05 Maggio 2024
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Pakistan: “viaggio nel Kashmir, la prigione più bella del mondo”

06-08-2021 10:01 - Ambasciate
GD – Roma, 5 ago. 21 - L'amb. Jauhar Saleem, diplomatico del Pakistan in Italia, in un articolo scritto per il quotidiano «GIORNALE DIPLOMATICO» ha posto, in modo garbato ma fermo, la questione della forte ingerenza dell'India nel Kashmir. Questo il suo articolo.
«È agosto! E sebbene il mondo sia ancora alle prese con una pletora di problemi, Covid-19, elezioni e recessioni, si vede una vera felicità sui volti dei romani in questi giorni. Dopo tutto, questo è un mese di vacanze in Italia, con quasi tutti quelli che ho incontrato che si prendono una piccola pausa dalla loro ingombrante routine.
La città eterna in agosto, con i suoi splendidi palazzi, chiese solenni e monumenti splendenti è uno spettacolo da vedere! Ora, si possono anche scorgere i turisti che ritornano, assorbendo ancora una volta questo capitolo infinito del libro di storia che è Roma. In realtà è bello sperimentare finalmente una parvenza di normalità nelle nostre vite, mentre l'ombra grigia del Covid-19 si ritira.
Eppure, mentre la vita riprende e l'atmosfera diventa festosa, continuo a tornare al pensiero straziante che questo è agosto, dopo tutto, e sono passati due anni da quando l'India ha annesso illegalmente un territorio conteso universalmente riconosciuto, in totale violazione del diritto internazionale e di una serie di risoluzioni delle Nazioni Unite, violando palesemente il suo impegno verso il popolo kashmiro e spogliandolo della sua identità unica.
Dopo quasi 70 anni di oppressione nascosta ma ben orchestrata sulla valle, l'India nel 2019 ha rivelato i suoi piani annettendo il territorio proprio come i passati regimi fascisti, le cui azioni distruttive riecheggiano ancora oggi. Con un solo passo, ben otto milioni di persone sono state confinate nelle loro case, le loro vite sconvolte e l'intera valle trasformata in una prigione. Da due anni un'intera popolazione, giovani, vecchi e bambini, è costretta a vivere sotto un assedio militare sostenuto da leggi draconiane, tutte volte a sopprimere le libertà di base e i diritti umani fondamentali.
Ciò che è ancora più allarmante è che alle forze indiane in Kashmir è stata data completa immunità e hanno fatto ricorso a falsi incontri, uccisioni extra-giudiziali e numerose misure irreprensibili senza alcun controllo. Questa violenza sponsorizzata dallo Stato è perseguita seguendo la stessa strada battuta di etichettare una lotta indigena come "terrorismo".
L'India vuole semplicemente cambiare la demografia del Kashmir trasformando la sua maggioranza musulmana in una minoranza. Con le sue nuove regole di domicilio, calpesta così sfacciatamente il diritto internazionale e la Quarta Convenzione di Ginevra, che proibisce alle potenze occupanti di trasferire la propria popolazione civile in un territorio conteso.
Anche durante la pandemia, l'India non ha ceduto sull'allentamento delle restrizioni, né ha permesso l'accesso alle Agenzie di aiuto. Avendo tutti noi vissuto questa pandemia, si può immaginare solo per un secondo cosa significa essere tagliati fuori dai propri cari, senza informazioni o contatti con il mondo esterno, soprattutto in un momento così difficile.
È così spiacevole che queste azioni abominevoli siano perseguite come promesse elettorali e sono un tentativo inquietante del BJP (Bharatiya Janata Party) di mettere semplicemente in atto la sua pretesa ideologia Hindutva, un'agenda nazionalistica in cui non c'è posto per le minoranze religiose in "Hindustan". Che si tratti della legge di modifica della cittadinanza o dei grandi centri di detenzione istituiti per le minoranze, questi sono solo mezzi del partito al potere per definire una nuova India e tracciare linee di demarcazione evidenti, dividendo il Paese sulla base della religione.
Non possiamo essere spettatori silenziosi di questa tragedia, sperando di sottrarre il nostro sguardo da questo cupo palcoscenico, dove i legittimi diritti e le libertà del popolo kashmiro sono così apertamente e brutalmente calpestati dall'India. L'Europa è sempre stata la portabandiera della difesa dei diritti umani e oggi più che mai deve esprimersi contro queste gravi violazioni commesse. Deve farsi portavoce della richiesta all'India di porre fine al suo assedio militare in Kashmir, rispettare le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell'ONU e revocare la sua azione illegittima di cambiare unilateralmente lo status del Kashmir».

Jauhar Saleem
Ambasciatore del Pakistan in Italia


Fonte: Amb. Saleem
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