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Presentato a Venezia libro sulla sede dell'ambasciata italiana a Il Cairo

12-06-2022 17:21 - Ambasciate
GD – Venezia, 12 giu. 22 - L’ambasciatore Gaetano Cortese, curatore della preziosa collana che illustra le sedi delle Rappresentanze diplomatiche italiane all’estero, edita dall’editore Carlo Colombo di Roma, ha presentato a Venezia il libro sulla sede dell’ambasciata italiana a Il Cairo, pubblicato nelle versioni italiana, araba e inglese.
Dopo i saluti di benvenuto formulati dalla presidente del Consiglio Comunale di Venezia, Ermelinda Damiano, che ha sottolineato il ruolo di ambasceria svolto dalla città lagunare in continuità storica con il passato, si è entrati nel vivo della presentazione.
La Fondazione dei Musei Civici di Venezia, per il tramite della presidente, Mariacristina Gribaudi, ha ospitato l’evento nella sede della Galleria Internazionale d’Arte Moderna a Ca’ Pesaro. La prestigiosa istituzione museale ha accolto gli ospiti per la connessione ideale che la lega alla pubblicazione su Il Cairo, dovuta al ricco corredo iconografico che ne illustra le pagine, tratto dalla collezione di uno dei più prestigiosi vedutisti quale è stato Ippolito Caffi, ivi conservati.
Gribaudi, in quest’occasione, ha descritto il valore dei dipinti di gusto orientalista del pittore esposti nelle sale di Ca’ Pesaro, annunciando che saranno presentate altre iniziative di valore in Veneto.
In sala il pubblico è stato intrattenuto dai relatori, l’amb. Giampaolo Cantini, l’amb. Gaetano Cortese, l’amb. Umberto Vattani, l’arch. Ketty Migliaccio, moderati dal giornalista Stefano Polli, vice direttore dell’ANSA.
Si sono susseguiti gli interventi dell’amb. Cortese che, dopo i ringraziamenti di rito, ha illustrato l’impegno condiviso e profuso nel redigere il nuovo volume della collana che ha lo scopo di divulgare il ricco patrimonio delle ambasciate italiane all’estero ad un pubblico sempre più vasto, sottolineando l’importanza della sede cairota per la sua straordinaria testimonianza di gioiello dell’architettura e dell’eccellenza italiana in Egitto. Ha citato anche l’edizione relativa alla sede di Istanbul per ribadire la connessione tra Oriente e Occidente esercitata da Venezia.
L’amb. Giampaolo Cantini, promotore della pubblicazione, ha ricordato il forte legame con la fervida comunità italiana residente in Egitto - giunta, ormai, alla sesta generazione- che ha preservato con orgoglio costumi e tradizioni all’italiana, prevalentemente nell’uso della lingua. Il diplomatico ha ricordato le radici comuni dei grandi personaggi della letteratura italiana come Giuseppe Ungaretti e Filippo Tommaso Marinetti, entrambi nati ad Alessandria d’Egitto.
Il vicedirettore Stefano Polli ha evidenziato quanto il ricorso al cosiddetto ‘soft power’ della diplomazia italiana fosse un esercizio consolidato e un’inesauribile fonte di penetrazione culturale. La sede italiana al Cairo rappresenta, infatti, un esempio tangibile per la storia della sua costruzione ricca di aneddoti che intessono la fitta trama di rapporti tra comunità e diplomazia, imprenditoria e intellettuali, nel difficile compito di costruire lo ‘spazio italiano’ attraverso anche la mediazione dell’arte e dell’architettura.
A questo proposito l’amb. Umberto Vattani, già segretario generale della Farnesina per due volte e attualmente presidente della Venice International University, ha ricordato gli sforzi compiuti dagli italiani in Egitto per contribuire all’efficienza amministrativa, alla crescita e all’innovazione del Paese ospitante, citando, ad esempio, alcune figure di rilievo come Lorenzo Masi, che introdusse il catasto al tempo di Mohamed Alì, o Carlo Meratti, fautore del primo ufficio postale.
Non è mancato un accenno all’archeologia, ricordando la missione del noto egittologo Carlo Rossetti, esploratore della Valle del Nilo nella prima metà dell’Ottocento; i risultati eccezionali negli scavi condotti dall’egittologo Ernesto Schiapparelli, fino alla costituzione della collezione egizia del Museo di Torino. L’amb. Vattani ha, inoltre, ricordato gli interventi italiani degli esperti cavatori di marmo nei più recenti lavori per il trasloco del Tempio di Abu Simbel a fine anni’60.
Non sono mancate citazioni alle opere come il Teatro dell’Opera al Cairo, costruito al tempo di Ismail Pasha, che ricorda nella sua foggia il Teatro alla Scala di Milano. Al Teatro dell’Opera del Cairo si assistette, per l’inaugurazione del canale di Suez, alla spettacolarizzazione dell’”Aida” di Giuseppe Verdi, opera esibita alla Fenice di Venezia solo qualche anno più tardi. Anche l’incendio subito da entrambi i teatri ne fa un tratto comune. Infine, è stato citato, il contributo italiano professionale e imprenditoriale dato dall’ingegneria idraulica per la realizzazione dell’Istmo di Suez.
Il legame con la comunità trova il suo spazio di aggregazione nell’edificio della sede dell’ambasciata sorta a Garden City, a partire dagli anni 1925 fino al 1930, come ha ricordato l’arch. Ketty Migliaccio, esperto della storia dell’architettura delle ambasciate italiane, la quale ha sottolineato gli sforzi allora compiuti dalla diplomazia per rinvenire risorse materiali e intellettuali per l’esecuzione dell’edificio che rientrava in un vasto programma di costruzione della rete diplomatica.
L’efficienza amministrativa del ministero degli Esteri si qualificò, all’epoca, in una Commissione speciale per gli arredi e la costruzione delle sedi all’estero, a cui presero parte ambasciatori di rango come Giacomo Paulucci Barone de’Calboli e lo stesso architetto Florestano Di Fausto, autore del progetto della sede de Il Cairo e di altre sedi all’estero.
Dalla disamina è emerso il ruolo fondamentale degli ambasciatori che si sono succeduti all’epoca della sua costruzione, come Luigi Aldrovandi Marescotti e Carlo Caccia Dominioni di Sillavengo, Gaetano Paternò, Roberto Cantalupo, i quali hanno impresso, attraverso la propria esperienza, il forte carattere di italianità, traducendo la forza iconica dell’architettura della sede cairota.
Il dominio delle forme architettoniche si fonde al paesaggio fluviale del Nilo, trasformando il luogo fisico inclusivo, in un ponte tra le culture. La sede de Il Cairo testimonia la promozione dell’eccellenza delle arti italiane che, fin dagli esordi del progetto, guarda anche a Venezia nel programma iconografico degli apparati decorativi, traendo ispirazione pure dai soffitti della Sala degli Scarlatti del Palazzo Ducale.
In sala erano presenti tra gli altri Mattia Carlin, vicepresidente dell’Unione dei Consoli in Italia UCOI; Fabio Cadel, console generale onorario di Tunisia a Venezia, insieme ad altre personalità di spicco della cultura, scienza ed economia.
La presentazione si è conclusa in un clima partecipato del pubblico. A tutti gli ospiti è stato donato un esemplare del volume sulla ambasciata d'Italia in Egitto da parte dell'Editore Giovanni Battista Colombo di Roma.

Mattia Carlin

Fonte: Mattia Carlin
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