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ONU: cominciata sessione negoziato su riforma Consiglio Sicurezza

16-03-2021 19:25 - Ambasciate
L'Amb. Mariangela Zappia L'Amb. Mariangela Zappia
GD - New York, 16 mar. 21 - Al via oggi la sessione 2021 del negoziato intergovernativo sulla riforma del Consiglio di Sicurezza ONU. Al Palazzo di Vetro, la Rappresentante Permanente italiana, Amb. Mariangela Zappia, è intervenuta a nome del gruppo Uniting for Consensus, guidato dall’Italia. “Legittimità e rappresentatività sono concetti-chiave della nostra visione di riforma”, ha detto il diplomatico italiano riferendosi alla proposta UfC per un allargamento del Consiglio attraverso un aumento dei suoi seggi elettivi.
“Nel 1945, gli Stati membri ONU erano 51 e i seggi elettivi in Consiglio erano sei: facendo una proporzione, meno di otto Stati competevano quindi per un seggio in Consiglio", con buone probabilità di essere eletti. Oggi queste probabilità si sono rarefatte: "l’ONU è cresciuta a 193 Stati membri ma i seggi elettivi sono solo dieci: sono quindi ben diciannove gli Stati a competere per ogni seggio", ha continuato la Rappresentante Permanente ponendo l’accento sulle ridotte possibilità di accedere al Consiglio soprattutto per i piccoli Stati e i Paesi meno sviluppati, tutt’oggi cronicamente sotto-rappresentati nell’organo.
La proposta UfC, se approvata, porterebbe il numero dei membri eletti del Consiglio da 10 a 21, ripristinando la ratio di 1/9, la stessa proporzione che l’organo presentava ai suoi albori dopo la celebre Conferenza di San Francisco.
In questo modo, il Consiglio non solo guadagnerebbe in rappresentatività ma anche in legittimità nei confronti della intera membership.
Tradotto in termini di "metodi di lavoro", altro punto in agenda della riunione di oggi, il Consiglio aumenterebbe anche la propria efficienza ed efficacia, perché nelle parole dell’Ambasciatrice “se i membri eletti non hanno posizioni di vantaggio o privilegio da difendere, sono naturalmente inclini a migliorare le procedure e metodi come garanzia di trasparenza e inclusività degli altri Stati membri”.
Un siffatto Consiglio faciliterebbe anche i processi decisionali fra Consiglio stesso e Assemblea Generale (unica istituzione ONU ad avere una composizione universale), con beneficio e rafforzamento reciproco dei due organi.
In ogni caso, secondo la Rappresentante Permanente “gli interessi degli Stati membri che siano trattati nell’agenda del Consiglio, devono sempre essere presi in debita considerazione”: ad esempio nel definire o rinnovare i mandati delle Operazioni di Peacekeeping devono essere sentiti i Paesi contributori alle forze Troop and Police, le cui donne e uomini rischiano la vita ogni giorno sul terreno.
"Quello che serve è pragmatismo, disponibilità al compromesso e puntare a una riforma che sia davvero per tutti. Una riforma solo per alcuni, non solo è anacronistica e antidemocratica: è una riforma che non ha futuro”.


Fonte: Redazione
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