Lamorgese a Malaga a vertice mediterraneo ministri dell’Interno UE
25-09-2021 19:40 - Persone
Luciana Lamorgese
GD - Roma, 25 set. 21 - Il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, ha partecipato a Malaga alla seconda riunione ministeriale dei Paesi mediterranei dell'Unione europea insieme ai ministri dell'Interno del Regno di Spagna, Fernando Grande-Marlaska Gomez, della Grecia, Notis Mitarachi, di Malta, Byron Camilleri, e di Cipro, Nicos Nouris.
“A Malaga abbiamo aggiunto un altro tassello che consolida il fronte dei Paesi mediterranei dell'Unione impegnati in prima linea a gestire i flussi migratori via mare e via terra e abbiamo ribadito che il gruppo Med-5 si presenta unito e pronto a collaborare al meglio nella trattativa in corso a Bruxelles, con controproposte costruttive tali da rendere il Patto Immigrazione Asilo presentato dalla Commissione più equilibrato nella sua stesura finale”, ha dichiarato il ministro Lamorgese al termine dell'incontro.
Nella dichiarazione finale, i cinque Paesi del Med-5 hanno fissato i punti chiave di un approccio comune altema della gestione delle migrazioni che sono causate da un fenomeno globale, strutturale e non congiunturale, e hanno sottolineato, quindi, che ogni sforzo debba partire dall'aspetto della prevenzione per poter arginare i flussi “a monte”, prima che raggiungano le frontiere esterne dell'Unione.Per questo - è stato ribadito nel documento dei Med-5 - la politica migratoria dell'Unione europea deve essere adeguatamente finanziata per affrontare in modo proporzionato tutte le rotte dirette verso la Ue, in modo che si possano sviluppare progetti finalizzati a rafforzare le capacità operative e istituzionali sia degli Stati membri sia dei Paesi di origine e di transito dei flussi nella lotta contro l'immigrazione irregolare e il traffico di esseri umani.
“Con gli altri ministri dei Paesi mediterranei - ha aggiunto la responsabile del Viminale - abbiamo condiviso la necessità e l'urgenza di una politica europea che sappia garantire adeguate e ambiziose risorse finanziarie ai piani di partenariato strategico con i Paesi terzi che dovranno sempre essere ispirati a principi di concretezza e di operatività”.
I Paesi mediterranei sottolineano anche come l'azione di prevenzione della Ue debba essere migliorata, come dimostra l'aumento del numero degli arrivi irregolari nell'Unione attraverso le frontiere dei Paesi Med-5, in particolare via mare. Questi arrivi, riguardanti persone aventi o meno diritto alla protezione internazionale, generano comunque movimenti secondari crescenti, sovraccaricando i sistemi di asilo, di accoglienza e di rimpatrio e, soprattutto, la tragica perdita di vite umane.
Viene così confermato l'impegno dei Paesi Med-5 finalizzato a controllare efficacemente le frontiere esterne, in linea con gli obblighi internazionali previsti,e viene ribadita la necessità di un coinvolgimento europeo comune nei rimpatri e di un ruolo attivo delle agenzie della Ue nella dimensione esterna.
Sulla specificità delle frontiere marittime, viene inoltre sottolineato che gli sbarchi collegati a operazioni di ricerca e soccorso (Sar) non implicano un controllo carente delle frontiere esterne dell'Unione ma piuttosto l'adempimento degli obblighi internazionali. Questi eventi - è stato ribadito nel documento del Med-5 - dovrebbero essere considerati come una vera e propria responsabilità della Ue, prevedendo regole specifiche per le persone sbarcate nel Patto europeo per la migrazione e l'asilo.
“In questa cornice”, ha spiegato il ministro Lamorgese, “l'Italia mantiene sempre una posizione dialogante e costruttiva per garantire che venga raggiunto l'imprescindibile punto di equilibrio, tra responsabilità e solidarietà, in assenza del quale la politica europea per la gestione dei flussi migratori non potrà avere un futuro”.
“A Malaga abbiamo aggiunto un altro tassello che consolida il fronte dei Paesi mediterranei dell'Unione impegnati in prima linea a gestire i flussi migratori via mare e via terra e abbiamo ribadito che il gruppo Med-5 si presenta unito e pronto a collaborare al meglio nella trattativa in corso a Bruxelles, con controproposte costruttive tali da rendere il Patto Immigrazione Asilo presentato dalla Commissione più equilibrato nella sua stesura finale”, ha dichiarato il ministro Lamorgese al termine dell'incontro.
Nella dichiarazione finale, i cinque Paesi del Med-5 hanno fissato i punti chiave di un approccio comune altema della gestione delle migrazioni che sono causate da un fenomeno globale, strutturale e non congiunturale, e hanno sottolineato, quindi, che ogni sforzo debba partire dall'aspetto della prevenzione per poter arginare i flussi “a monte”, prima che raggiungano le frontiere esterne dell'Unione.Per questo - è stato ribadito nel documento dei Med-5 - la politica migratoria dell'Unione europea deve essere adeguatamente finanziata per affrontare in modo proporzionato tutte le rotte dirette verso la Ue, in modo che si possano sviluppare progetti finalizzati a rafforzare le capacità operative e istituzionali sia degli Stati membri sia dei Paesi di origine e di transito dei flussi nella lotta contro l'immigrazione irregolare e il traffico di esseri umani.
“Con gli altri ministri dei Paesi mediterranei - ha aggiunto la responsabile del Viminale - abbiamo condiviso la necessità e l'urgenza di una politica europea che sappia garantire adeguate e ambiziose risorse finanziarie ai piani di partenariato strategico con i Paesi terzi che dovranno sempre essere ispirati a principi di concretezza e di operatività”.
I Paesi mediterranei sottolineano anche come l'azione di prevenzione della Ue debba essere migliorata, come dimostra l'aumento del numero degli arrivi irregolari nell'Unione attraverso le frontiere dei Paesi Med-5, in particolare via mare. Questi arrivi, riguardanti persone aventi o meno diritto alla protezione internazionale, generano comunque movimenti secondari crescenti, sovraccaricando i sistemi di asilo, di accoglienza e di rimpatrio e, soprattutto, la tragica perdita di vite umane.
Viene così confermato l'impegno dei Paesi Med-5 finalizzato a controllare efficacemente le frontiere esterne, in linea con gli obblighi internazionali previsti,e viene ribadita la necessità di un coinvolgimento europeo comune nei rimpatri e di un ruolo attivo delle agenzie della Ue nella dimensione esterna.
Sulla specificità delle frontiere marittime, viene inoltre sottolineato che gli sbarchi collegati a operazioni di ricerca e soccorso (Sar) non implicano un controllo carente delle frontiere esterne dell'Unione ma piuttosto l'adempimento degli obblighi internazionali. Questi eventi - è stato ribadito nel documento del Med-5 - dovrebbero essere considerati come una vera e propria responsabilità della Ue, prevedendo regole specifiche per le persone sbarcate nel Patto europeo per la migrazione e l'asilo.
“In questa cornice”, ha spiegato il ministro Lamorgese, “l'Italia mantiene sempre una posizione dialogante e costruttiva per garantire che venga raggiunto l'imprescindibile punto di equilibrio, tra responsabilità e solidarietà, in assenza del quale la politica europea per la gestione dei flussi migratori non potrà avere un futuro”.
Fonte: Ministero dell’Interno