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Libia sospende ambasciatore in Italia e 2 funzionari; diplomatico smentisce

19-03-2022 15:33 - Ambasciate
Amb. Omar Abdul-Salam Al Tarhuni Amb. Omar Abdul-Salam Al Tarhuni
GD - Roma, 19 mar. 22 - L'ambasciatore della Libia in Italia, Omar Tarhuni, e due funzionari della sede diplomatica a Roma sarebbero stati sospesi dalle autorità del loro. Notizia fermamente smentita dall'interessato. Secondo quanto riferisce l'Agenzia Nova, l'Ufficio di revisione contabile della Libia ha sospeso in via precauzionale l'ambasciatore in Italia, Omar Abdul-Salam Al Tarhuni, l'addetto sanitario, Muhammad Omar Tika, e il direttore degli affari amministrativi dell'ambasciata, Hiyam Abu Bakr Muhammad Ibrediàa, perchè sospettati di «abuso di potere in violazione della normativa vigente». È quanto si legge in un documento ufficiale, il numero 213, firmato da Khalid Ahmad Shekshek, presidente dell'Ufficio di controllo statale, che l'Agenzia Nova ha verificato con due fonti diverse, una occidentale e l'altra libica.
Dagli accertamenti dell'Audit Bureau libico emerge che l'ambasciatore avrebbe presentato per il rimborso fatture mediche del suocero, del valore di 81mila euro, deceduto due anni fa circa, e avrebbe venduto due auto sportive di lusso - una Ferrari ed una Lamborghini dell'epoca di Muammar Gheddafi - a prezzi non di mercato.
La stessa Agenzia Nova ha successivamente diffuso una nota in cui lo stesso diplomatico smentisce la veridicità della notizia.
Da parte sua l'ambasciatore libico in Italia, Omar Abdul-Salam Al Tarhuni, smentisce le accuse di presunta corruzione, nega di essere stato sospeso dal ministero degli Esteri e afferma di essere oggetto di un attacco politico in un momento di grande divisione in Libia. Interpellato dall'Agenzia Nova, infatti, Tarhuni si difende dalle accuse dell'Ufficio di revisione contabile della Libia di presunto «abuso di potere in violazione della normativa vigente». Un documento ufficiale, il numero 213, firmato da Khalid Ahmad Shekshek, presidente dell'Ufficio di controllo statale, dispone la sospensione di Tarhuni, dell'addetto sanitario, Muhammad Omar Tika, e del direttore degli affari amministrativi dell'ambasciata, Hiyam Abu Bakr Muhammad Ibrediàa.
In particolare, dagli accertamenti dell'Audit Bureau libico emerge che l'ambasciatore avrebbe presentato per il rimborso fatture mediche del suocero, del valore di 81mila euro, deceduto due anni fa circa. «Nessuna fattura presso l'European Hospital di Roma è stata pagata perchè non ci sono i soldi», ha riferito Tarhuni, aggiungendo che l'ultima richiesta di rimborso è comunque relativa al trasferimento della salma del defunto. «Con l'European Hospital di Roma c'è un debito di quasi cinque milioni di euro», rivela ancora il diplomatico, negando poi di essere stato sospeso. «Non ho ricevuto alcuna comunicazione ufficiale dal ministero degli Esteri. Stanno facendo uscire carte e documenti di controllo contabile a mezzo stampa perchè in questo momento in Libia c'è un grande conflitto politico», aggiunge Tarhuni, accusando la lobby dei «Fratelli musulmani» di volerlo rimuovere «per motivi politici».
«Stanno facendo pressione sul Governo di unità nazionale per cambiare l'ambasciatore a Roma. Io continuo a lavorare e non ho ricevuto alcuna comunicazione tramite i canali libici ufficiali», riferisce ancora il diplomatico, lanciando poi un appello alla calma. «In questo momento difficile, soprattutto dopo la nascita del governo (del premier designato dalla Camera dei rappresentanti di Tobruk, Fathi Bashagha), dobbiamo cercare la pace e di risolvere i problemi politici interni. Non serve a niente attaccare un ambasciatore: sono qui per lavorare per la Libia, non per servire un determinato gruppo politico», spiega Tarhuni all'Agenzia Nova.
L'ambasciatore, infine, ha accusato il presidente dell'Ufficio di controllo contabile, Khalid Ahmad Shekshek, già candidato alle elezioni presidenziali del 24 dicembre scorso, di utilizzare il suo ruolo per scopo politici: «Non è possibile candidarsi alle elezioni e poi tornare a ricoprire lo stesso incarico statale: così non c'è fiducia», conclude Tarhuni.


Fonte: Agenzia Nova
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