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NATO Foundation: seminario su "Black Sea and Balkan Perspectives"

05-08-2021 10:41 - Ambasciate
Amb. Alessandro Minuto Rizzo Amb. Alessandro Minuto Rizzo
GD - Roma, 5 ago. 21 - La NATO Foundation, sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica, ha promosso un seminario su "Black Sea and Balkan Perspecitves - A Strategic Region", al Parco dei Principi Grand Hotel & Spa.
In collaborazione con il Black Sea Trust for Regional Cooperation, la NATO Public Diplomacy Division e il NATO Defense College, l’iniziativa si è tenuta con la presenza del pubblico finalmente di persona dopo mesi di eventi virtuali, nel pieno rispetto delle normative vigenti anti-COVID.
Tre sessioni, 16 specialisti di alto livello provenienti dalla regione, per discutere le opportunità e le sfide di due regioni profondamente interconnesse, nonché di grande rilevanza strategica per l’intera comunità Euro-Atlantica: l’area dei Balcani e del Mar Nero. Il tutto con la partecipazione di 100 persone in sala e circa 200 collegate in virtuale su Zoom che hanno attivamente contribuito ad arricchire il dibattito. Seguono citazioni.
L'amb. Alessandro Minuto-Rizzo, presidente del NATO Defense College Foundation di Roma, ha tra l'altro sottolineato che «la vasta regione dei Balcani e del Mar Nero sta diventando sempre più una priorità strategica. Per secoli la nostra storia e quella dell’Europe Sud-Orientale, ricca di sfide e opportunità, sono state intimamente legate. E i Balcani e i paesi del Mar Nero sono a loro volta profondamente interconnessi. Il nostro evento intende mostrare esattamente queste connessioni offrendo un dibattito ampio, nei temi e nelle prospettive. L’Europa ha un grande interesse per questa parte del continente, dove, alla fine dei conti, ciò che è in gioco è la piena integrazione».
Da parte sya Helena Legarda, analista senior del China Security Project, Mercator Institute for China Studies, Berlino, ha rilevato che «la Cina è arrivata nei Balcani Occidentali solo di recente. La sua è una presenza non ancora marcata ma senza dubbio in crescita. Agli occhi di Pechino, la regione rappresenta un’opportunità politica ed economica, un ponte verso l’Europa. Specialmente in questo momento storico in cui alcuni paesi dell’area si sentono tagliati fuori dalle istituzioni Euro-Atlantiche».
Dmitri Trenin, direttore del Carnegie Moscow Center di Mosca, ha sostenuto che «per la Russia il Mar Nero è uno spazio di grande importanza strategica dove puntare a prevenire ogni minaccia si profili all’orizzonte trovano all’orizzonte. Se provocata in quest’area, Mosca è infatti in grado di fornire una risposta armata alla provocazione. D’altra parte, i Russi considerano i Balcani Occidentali come appartenenti alla sfera di influenza occidentale. Il Cremlino usa la regione, in particolare la Serbia, soprattutto per “pubbliche relazioni”: per mostrare che in Europa ci sono leader che non percepiscono la Russia come un aggressore».
Nel suo intervento Amer Kapetanovic, direttore politico del Regional Cooperation Council di Sarajevo, ha affermato che «secondo il sondaggio annuale del Balkan Barometer, più del 60% della popolazione dei Balcani vuole che i valori dell’UE prevalgano su quelli degli altri attori, e desiderano aderire all’Unione Europea. L’influenza della Cina, della Russia, o dei Paesi del Golfo nella regione non può essere paragonata ai finanziamenti e agli investimenti economici dell’UE».
Solomon Passy, presidente dell'Atlantic Club of Bulgaria di Sofia, ha posto in evidenza che «abbiamo di fronte sfide molto importanti: mancanza di leadership nella regione e sospetto reciproco tra i paesi dell’area. A questo proposito, per diversi motivi storici, la leadership italiana può fare miracoli nella regione dei Balcani e giocare un ruolo cruciale nel facilitare il potenziamento della cooperazione regionale e internazionale nell’area».
Alina Bârgăoanu, membro del Gruppo di Esperti di Alto Livello su Fake News e Disinformazione Online della Commissione Europea, Bucharest, ha rilevato che «durante la pandemia, i Balcani Occidentali e il Mar Nero sono diventati lo spazio ideale per cercare e ottenere vantaggi geopolitici. Abbiamo assistito alla nascita di un vero e proprio ecosistema di disinformazione che riadatta narrative globali al contesto locale riciclando vecchi miti, cospirazioni e false rivendicazioni. Sfruttando la debolezza strutturale preesistente, il fenomeno ha inasprito le paure e il cinismo, alimentando e diffondendo la sfiducia nei confronti delle autorità».
Nella sua prolusione Ahmet Evin, decano della Sabanci University di Istanbul, ha annotato che «a seguito della dissoluzione della Jugoslavia, il coinvolgimento della Turchia nei Balcani Occidentali si è sviluppato come una forma di cooperazione con le democrazie occidentali per rispondere alle guerre civili. Ma al giorno d’oggi l’intervento di Ankara in varie regioni sembra puntare in una direzione diversa. È un investimento nella politica interna».
Oleksiy Melnyk, co-direttore del Foreign Relations and International Security Programme, Razumkov Centre a Kiev, ha riferito che «l’Ucraina si trova all’epicentro geopolitico della competizione globale tra grandi potenze. Nell’era dei conflitti ibridi, la sicurezza del settore non militare non è meno importante di quella militare, e con il sostegno della NATO l’Ucraina può svolgere un ruolo importante in questo senso».
Da parte sua Rabié W. Sèdrak, capo del Counterterrorism Program, Center for Security Research di Skopje, ha ricordato che «i gruppi terroristici dei Balcani Occidentali hanno strutture molto simili a quelle di altri gruppi della criminalità organizzata, con simili dottrine e modalità di uso della forza. Da parte sua, allo stesso tempo, la criminalità organizzata spesso supporta i terroristi a livello logistico, economico e fisico».
Walter Kemp, direttore del South East Europe Observatory, Global Initiative against Transnational Organised Crime di Ginevra, ha sostenuto che «i trend emergenti per quanto riguarda la criminalità organizzata dell’Europa Sud-Orientale sono principalmente quattro: l’impatto sempre maggiore del traffico di cocaina nella regione; gruppi transnazionali che allargano i loro network e attività a livello globale; emergenza del Caucaso come nuovo hotspot; crescenti capacità tecnologiche dei gruppi criminali».
Da parte italiana l'on. Piero Fassino, presidente della Commissione Affari Esteri della Camera dei Deputati, ha messo in evidenza che «la parola chiave per cercare di districare i nodi geopolitici nella regione dei Balcani e del Mar Nero è una sola: fiducia. Fiducia per costruire governi efficaci, per promuovere lo sviluppo, per potenziare l’inclusione Euro-Atlantica. Dobbiamo essere in grado di prevenire i conflitti, non soltanto di combatterli, e questa è stata la principale funzione storica della NATO».
La registrazione completa dell’evento è disponibile sul canale YouTube NATO Foundation.


Fonte: Redazione
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