05 Maggio 2024
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L’arma impropria dell’immigrazione di guerra

04-12-2023 14:47 - Opinioni
GD - Roma, 4 dic. 23 - Una notizia di queste settimane, che però non ha avuto sufficiente risalto mediatico nel nostro Paese, è la “guerra dei confini” per contrastare l’immigrazione clandestina tra la Russia e la Finlandia. Quest’ultima nazione, dopo la seconda guerra mondiale, ha marcato il suo confine con la Russia, che si estende per ben 1.340 chilometri, fatti principalmente da foreste di alberi di conifere, la Taiga e all’estremo nord, dalla Tundra, dove a causa delle basse temperature, non crescono neanche gli alberi. I passaggi transfrontalieri tra la Russia e la Finlandia e tra la Russia e l’Estonia erano una prassi consolidata negli anni, come avviene per altro in quasi tutti i confini interni europei.
Quando la Russia ha invaso l’Ucraina, il 24 febbraio 2022, i transiti transfrontalieri “unidirezionali “ dalla Russia verso i Paesi dell’Unione Europea si sono intensificati a causa della fuga di migliaia di giovani russi che temevano di essere precettati per andare al fronte. Questo ha costretto i Paesi europei, che per altro aderiscono al trattato di Schengen, a porre in essere controlli rafforzati al confine con la Russia.
Tutto ciò, vista la lunghezza del confine da controllare in Finlandia, non è stato sufficiente perché la Russia ha deciso di usare l’arma “segreta” dei migranti, non potendo usare le armi contro la nazione del nord Europa che nel frattempo ha aderito alla NATO nell’aprile 2023,.
Purtroppo, è noto da molto tempo che i migranti, inclusi i potenziali terroristi, possono essere usati dai dittatori senza scrupoli e da nazioni canaglia per minare i Governi di altre nazioni. Così, l’immigrazione si è trasformata in una nuova arma “impropria” che può essere utilizzata nei conflitti per mettere in difficoltà gli altri Paesi. La Russia adesso sta utilizzando i migranti come arma contro la Finlandia e quindi contro l’Unione Europea.
Il Governo finlandese ha richiesto e già ottenuto il supporto degli altri Paesi che aderiscono al Trattato di Schengen ed in particolare quello dalla Polonia, che sta già inviando militari e forze di polizia da utilizzare per il controllo del confine con la Russia.
Probabile che altri Paesi, che aderiscono al Trattato di Schengen, decidano di partecipare a questa operazione per sigillare i confini con la Russia, oltre che limitare l’invasione di migranti e contenere il pericolo terrorismo. Questo perché è tristemente noto che la maggior parte dei terroristi che hanno colpito l‘Occidente, negli ultimi anni, sono entrati in Europa da clandestini e i gruppi terroristici, come l’ISIS, hanno attivamente utilizzato questi canali per infiltrarsi nel Vecchio Continente.
Anche per queste ragioni, il fenomeno migratorio rappresenta un tema complesso e controverso, suscitando un ampio dibattito politico e sociale in quanto è innegabile che vi sia una correlazione tra i due fenomeni, ossia immigrazione clandestina e terrorismo, nei vari attentati che hanno insanguinato le principali capitali europee negli ultimi anni.
La Russia non è riuscita a vincere la guerra in Ucraina e a piegare l’Unione Europea chiudendo i rubinetti del gas, e ora come tutti i disperati le sta provando tutte per creare problemi e per minare la pazienza dei Paesi che aderiscono all’Unione Europea, che stanno supportando senza esitazioni il valoroso Popolo ucraino.
Sono ancora molti i filo-putiniani nostrani che continuino ad insistere nelle loro reprimenda sui fondi “eccessivi” spesi per sostenere l’Ucraina e sull’esigenza di intavolare una trattativa con Putin in cui si riconosca alla Russia il mantenimento dei territori occupati militarmente. Malgrado queste bizzarre convinzioni russe e dei loro fan, i Paesi che aderiscono all’Unione Europea continuano a sostenere senza indugio lo sforzo bellico ucraino, assumendosi i relativi oneri economici.
Paesi come la Repubblica Ceca, la Slovacchia, la Romania, la Moldavia, la Bulgaria sanno bene che se i loro Paesi confinassero direttamente con la Russia sarebbero costretti ad investire dieci volte di più per potenziare i propri eserciti, perché conoscono bene i “vicini” con i quali avrebbero a che fare.
Ecco perché il sostegno all’Ucraina è un investimento da parte dell’Unione Europea, malgrado gli amici di Putin pensino che non esiste il pericolo che la Russia si avvicini ai confini europei invadendo l’Ucraina (o parte di essa).
Quello che gli ex Paesi del blocco sovietico certamente conoscono è il pericolo per loro di avere al confine una nazione come la Russia che nei decenni trascorsi ha invaso Ungheria, Cecoslovacchia, e poi Cecenia, Georgia e l’Ucraina, e hanno fomentato e poi sono intervenuti nei conflitti interni in Tagikistan, Turkmenistan, Kazakistan, Uzbekistan.
Il valoroso popolo ungherese dovrebbe ricordare ai governanti cosa è successo negli ultimi 25 anni di storia moderna e rievocare quello che hanno dovuto subire per molti decenni dopo l’invasione russa seguita alla fine della Seconda Guerra Mondiale.
Ecco perché serve continuare a contrastare questa guerra per dire basta alla boria dei governanti russi e alla presunzione illusoria dei russi di essere una potenza militare.

Ciro Maddaloni
Esperto di eGovernment internazionale

Fonte: Ciro Maddaloni
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