05 Maggio 2024
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Papa a Corpo Diplomatico: “ogni conflitto colpisce popolazione civile”

08-01-2024 15:23 - Vaticano
GD - Città del Vaticano, 8 gen. 24 - Un discorso soprattutto dedicato alla pace, con l'ammonimento che ormai non ci sono guerre al mondo che riescano ad evitare vittime civili, e che “non sono danni collaterali. Sono bambini che rimangono orfani e privati del futuro. Sono persone che soffrono la fame, la sete e il freddo o che rimangono mutilate a causa della potenza degli ordigni moderni”.
Ma, nel tradizionale incontro con il corpo diplomatico, che accoglie i rappresentanti dei 184 Stati che intrattengono relazioni con il Vaticano, Papa Francesco ha guardato oltre. Ha detto un “no” netto e deciso alla maternità surrogata, chiedendo un bando internazionale della pratica. Ha chiesto il rispetto dei trattati internazionali e dei diritti umani. Ha tratteggiato una pace possibile, contro l'inutile strage della guerra.
Di fronte agli ambasciatori accreditati in Vaticano, Papa Francesco ha tratteggiato le sue priorità diplomatiche, ma soprattutto delinea quella che è “una via per la pace”, che passi da disarmo integrale, educazione, economia, anche cura del creato, e, appunto, rispetto della vita. Il Papa ha fatto anche una panoramica delle situazioni mondiali, si è soffermato a lungo sulla situazione in Terrasanta, non ha dimenticato la Siria, toccato l'Ucraina, ma ha guardato anche al Centro e Sud America, denunciando ciò che accade in Nicaragua, ma senza trascurare le tensioni in Venezuela e Guyana.
È il momento in cui la diplomazia della Santa Sede sembra essere marginalizzata, eppure è quello in cui il Papa sta rivendicando maggiormente una azione e una presenza. In effetti, al termine dello scorso anno, come ha ricordato Papa Francesco, si è finalmente giunti alla nomina di un rappresentante della Santa Sede residente in Vietnam e si sono aperte relazioni diplomatiche con l'Oman, c'è un nuovo accordo con il Kazakhstan (e si sta negoziando quello con la Mongolia, che il Papa non menziona) e si sono celebrati quattro anniversari importanti: il centenario delle relazioni con Panama, il settantesimo delle relazioni con l'Iran, il sessantesimo delle relazioni con la Corea, il cinquantesimo delle relazioni con l'Australia.
Papa Francesco ha centrato il suo discorso sulla questione della pace. Lo fa ricordando Pio XII e il suo radiomessaggio del 1944, quando, mentre la guerra volgeva verso la conclusione, Papa Pacelli chiedeva di “fare di questa guerra mondiale, di questo universale sconvolgimento, il punto da cui prenda le mosse un'era novella per il rinnovamento profondo”. Ma, come ha lamentato Papa Francesco, ottanta anni dopo quella spinta ad un rinnovamento profondo “sembra essersi esaurita e il mondo è attraversato da un crescente numero di conflitti che lentamente trasformano quella che ho più volte definito la guerra mondiale a pezzi in un vero conflitto globale”.
Papa Francesco ha cominciato la sua panoramica mondiale da Israele e Palestina. Il Papa ha detto di essere “preoccupato” dalla situazione, nota che “tutti siamo rimasti scioccati dall'attacco terroristico contro la popolazione in Israele del 7 ottobre scorso, dove sono stati feriti, torturati e uccisi in maniera atroce tanti innocenti e molti sono stati presi in ostaggio”, e ribadisce la sua condanna “ad ogni forma di estremismo e terrorismo”.
E infatti, come ha annotato, “le questioni non si risolvono così”, tanto che l'attacco dell'8 ottobre “ha provocato una forte risposta militare israeliana a Gaza che ha portato la morte di decine di migliaia di palestinesi, di cui tanti innocenti, e ha provocato una situazione umanitaria gravissima e sofferenze inimmaginabili”.
Papa Francesco ha ribadito l'appello per un cessate il fuoco su tutti i fronti, incluso il Libano, per la liberazione degli ostaggi e per la ricezione di aiuti umanitari, e reitera la necessità di perseguire la soluzione di due Stati (Palestina e Israele) e uno statuto internazionale per Gerusalemme.
Il conflitto di Gaza, aggiunge Papa Francesco, destabilizza l'area mediorientale: dalla Siria (Papa Francesco ha chiesto anche di arrivare ad un dialogo per sollevare le sanzioni internazionali, ricordando anche i rifugiati siriani nei Paesi vicini) al Libano (con la richiesta che si superi lo stallo istituzionale).
Ma il Papa non ha dimenticato il Myanmar, dove tra l'altro continuano gli attacchi contro la Chiesa, nel silenzio internazionale, e ha chiesto che “vengano messi in campo tutti gli sforzi per donare speranza a quella terra e un futuro degno alle giovani generazioni, senza dimenticare l'emergenza umanitaria che ancora colpisce i Rohingya”.
Nel suo discorso che apre il nuovo anno, Papa Francesco non ha esitato però a toccare temi scottanti e dibattuti, sollevando una ferma condanna nei confronti della maternità surrogata. Parlando al Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede, il Pontefice ha categoricamente definito tale pratica “deprecabile”, sottolineando il doppio affronto che essa rappresenta: un'offesa verso la dignità della donna e una mercificazione della vita del bambino. La maternità surrogata, ha dichiarato il Papa, non dovrebbe trovare posto in alcuna società che valorizzi il rispetto della vita umana, ed è imperativo che la comunità internazionale agisca per proibirne l'esecuzione in maniera universale.
Il messaggio di Papa Francesco si inscrive nel solco di un approccio etico fortemente ancorato alla tutela dell'esistenza umana fin dal suo concepimento. All'interno del suo discorso, il Papa ha elogiato la via della pace che si costruisce attraverso il rispetto di tale principio fondamentale. Ha inoltre contestato la diffusione di una “cultura della morte” che purtroppo trova terreno fertile in molte regioni dell'Occidente e che, camuffata da una mal interpretata compassione, porta alla marginalizzazione dei più vulnerabili – bambini, anziani e malati.
Papa Francesco ha affrontato anche altri temi di rilevanza globale, come il rispetto dei diritti umani e la crescente tendenza ad introdurre nuovi diritti che, a suo dire, potrebbero distorcere quelli stabiliti nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Riferendosi alla “teoria del gender”, ha espresso preoccupazioni sulla tendenza di alcune ideologie a cancellare le differenze naturali nell'insistenza su un'eguaglianza forzata, potenzialmente pericolosa perché potrebbe portare a colonizzazioni ideologiche che dividono anziché unire.
In questo contesto di difesa dei principi etici e religiosi tradizionali, Papa Francesco non ha trascurato di evidenziare preoccupazioni specifiche riguardanti l'antisemitismo e la persecuzione dei cristiani. Il crescente numero di atti di discriminazione contro queste comunità è motivo di allarmante considerazione per il Pontefice, che ha richiamato tutti all'educazione alla fraternità e alla necessità di tutelare la libertà religiosa.
Infine, in vista del Giubileo che inizierà il prossimo Natale, il Papa ha ringraziato le autorità italiane per l'impegno dimostrato nella preparazione dell'evento. Un tempo di grazia, giustizia e di riposo per la terra, il Giubileo è una tradizione giudeo-cristiana che invita a rinnovare l'esperienza della misericordia divina e del dono della pace, uno spazio all'interno del quale si spera di superare le divisioni e costruire un futuro di unità e reciproco rispetto.


Fonte: Redazione
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