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NATO: resoconto conferenza NATO Defense College Foundation a Farnesina

13-10-2023 17:54 - Opinioni
GD - Roma, 13 ott. 23 - Il settimo appuntamento della serie di conferenze annuali dedicate alla NATO e alla sicurezza transatlantica ha riunito 18 specialisti internazionali e un pubblico di circa 250 persone (in presenza e online) nella cornice istituzionale della Farnesina. In agenda, alcuni dei temi più discussi del momento: il futuro dell'Alleanza Atlantica tra minacce emergenti e riforme interne; politiche e investimenti per rafforzare deterrenza e difesa comune; l'importanza del Fianco Sud: sfide, opportunità e necessità di rilanciare i partenariati NATO nella regione – oggi più che mai, alla luce delle grandi crisi recenti.
Questa una selezione di citazioni dei relatori.
- Amb. Alessandro Minuto-Rizzo, presidente della NATO Defense College Foundation, Roma - «La NATO si avvicina al suo 75º anniversario dimostrando di essere l'Alleanza più resiliente della storia, e nel frattempo la necessità di guardare alla sicurezza internazionale a 360° è diventato più rilevante che mai. È necessario guardare in tutte le direzioni, mantenendo alta la guardia e vivo il dialogo sulla sicurezza. […] È senza dubbio necessario prendere valutare opzioni credibili nei confronti dell'Est, ma è altrettanto urgente adottare una posizione chiara sul Sud».
- Amb. Riccardo Guariglia, segretario generale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale - «Ora che la guerra ha fatto ritorno in Europa, dobbiamo ribadire la nostra assoluta convinzione ad affrontare tutte le minacce e le sfide che fronteggiano la comunità euro-atlantica, di qualunque provenienza esse siano, adottando un approccio globale. E il principio della difesa collettiva resta fondamentale per proteggere l'oltre un miliardo di persone che abitano i territori alleati».
- Florence Gaub, direttrice della Divisione Ricerca del NATO Defense College, Roma - «Ritengo che la NATO non sia affatto cerebralmente morta. Piuttosto, direi che le grandi sfide che ha di fronte l'hanno rinvigorita. […] In questo stesso contesto, però, occorre smettere di guardare al Sud come il cortile dell'Europa, da formare o da contenere nei propri confini. È un'entità geopolitica a sé stante (tra l'altro molto corteggiata da Russia, Cina e altri) e come tale va considerata».
- Nicolò Russo Perez, responsabile delle Relazioni Internazionali, Compagnia di San Paolo, Torino - «Vorrei sottolineare l'importanza della cooperazione tra entità pubbliche e private: con il processo NATO2030, l'Alleanza ha avuto l'opportunità di accogliere i contributi di esperti della comunità scientifica e del settore privato, tutti impegnati nella sfida di contribuire alla definizione della NATO del futuro. […Inoltre,] il lancio del programma DIANA e il Fondo per l'innovazione della NATO aprono la strada al lavoro dei centri di ricerca applicata e delle start-up, che devono essere molto valorizzati».
- Amb. Stefano Pontecorvo, presidente di Leonardo, Roma - «Il sistema di sicurezza europeo necessita di maggiori investimenti nel prossimo futuro: sia per riequilibrare il rapporto con gli USA, sia perché non conosciamo la provenienza delle prossime minacce. […] Nell'attuale fase di incertezza, dobbiamo mirare a potenziare i meccanismi di cooperazione tra i paesi in materia di scienza, trasferimenti di tecnologia e innovazione industriale. […] Dobbiamo avere la capacità e il coraggio di collaborare su nuove competenze sistemiche e rafforzare la cooperazione tecnologica Nord-Sud, attraverso modalità concordate e programmi industriali dedicati in grado di proteggere le esigenze strategiche dei partner coinvolti».
- Oana Lungescu, distinguished fellow del Royal United Services Institute; ex portavoce NATO, Bruxelles - «È risaputo che quest'anno la Russia impegnerà quasi il 30% del suo bilancio nel settore militare e che la Cina si è posta come obiettivo di diventare una superpotenza economica e militare entro il 2029. Questi numeri danno un'idea della competizione geostrategica a livello mondiale in cui operiamo come NATO, un'alleanza che garantisce la pace e la sicurezza di un miliardo di persone in Europa e Nord America e salvaguarda, da ultimo, il nostro stile di vita».
