05 Maggio 2024
[Testata sito web Giornale Diplomatico]
News
percorso: Home > News > Opinioni

Ora è finalmente tempo di rifondare le Nazioni Unite

03-04-2023 15:10 - Opinioni
GD – Roma, 3 apr. 23 - La Russia ha appena assunto la Presidenza del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, l’organismo con le maggiori responsabilità tra le incombenze del Palazzo di Vetro. Il presidente ucraino Zelensky ha parlato di “fallimento delle istituzioni mondiali" e certamente non gli si può dare torto. Infatti, è un ossimoro che la Russia vada a presiedere il Consiglio di Sicurezza dell’ONU proprio mentre è in guerra unilterale ormai da oltre un anno con l’Ucraina. Questa presidenza è la normale turnazione tra gli Stati membri, prevista dalle regole di funzionamento delle Nazioni Unite: tocca ad ognuno dei 15 Paesi che fanno parte del Consiglio di Sicurezza presiedere il Consiglio per un mese. La turnazione avviene in ordine alfabetico. La Cina, la Francia, la Gran Bretagna, la Russia e gli Stati Uniti sono i cinque membri permanenti del Consiglio. Altri 10 Paesi entrano a far parte del Consiglio come membri non permanenti, per un periodo di 2 anni. Per il biennio 2023-2024, a questo titolo ne fanno parte l’Albania, Brasile, Gabon, Ghana, Ecuador, Emirati Arabi Uniti, Giappone, Malta, Mozambico e Svizzera.
I cinque membri permanenti del Consiglio sono stati decisi dopo la fine della Seconda Guerra mondiale e rappresentano i Paesi vincitori del conflitto. Sarebbe opportuno però riconsiderare le modalità di definizione dei membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, sia per riflettere meglio la situazione geopolitica mondiale attuale, sia per rivedere l’articolo 51 che ribadendo il “diritto naturale” alla legittima difesa individuale o collettiva, nel caso in cui si verifichi un attacco armato contro un membro delle Nazioni Unite, stabilisce anche che «deve essere il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a intraprendere le misure necessarie per mantenere la pace e la sicurezza». La conseguenza pratica dell’articolo 51 è che se un membro permanente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite attacca un altro Paese, come sta avvenendo in Ucraina, non ricevendo il consenso del Consiglio non si possono intraprendere misure per mantenere la pace e la sicurezza.
L'Assemblea Generale dell'ONU si è riunita il 2 marzo dell’anno scorso per votare la risoluzione di condanna dell'invasione immotivata dell'Ucraina da parte della Russia. I voti a favore della risoluzione sono stati 141; quelli contrari sono stati solo 5: Russia, Bielorussia, Eritrea, Corea del Nord e Siria. Gli astenuti sono stati 35, tra cui la Cina. Malgrado il voto di condanna dell'Assemblea la guerra è continuata e continua oggigiorno. Nell’era del multimediale, dell’informazione disponibile h24, 7 giorni su 7, tutti abbiamo avuto modo di vedere la barbara distruzione di un Paese intero, dei suoi civili e la tragedia umana che la follia della classe dirigente russa ha generato.
Notizie più o meno verificate, quindi da prendere con un margine di dubbio, parlano di almeno 50 mila soldati ucraini periti sul campo di battaglia; di oltre 30 mila civili ucraini uccisi. Ma parlano anche di ben 175 mila soldati russi morti in Ucraina, con un rapporto di uno a tre con i morti ucraini.
Cosa ha fatto l’ONU dal 24 febbraio 2022 ad oggi, cioè in oltre un anno di guerra? Niente! malgrado la condanna dell’Assemblea Generale per la guerra. Le azioni concrete si sono rivolte a fornire qualche aiuto ai profughi, a garantire l'importazione del grano necessario per il funzionamento del World Food Program, ma niente altro di veramente tangibile per mantenere la pace in Ucraina e garantire la sicurezza dei civili.
Le azioni umanitarie concrete le hanno portate avanti i Paesi Europei, facendosi carico di milioni di profughi, soprattutto donne e bambini. E di questo va dato merito alla Polonia, Romania, Slovacchia e Ungheria che hanno accolto milioni di persone. Anche gli altri Paesi Europei hanno accolto decine di migliaia di profughi, ma in numero molto inferiore rispetto allo sforzo titanico che sta sostenendo, ad esempio, la Polonia.
Con la Presidenza di turno del Consiglio di Sicurezza dell’ONU affidata alla Russia, anche se per solo un mese, si sancisce l’assurdità di questa struttura sovranazionale fondata il 24 ottobre 1945 da 51 nazioni impegnate a preservare la pace e la sicurezza collettiva grazie alla cooperazione internazionale. Oggi aderiscono all’ONU 193 Paesi. Solo 3 Paesi non sono membri dell’ONU ed hanno uno status di “osservatori”. Sono la Palestina, il Vaticano e Taiwan; quest’ultimo estromesso dall'ONU nel 1971 per volere della Cina. E anche questo la dice lunga sul funzionamento e sull’indipendenza internazionale dell’ONU.
Che fare? Certamente l'idea di poter contare su una struttura sovranazionale che svolga la funzione di arbitraggio per la risoluzione di contese che possono nascere tra due o più Paesi è un concetto valido, che ha alla base un’idea nobile e di altissimo valore.
Purtroppo, però, non sempre i concetti e le idee più visionarie si traducono in realtà concrete che pongano in essere quanto auspicato. Le Nazioni Unite sono oggi la rappresentazione plastica della distanza che può intercorrere tra le buone intenzioni e la realtà che realizza quelle intenzioni.
Proprio per queste ragioni è assolutamente necessario rifondare le Nazioni Unite, sfoltire la costosa pletora di dipendenti e abolire i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza per sostituirli con membri eletti a turno da tutti i Paesi aderenti. E stabilire in modo chiaro che se un Paese ne invade un’altro, l’ONU deve intervenire entro 24 ore, qualsiasi sia la ragione che ha fatto scaturire il conflitto.
Solo così si potrà dare valore alle Nazioni Unite.

Ciro Maddaloni
Esperto di eGovernment internazionale


Fonte: Ciro Maddaloni
[]
[]
[]
[]
[]
[]
[]
[]
[]
[]
[]
Media partnership
[]

Realizzazione siti web www.sitoper.it
cookie