni e camion per effettuare il trasporto di beni e, soprattutto, non esistevano i Paesi terzi che facevano da sponda, la cosiddetta triangolazione, per consentire la commercializzazione di beni sottoposti ad embargo. Non esisteva, insomma, il triangolo!
La triangolazione è diffusissima oggi. E in fondo, serve al Paese sanzionato per continuare a procurarsi quei beni sottoposti a sanzione e di cui continua ad avere bisogno, anche se sarà costretto a pagarli ovviamente di più. Conviene alle aziende dei Paesi che impongono le sanzioni perché producono i beni sottoposti a sanzione e non possono rinunciare ad una fetta di mercato senza subire conseguenze spesso devastanti per la loro attività. Aiuta i Paesi terzi, anzi sono spesso una manna, che si prestano a diventare il terzo vertice del triangolo.
Le sanzioni del 2014 e successivamente quelle del 2022 hanno avuto un impatto significativo sull'economia russa. Hanno portato a una recessione economica, a una diminuzione del valore del rublo e a un aumento dell'inflazione. Hanno anche contribuito a limitare la capacità della Russia di finanziare la sua politica estera. Ma non hanno inibito la capacità della Russia di continuare a costruire armi per la sua assurda guerra contro l'Ucraina.
Molti dei prodotti sottoposti ad embargo, e che quindi non dovrebbero più essere disponibili sul mercato russo, sono invece ben reperibili. Questo dimostra inconfutabilmente che la Russia può contare su una serie di Paesi “vicini” e “amici” che si prestano ad acquistare sul mercato internazionale quei beni fondamentali per la costruzione di armi e altri equipaggiamenti che la Russia impiega nella guerra contro l'Ucraina.
Questo sarebbe facilmente verificabile, se solo si volesse fare. Sarebbe sufficiente monitorare la produzione di quei beni sottoposti ad embargo. Si noterebbe che quelle produzioni non sono affatto diminuite, anzi sono ben aumentate. Si scoprirebbe che alcuni Paesi che consumavano una quantità “X” di certi componenti elettronici o altri prodotti preclusi alla Russia di punto in bianco iniziano a consumarne 10 volte, se non 100 volte di più. Evidentemente sono acquisti destinati all'esportazione verso Mosca.
Ma poiché il business è business, coloro che impongono l'embargo continuano a produrre quei beni sottoposti a veto, quindi non hanno alcun interesse a scoprire come mai il loro mercato è cresciuto. Possono insomma sempre dire che il “triangolo no, non lo avevano considerato”.

Ciro Maddaloni
Esperto di eGovernment internazionale


Fonte: Ciro Maddaloni
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