05 Maggio 2024
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Questo mondo non è per tutti, ma la sanità non sostituisce la difesa

02-03-2024 14:21 - Opinioni
Mariupol Mariupol
Gaza Gaza
Suez Suez
GD - Roma, 2 mar. 24 - Nello scenario internazionale mai negli ultimi anni si era arrivati ad una confusione tale da far confondere realtà, false informazioni e proposte sulle cose da fare. La complessità mondiale è cresciuta molto negli ultimi anni e, forse, sono anche mancati leader illuminati e in grado di gestire questi cambiamenti e informare adeguatamente il popolo. Anche la diplomazia è stata contaminata da questa confusione. Leggiamo spesso di prese di posizioni di alcuni Stati, nelle istituzioni multilaterali, che è difficile comprendere quale sia la logica che stanno seguendo. Ci sono poi i vari gruppi di opinione: ONG e associazioni varie della società civile che sembra siano cadute in una confusione totale, come ad esempio, appoggiare la Russia che ha occupato parte dell’Ucraina e condannare Israele che sta occupando la striscia di Gaza per stanare i terroristi di Hamas.
Siamo tutti d’accordo che bisogna difendere i civili dalle azioni militari. Se questo vale per la Palestina perché non dovrebbe valere per l’Ucraina?
È di questi giorni la dichiarazione della presidente della Commissione Europea che ha invitato gli Stati membri a effettuare maggiori investimenti nel settore della difesa, come per altro hanno più volte fatto i vari presidenti e segretari di Stato americani.
Certo nessuno è “felice” di investire in risorse per produrre armi, ma con tutti questi “mattacchioni” che ci sono in giro non basta, o non basta più, pensare di risolvere tutte le questioni internazionali limitandosi a redigere trattati e firmare convenzioni. Il mondo, seppure non ci piace anche se è inaccettabile, ha sempre funzionato così. Diversi, in totale buona fede, affermano che non si possono sottrarre risorse alla sanità per destinare più risorse al settore della difesa. Parliamo di due cose totalmente diverse e dobbiamo capire che purtroppo sono entrambi essenziali. Bisogna superare le vecchie concezioni marxiste che sono fallite miseramente proprio perché basate sul concetto delle “risorse limitate”.
È dimostrato che limitate sono le idee e le ambizioni. Non è che perché si decide di investire nella sanità non si possono poi produrre le armi. Non è che sono gli stessi infermieri e i medici che, poi, costruiscono droni e munizioni. Le due aree di intervento sono assolutamente indipendenti una dall’altra e non si escludono a vicenda.
Se i decisori politici lo vorranno, si possono fare sostenere sia gli armamenti, sia la sanità. E si possono fare anche le scuole, le infrastrutture, la ricerca scientifica superando il concetto di "gestione contabile" nel singolo Stato e in tutta l’Unione Europea.
Bisogna pensare che la difesa comune delle democrazie europee è un valore irrinunciabile e su questo nessuno deve avere dubbi. La storia ci ha insegnato che le guerre sono sempre esistite e sono state scatenate sempre senza chiedere il permesso alla gente.
Oggi nel mondo ci sono circa 170 conflitti attivi, secondo il report redatto da Uppsala Conflict Data Program UCDP. Parliamo di 54 conflitti armati statali (State-based armed conflicts), che coinvolgono due o più Stati; 76 conflitti armati non statali (Non-State armed conflicts), che riguardano un governo e un gruppo armato di ribelli; e 40 situazioni di violenza unilaterale (One-sided violence), cioè in quei casi in cui un governo sta usando la forza militare contro la propria popolazione.
Indipendentemente dal tipo e dalla natura del conflitto, tutte queste situazioni di guerra vera e propria o di tensione sociale hanno un impatto devastante sulla vita di centinaia di milioni di persone, sia che siano di natura politica, di natura etnica, religiosa o economica. I conflitti hanno sempre un impatto devastante a livello mondiale.
Noi in Europa ci siamo troppo abituati a vivere nella nostra "Comfort Zone”, dimenticando che per arrivare ad essa abbiamo visto milioni di morti e immense devastazioni con la Seconda guerra mondiale.
La guerra in Ucraina ci ha risvegliati dal nostro dormiveglia ed è stato un risveglio molto brusco. Gli Houthi nello Yemen ci dimostrano, inoltre, che la guerra non è necessario che avvenga sul nostro pianerottolo per disturbare il nostro sonno.
Allora dobbiamo certamente investire nella sanità ma non è sufficiente, perché se arriva il "mattacchione" di turno a disturbare il nostro sonno pacifico, non sarà sufficiente minacciare di fargli una colonscopia.
Adesso abbiamo piuttosto bisogno di visionari che sappiano immaginare cosa fare e come fare per realizzare un mondo migliore. Possiamo solo sperare che finalmente arrivino queste menti illuminate, anche se al momento non se ne vedono all’orizzonte.

Ciro Maddaloni
Esperto di eGovernment internazionale


Fonte: Ciro Maddaloni
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