05 Maggio 2024
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Migranti: c’è un po’ di Svizzera nell’accoglienza italiana

05-10-2023 19:27 - Persone
GD - Roma, 5 ott. 23 - C’è un po’ di Svizzera nei porti dell’Italia dove arrivano i migranti. Senza fanfare e tamburi la Confederazione elvetica finanzia infatti con 500 mila franchi svizzeri il lavoro di 56 mediatori culturali inquadrati operativamente nell’Organizzazione delle Nazioni Unite per i rifugiati UNHCR. L’aiuto svizzero, iniziato il primo agosto, si concluderà il 31 ottobre quando prenderà il via un nuovo programma cofinanziato dell’Unione Europea. La Svizzera è il primo Paese straniero che partecipa allo sforzo di accoglienza italiano con un aiuto diretto.
I mediatori culturali finanziati dalla Svizzera stanno operando principalmente nel Mediterraneo jonico, con base a Roccella, che è di fatto la seconda porta d’ingresso in Italia. Vi transita il 10 per cento dei migranti, contro il 90 per cento di Lampedusa. Finora, quest’anno, nel piccolo porto delle Grazie ci sono stati 44 sbarchi, per un totale circa seimila migranti, tanti quanto gli abitanti della stessa cittadina jonica.
La presenza dei mediatori culturali è definita “fondamentale” da tutti gli operatori che lavorano per l’accoglienza. II mediatori sono interpreti, in parecchi casi anch’essi migranti arrivati in Italia via mare, ma non si limitano a tradurre. Il loro compito, subito dopo gli sbarchi e talvolta ancora prima, sulle unità della Guardia Costiera, è di informare i migranti dei loro diritti, di quale sarà di lì a poco il percorso per l’identificazione e per la richiesta di asilo.
“Il fatto di sapere cosa accade, di potersi informare e magari telefonare a casa per rassicurare le famiglie contribuisce a ridurre la paura e il nervosismo di chi come il migrante arriva in un posto dove all’inizio è soltanto un numero. In questo modo l’espletamento delle pratiche è più veloce e nella calma”, spiegano alla Guardia Costiera. E sottolineano l’importanza dei mediatori soprattutto quanto il migrante è donna o minore.

Fonte: Carlo Rebecchi
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