- Karl-Heinz Kamp, associate fellow, German Council on Foreign Relations, Berlino - «L'Unione Europea si è dimostrata molto unita sulle sanzioni alla Russia, sul supporto all'Ucraina, sulla politica energetica, ecc. In questo modo, è riuscita ad affermarsi come un attore chiave dal punto di vista politico e di sicurezza. E tuttavia, continua ad essere carente sull'aspetto militare. Se l'idea di un organismo autonomo e sovrano in grado di occuparsi delle proprie questioni militari non era molto realistica quando è nata, adesso è praticamente morta. L'unica strada percorribile non quella è verso un'UE indipendente, bensì quella che metterà in atto una sempre più stretta cooperazione tra UE e NATO».
- Camille Grand, distinguished policy fellow, European Council on Foreign Relations, Bruxelles - «Oggi abbiamo di fronte le conseguenze di più di un decennio di tagli alla spesa per la difesa, con ripercussioni sulla prontezza operativa e sui numeri delle forze armate […]. Per questo motivo, il potenziamento della deterrenza convenzionale è da intendersi come uno sforzo a lungo termine: affinché la NATO rimanga al passo dal punto di vista tecnologico, occorrerà aumentare le spese militari, potenziare la produzione di munizioni, ricorrere a più formazione e pianificazione».
. Giovanni Soccodato, managing director, MBDA Italia, Roma - «Nel contesto europeo in particolare, la cooperazione è essenziale per far fronte in maniera efficace alle minacce emergenti, con una risposta tecnologica che sia sempre più sofisticata, in quadri temporali sempre più compressi. La condivisione di capacità e risorse tra i vari paesi, a livello industriale e in termini di capacità tecnologiche, è cruciale: soltanto tramite uno scambio costante tra gli alleati transatlantici possiamo accrescere le nostre capacità e accelerare i processi di innovazione».
- Amb. Marco Peronaci, Rappresentante Permanente d'Italia alla NATO, Quartier Generale NATO, Bruxelles - «Al Vertice di Vilnius è stato fatto un importante passo avanti nella riflessione dell'Alleanza sul Sud. Grazie soprattutto alla pressione dell'Italia ad alto livello politico, gli alleati hanno approvato un mandato specifico che richiede alla NATO un rinnovato impegno nei confronti delle sfide e delle opportunità provenienti dal suo Fianco Sud. C'è un arco di instabilità che si estende dai confini nord-orientali fino a quelli meridionali dell'Alleanza, e un'evidente simmetria di minacce su entrambi i fronti».
- Ian Lesser, vicepresidente e direttore esecutivo, Ufficio di Bruxelles, German Marshall Fund of the United States, Bruxelles - «C'è un nesso tra i teatri a est e a sud della NATO. Se durante la Guerra Fredda – e anche successivamente – l'Alleanza ha considerato secondario il Sud, oggi siamo di fronte a una situazione molto diversa. Abbiamo una guerra a est, e se consideriamo i rischi di una potenziale escalation tendiamo naturalmente a pensare ai Paesi Baltici e al Mar Nero. Tuttavia, possono esserci crescenti tensioni con la Russia anche ai confini della Turchia, in Siria, in Libia, nel Sahel, e nello stesso Mediterraneo. Un nesso c'è. E coinvolge a pieno i nostri partner a sud».
- Abdulaziz Sager, presidente del Gulf Research Center, Gedda - «Una delle ragioni per cui i paesi del Golfo guardano a est è che si sono sentiti trascurati, marginalizzati – nonostante il contributo a livello globale in termini di risorse energetiche. Una possibile soluzione su cui proporrei di ragionare è quella di valutare il modello NATO Plus: perché non includere i paesi del Golfo all'interno della cornice di sicurezza NATO, pur non dando loro un ruolo attivo nei processi decisionali interni? Se l'Occidente offrisse un ombrello di sicurezza, la regione avrebbe meno interesse a guardare a est: è con l'Occidente che ha i rapporti commerciali più longevi, ed è da lì che acquisisce la maggior parte dei suoi arsenali militari».
- Amb. Sen. Giulio Terzi di Sant'Agata, presidente della Commissione Politiche dell'Unione Europea del Senato e già ministro degli Esteri, Roma - «Sono sempre più convinto dell'importanza della grande rete di partner dell'Alleanza Atlantica, che ha oggi più che mai una missione globale. E la guerra in Ucraina ha reso evidente cosa questo significhi. Ma esiste anche un'altra fondamentale minaccia, essenzialmente politica: come riuscire a mantenere unite, coinvolte le nostre opinioni pubbliche? La frequenza delle crisi internazionali genera disagio e sfiducia, che a loro volta minano la nostra necessità di resilienza e deterrenza. Per questo, il nostro compito principale deve essere quello di promuovere una strategia di comunicazione positiva ed efficace contro la disinformazione».
La registrazione completa dell'evento è disponibile sul canale YouTube NDCF.

Fonte: NATO Defense College Foundation
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