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Mediterraneo Frontiera Pace: progetti di riconciliazione dei giovani di Rondine

25-02-2022 15:31 - Persone
GD – Arezzo, 25 feb. 22 - Ci saranno anche i giovani di Rondine a testimoniare il loro lavoro concreto per la risoluzione del conflitto nell’ambito dell’evento di Firenze “Mediterraneo Frontiera di Pace”, l’incontro storico tra vescovi e sindaci del Mediterraneo nel segno di La Pira che si sta svolgendo in questi giorni.
Sono gli undici giovani selezionati da tutto il Mediterraneo che, grazie all’Opera Segno che nel 2020, a margine del primo incontro dei vescovi a Bari la CEI Conferenza Episcopale Italiana ha voluto affidare a Rondine Cittadella della Pace in collaborazione con Caritas Italiana, hanno avuto la possibilità di lasciare un segno concreto del “laboratorio di sinodalità” avviato con il primo evento del Mediterraneo. Dopo un anno di formazione sulla trasformazione del conflitto, sul dialogo, la leadership e la progettazione sociale, questi giovani sono tornati nei loro Paesi per avviare le loro azioni di impatto, per prendersi carico dei bisogni dei territori e promuovere la riconciliazione tra le comunità, affiancati dai partner locali con una visione più grande: quella di attivare lo sviluppo di una rete capace di generare coesione in tutto il Mediterraneo.
Tra loro Amira Kalem, dall'Algeria e Nadežda Mojsilović, dalla Bosnia Erzegovina, che avranno la responsabilità di parlare a nome dei giovani del Mediterraneo nell’evento pubblico di sabato 26 febbraio, alle 15 nel Nuovo Auditorium del Maggio Musicale Fiorentino a fianco di Luciana Lamorgese, ministro dell’Interno; Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR); Jean-Marc Aveline, vescovo di Marsiglia; Giampiero Massolo, presidente dell’ISPI Istituto Studi di Politica Internazionali; i sindaci di Izmir Mustafa Tunç Soyer, di Roma Roberto Gualtieri, di Sarajevo Benjamina Karic e la vicesindaca di Tel Aviv Chen Arieli.
Un appuntamento per riflettere sulle sfide che i Paesi che si affacciano sul Mare Nostrum sono chiamati ad affrontare. “La guerra è sempre porte, oggi lo vediamo anche vicino a noi. Bisogna muovere queste realtà profonde e continuare a sostenere i giovani e le loro azioni concrete di pace e riconciliazione”, ha affermato Franco Vaccari, presidente di Rondine.
Impegno riconfermato dalla CEI anche nella seconda edizione, come ha dichiarato il Presidente della Cei, il Cardinale Gualtiero Bassetti nella conferenza stampa di presentazione. “Rondine, la Cittadella della Pace ad Arezzo, sarà il punto di riferimento. I giovani andranno a studiare italiano ma anche a prepararsi politicamente alla guida dei loro Paesi”
Una risposta concreta quella di Rondine che sarà raccontata proprio dai giovani che l’hanno resa possibile a partire da Nadežda Mojsilović che sta realizzando in Bosnia Erzegovina il progetto “Let’s Step Forward Together” per falicitare il dialogo interreligioso e incoraggiare i giovani a sviluppare un senso di responsabilità verso il proprio paese e a scoprire la ricchezza della diversità attraverso la rottura dei pregiudizi e la conoscenza reciproca.
Amira Kalem che insiema a Rawya Zamouchi ha ideato il progetto “Osiamo viverlo insieme” per favorire l'integrazione delle persone con disabilità all’interno delle famiglie e della società, tema ancora “tabù” nella società algerina.
Ma ancora in Bosnia Erzegovina Amina Surkovic ha avviato un progetto in collaborazione con il War Childhood Museum per creare uno spazio di incontro e discussione tra gli studenti sulla storia recente del Paese attraverso le esperienze uniche dell'infanzia colpita dalla guerra che affrontano le ferite e spaccature dovute all’eredità della guerra in una prospettiva nuova.
In Palestina, Nirmeen N.L. Odeh sta realizzando il progetto “Acts 29: the next generation” per permettere ai giovani di apprendere le competenze digitali affinché possano trasformare le proprie idee in progetti concreti e avere scambi di idee con tutto il mondo; mentre Majdi Abdallah ha avviato il progetto “Sports for education” che attraverso il gioco e lo sport aiuta i bambini nella crescita e nello sviluppo ma anche a entrare in relazione.
Inoltre Daisy El Hajje sta sviluppando in Libano il progetto “Corruption: enemy of freedom, peace and prosperity” per combattere la corruzione attraverso una piattaforma digitale che possa essere una guida e un supporto per trovare informazioni e strumenti di tutela. Nathalie Abdallah e Roa Zebian hanno ideato per i giovani libanesi il progetto “Conflict transformation: experimental research for high-school students”. Le giovani intendono educare alla cittadinanza attiva, alla società civile, alla trasformazione dei conflitti e alla democrazia per questo Il progetto si svilupperà all’interno di scuole superiori libanesi nelle quali il programma formativo sarà implementato utilizzando il Metodo Rondine per la trasformazione del conflitto.
Infine Rasha Fakoush e Jacklin Kikoloff vogliono dare un nuovo spazio ai giovani siriani attraverso il “Centro Giovanile” per ricostruire un ponte tra la società e i giovani e lavorare sul peace building. Il Centro darà spazio a metodi formativi diversi per un’educazione non formale, garantendo lo scambio e l’interazione tra i partecipanti avvalendosi del Metodo Rondine per lo sviluppo di relazioni pacificate.

Fonte: Redazione
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