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Made in Italy: evento di MOSI Moderno Opificio del Sigaro Italiano

21-11-2023 17:19 - Made in Italy
Cesare Pietrella Cesare Pietrella
GD – Roma, 21 nov. 23 - Il piacere di una aromatica voluta di fumo può concorrere ad affermare le qualità del Made in Italy anche all´estero. Sul solco di una ormai secolare tradizione italiana della lavorazione del tabacco, una giovane azienda trevigiana del settore sta conquistando giorno dopo giorno quote di mercato estero affermandosi come un prodotto simbolo della qualità Made in Italy.
Ha solo dieci anni di vita la MOSI Moderno Opificio del Sigaro Italiano, azienda artigianale, sorta nel trevigiano a ridosso del confine con il pordenonese, specializzatasi nella produzione del tipico sigaro Italico, anzi l’Ambasciator Italico, che sta riscuotendo consenso in Italia e all´estero.
Cesare Pietrella, fondatore e presidente del Moderno Opificio del Sigaro Italiano ha voluto andare contro corrente sfidando un ex monopolista con 200 anni di storia alle spalle. Insomma, una sfida non semplice.
Il Moderno Opificio del Sigaro Italiano è nato dieci anni fa. La volontà del fondatore, come lui stesso racconta, «è stata quella di offrire al mercato una valida alternativa all´unico prodotto italiano, di nome e quasi di fatto, presente nel panorama del sigaro italiano, grazie ad una visione fantascientifica, ma ad un background solido nel settore del tabacco».
La produzione del sigaro Ambasciator Italico è cominciata il 3 febbraio 2014, dopo una serie interminabile di pratiche burocratiche dettate da un sistema di gestione che non ha facilitato i nuovi player affacciatisi sul mercato. I primi sigari - "Classico Ammezzato", "Liquirizia" e "Ammazzacaffè" - sono usciti a settembre dello stesso anno, in poche tabaccherie sparse lungo lo Stivale.
Pietrella ricorda: «I quattro macchinari utilizzati per rollare i primi sigari risalgono al 1960, prodotti in camme e leve in ghisa da un´azienda fallita qualche anno dopo. Per inscatolare i sigari si è utilizzato personale formato internamente, che seleziona i sigari uno ad uno prima di inserirli nei pacchetti. Questa operazione garantisce la massima qualità del prodotto finale in quanto i sigari non conformi ai nostri standard vengono immediatamente scartati».
Nel 2015 sono stati lanciati altri tre prodotti: la versione intera del "Classico", con una stagionatura maggiore, di nove mesi; il "Soave", sigaro leggermente aromatizzato adatto a chi si approccia per la prima volta al mondo del fumo lento; il "Superiore", prodotto premium per tabacchi utilizzati e dimensioni, con una stagionatura di almeno un anno. A seguire sono stati lanciati "Il Buttero", con solo tabacco Kentucky italiano, il "Bianco Stellato", aromatizzato all´anice, e il "Rosso Arabico", al caffè.
«Come edizioni limitate, invece», racconta ancora Pietrella, «ci siamo inventati qualcosa di mai visto prima: nel 2016 il sigaro - di base il "Superiore" con 12 mesi di maturazione - affinato ulteriori tre mesi in vecchie botti di grappa bianca (il "Riserva Premium"), nel 2017 in barrique di rovere (il Barricato)».
«Per far fronte alla difficoltà di reperire tabacco Kentucky in Italia, ove i coltivatori hanno contratti diretti con l´ex monopolista, nel 2015 abbiamo avviato le nostre proprie coltivazioni, nella zona sud di Verona, dove il terreno di medio impasto è ideale per la coltivazione di Kentucky. Il progetto è partito grazie alla collaborazione con un ex coltivatore di tabacco da tre generazioni. Il tabacco che raccogliamo ogni anno viene completamente utilizzato per i nostri sigari. Il restante tabacco utilizzato per i nostri sigari è di provenienza o italiana o nord americana (Tennessee)».
Un occhio di riguardo Pietrella e il suo staff lo riservano all´estero, complice anche la simpatia che il prodotto ha riscosso nella star hollywoodiana di Roberto De Niro, innamoratosi dell'Italico.
«L´Ambasciator Italico è ormai presente in diversi Paesi. La Slovenia è stato il primo dove abbiamo lanciato il prodotto fuori dai confini nazionali, nel 2015. Ad oggi è possibile trovare i nostri sigari anche in Croazia, Serbia, Romania, Lituania, Turchia, USA, Stato del Vaticano e nel Regno Unito».
E ora l’azienda si è proposta al ristorante Maxelâ con una serata evento a due passi dal Pantheon, all’insegna della tradizione, aprendo le porte a “Gusto Italico”, con un incontro dedicato all’Ambassador Italico Storico Riserva. Si tratta dell’ultimo pezzo pregiato prodotto dal Moderno Opificio del Sigaro Italiano, un manufatto che osserva fedelmente le caratteristiche del sigaro delle origini e che ad oggi ha segnato la storia del sigaro italiano. Nel corso dell’evento una sigaraia ha arrotolato dal vivo le foglie per dimostrare l’arte sapiente di lavorazione di un prodotto della terra.
Il presidente del Mosi Moderno Opificio del Sigaro Italiano, Cesare Pietrella, ha raccontato il suo piccolo miracolo imprenditoriale e della cura con cui ha stabilito un rapporto di grande fiducia con i coltivatori.
La degustazione è stata accompagnata dai vini della cantina La Tognazza, presentati con divertimento e accortezza dall’attore e figlio d’arte Gianmarco Tognazzi, il quale ha raccontato divertenti aneddoti che legano alcune mitiche battute di papà Ugo in “Amici Miei”. Ed ha proposto vini che riecheggiano nei loro nomi la celebre serie cinematografica: la “Tognazza”, che papà Ugo cominciò nel lontano 1969 e che oggi rappresenta una realtà riconosciuta e apprezzata nel panorama vitivinicolo italiano per la produzione di vini di altissima qualità. E poi “Antani” e “Conte Mascetti” i rossi perfetti.
Lo chef Danilo Pelliccia ha raccontato i segreti e la fortuna della pasta Amatriciana (pasta del Pastificio Futuro, realizzata dai detenuti nel carcere minorile di Casal del Marmo). A completare il menu, l’immancabile porchetta Ariccia food.


Fonte: Redazione
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