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NATO Foundation: resoconto conferenza “Arab Geopolitics 2022”

21-10-2022 11:33 - Ambasciate
GD – Roma, 21 ott. 22 – La NATO Foundation ha organizzato la conferenza “Arab Geopolitics 2022” invitando 18 specialisti internazionali i cui contributi hanno animato il dibattito sul futuro del mondo arabo. Il nuovo processo di normalizzazione in atto nella regione è stato al centro della discussione insieme alla necessità di promuovere la stabilità regionale con una cooperazione molto più stretta tra i vari attori. Nei tre panel, i relatori hanno trattato a fondo il contesto frammentato della regione MENA e dei suoi problemi più rilevanti, dedicando inoltre attenzione ai progressi compiuti finora e alle future prospettive di cambiamento e crescita.
Più di 150 persone hanno partecipato alla conferenza nell’Auditorium del MAXXI, contribuendo attivamente al dibattito.
Di seguito le citazioni dei relatori.
* Amb. Alessandro Minuto-Rizzo, presidente della NATO Defense College Foundation, Roma: “Un trend di riconciliazione sembra aver preso piede. I cosiddetti Accordi di Abramo rappresentano uno storico momento di progresso e speriamo che siano solo l'inizio di un percorso lungo e positivo. Nella nostra ottica, si ha l'impressione che si stia diffondendo un atteggiamento complessivamente più cooperativo”.
* On. Mariem Ben Hassine, Deputy Head, Middle East and North Africa Section, Political Affairs and Security Policy Division, NATO HQ, Bruxelles: “Per quanto riguarda il terrorismo, una delle sfide più pressanti per la sicurezza del nostro tempo, forniamo [come NATO] un supporto fondamentale ai nostri partner MENA, collaborando con loro per potenziare: la capacità di far fronte alla minaccia degli IED [ordigni esplosivi improvvisati] e la sicurezza alle frontiere, tanto per citare due aree di collaborazione”.
* Abdulaziz Sager, president del Gulf Research Center, Jeddah: “Vorrei studiare e promuovere i rapporti di partenariato tra la NATO e i Paesi del Golfo”.
* Amb. Alon Bar, rappresentante diplomatico d’Israele in Italia, Roma: “Gli Accordi di Abramo rappresentano un cambiamento significativo nel modo in cui guardiamo a noi stessi, e anche in quello in cui molte persone dovrebbero guardare alla nostra regione. Per la prima volta, ci hanno dato infatti la possibilità di pensare a noi stessi non solo come dei paesi diversi con interessi divergenti e dei divari economici tra di noi [...], ma anche come una regione con sfide comuni e interessi condivisi”.
* Ebtesam Al-Ketbi, presidente e fondatrice di Emirates Policy Center, Abu Dhabi: “In questa nuova realtà regionale, gli Accordi di Abramo hanno contribuito a creare nuove partnership e hanno cambiato le regole del gioco nella regione. [...] Ogni Paese può aderire, è una formula win-win”.
* Mark Micallef, direttore del North Africa and Sahel Observatory, Global Initiative Against Transnational Organized Crime, Geneva: “Cosa sta cambiando nella regione MENA? Tenendo presente che il punto di partenza è rappresentato da una serie di stati fragili, negli ultimi due anni si è assistito a un dinamismo preoccupante dei mercati criminale nell’area. Per esempio, uno degli elementi più preoccupanti nel traffico di droga è il flusso di cocaina proveniente dal Sud America, perché utilizza il Nord Africa come zona di transito e aumenta il consumo di cocaina nella regione”.
* Claudia Gazzini, senior Libya Analyst, International Crisis Group, Tripoli: “Guardando al futuro, in teoria, le soluzioni ai problemi della Libia sono: una migliore governance, uno Stato unificato e una comunità internazionale unita, e la capacità di accertare le responsabilità di quei funzionari statali che hanno approfittato dell'attuale stato di anarchia. Queste sono tutte richieste facili da esprimere, ma difficili da soddisfare”.

Fonte: NATO Foundation Defence College
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