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Non perdere l'occasione per rifondare l’inerte ONU

25-10-2023 19:17 - Opinioni
GD – Roma, 25 ott. 23 - Mai come oggi si rende necessario avere le idee chiare sulle cose importanti ed urgenti da fare: per questo va detto con forza, che bisogna fare un passo in avanti ed avere il coraggio di chiedere, finalmente, di rifondare l’Organizzazione delle Nazioni Unite.
L’ONU, com’è adesso, è solo un teatro di discussioni inconcludenti. Infatti, malgrado la gravità del momento storico, con il Pianeta quasi all’inizio di una terza guerra mondiale e malgrado esistano regole ben precise nella Convenzione di Ginevra, firmate da quasi tutti gli stati, per garantire la pace e la sicurezza nel mondo, sembra che queste regole siano state “dimenticate” proprio dall’ONU, che è preposta al rispetto di quella Convenzione.
La Convenzione definisce una serie di trattati internazionali con le regole di condotta che tutti i Paesi aderenti devono rispettare in caso di conflitto armato. La Convenzione di Ginevra è composta da quattro trattati principali, adottati nel 1949, e da due protocolli aggiuntivi, adottati nel 1977.
Questi trattati stabiliscono che, in caso di conflitto armato, le persone che non partecipano, o non partecipano più alle ostilità, devono essere protette da atti di violenza e dall’arbitrio.
I trattati garantiscono, in particolare, la protezione dei seguenti soggetti:
● i militari feriti o malati, sia che si trovino in territorio amico che nemico, devono essere curati e assistiti;
● i prigionieri di guerra, i militari catturati durante un conflitto armato, devono essere trattati con umanità e rispetto;
● i civili, che si trovano in territorio occupato, devono essere protetti da atti di violenza e dall’arbitrio.
Tra le disposizioni più importanti della Convenzione di Ginevra si possono ricordare le seguenti:
● il divieto di attaccare i civili e i beni civili, come case, ospedali e scuole, che non possono essere bersagli nel conflitto;
● il divieto di tortura e di trattamenti crudeli, inumani o degradanti per i prigionieri di guerra e le persone civili; non possono essere sottoposti a tortura o a trattamenti crudeli, inumani o degradanti;
● il diritto al cibo, all’acqua e alle cure mediche per i prigionieri di guerra e le persone civili, che hanno diritto al cibo, all’acqua e alle cure mediche;
● il diritto di essere informati. I prigionieri di guerra e le persone civili devono essere informati sui propri diritti di prigionieri di guerra.
La Convenzione di Ginevra (i trattati che ne sono derivati), al 3 agosto 2023, sono stati ratificati da 196 Paesi e sono vincolanti per tutti gli Stati che li hanno firmati, indipendentemente dal conflitto armato in corso.
Tutti i Paesi membri delle Nazioni Unite - ad eccezione di Afghanistan, Cina, Corea del Nord e Eritrea - hanno firmato i trattati. Gli Stati Uniti hanno ratificato i quattro trattati principali, ma non hanno ancora ratificato i due protocolli aggiuntivi.
Nelle intenzioni dei firmatari della Convenzione di Ginevra questa doveva rappresentare la pietra miliare del diritto internazionale umanitario ed avrebbero dovuto contribuire a ridurre le sofferenze delle vittime di guerra e proteggere i diritti umani in tempo di conflitto.
Cosa che non è avvenuta in Afghanistan, in Iraq, in Libia, cosa che non avviene oggi in Yemen, in Darfur, nel Nagorno Karabakh e in tanti altri posti nel mondo dove sono in corso conflitti tra etnie o Paesi diversi.
Se non si ha la forza di denunciare i crimini dei militari e dei mercenari russi in Ucraina; se non si ha il coraggio di denunciare Hamas come organizzazione terroristica per quello che ha appena compiuto, allora vuol dire che l’ONU che è preposta a fare rispettare Convenzione di Ginevra non ha più ragione di esistere.
In qualsiasi azienda, in qualsiasi organizzazione che si rispetti, i dirigenti che hanno fallito nel compito loro assegnato si dimettono, oppure, vengono allontanati dalle assemblee che li hanno nominati. Per questo non si capisce come mai i vertici dell’ONU non abbiano ancora sentito l’esigenza di rimettere il loro mandato. Evidentemente preferiscono accettare l’ulteriore umiliazione di essere mandati via dall’Assemblea. Se loro preferiscono così, rispettiamo la loro scelta!
Ma non perdiamo l’occasione di mandarli a casa e di rifondare finalmente le Nazioni Unite, con un nuovo statuto e nuove regole adeguate alla realtà mondiale attuale.

Ciro Maddalonmi
Esperto di eGovernment internazionale


Fonte: Ciro Maddaloni
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