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L’ambiguità è nemica della pace

21-11-2023 21:12 - Opinioni
GD - Roma, 21 nov. 23 - Nelle ultime due settimane si sono susseguite in Europa, specialmente in Gran Bretagna, numerose manifestazioni per contestare l'appoggio di molti Governi europei a Israele.
Queste manifestazioni hanno avuto un impatto significativo sul dibattito pubblico in materia di politica mediorientale e hanno suscitato molte polemiche, perché, in alcuni casi, i manifestanti hanno esposto simboli antisemiti o lanciato slogan contro gli ebrei.
Queste manifestazioni hanno portato alla luce il problema del “collateralismo” di alcune fasce della popolazione, soprattutto immigrati e studenti, suscitando reazioni contrastanti.
Ma quando opinioni simili vengono espresse anche da qualche capo di Stato, allora siamo davanti ad un problema molto più grave.
Se poi quel Paese partecipa a pieno titolo ad una alleanza politica, economica o militare non può assumere una posizione diversa da quella adottata dall'alleanza di cui fa parte. È evidente che non si può fare parte di un'alleanza e al contempo strizzare l'occhio alla parte opposta. Questo è successo e succede sia per la guerra in Palestina, sia per la guerra in Ucraina.
Si tratta di una forma di ambiguità che non può essere tollerata, specialmente nei periodi in cui è necessaria la massima compattezza e la massima condivisione della strategia adottata dall'alleanza della quale si fa parte.
In politica internazionale è fondamentale la chiarezza delle posizioni che ciascun Paese assume e il rispetto delle decisioni prese nell'ambito dell'alleanza di cui si è parte. I distinguo, i dubbi, o peggio ancora le ambiguità evidenti e il “collateralismo” con le parti opposte alla propria alleanza impongono un immediato chiarimento e l'adozione di misure correttive per neutralizzare e dissipare qualsiasi mancanza di chiarezza sulla strategia decisa dall'alleanza.
Detto ciò, è legittimo che un Paese possa avere opinioni diverse da altri Stati, ma se gioca in una squadra, quel Paese si deve attenere al gioco di squadra, anche se non condivide appieno la strategia adottata.
Altrimenti quel Paese farebbe bene a rendersi indipendente e giocare da battitore libero.
Nei contesti geopolitici servono anche i battitori liberi, soggetti capaci di mediare tra le parti, per tentare di risolvere i conflitti che, purtroppo, affliggono oggi il nostro mondo.
Quello che invece non è accettabile, se si fa parte di un'alleanza, è giocare da battitore libero. Ancor meno è tollerabile che chi fa parte di un'alleanza, sia essa Unione Europea o NATO (o entrambi) strizzi l'occhiolino alla parte avversa e prenda posizioni contrarie all'alleanza di cui fa parte.
Questo deve essere chiarito senza esitazione, perché l'ambiguità non risolve i problemi, semmai li amplifica e ritarda il raggiungimento e la risoluzione dei problemi.
Eventuali divergenze di opinioni, o idee alternative, devono essere discusse all'interno dell'alleanza, ma la voce all'esterno e verso la parte avversa deve essere una sola, compatta, chiara e senza distinguo di sorta.
Se questo dovesse venir meno, l'alleanza ha il diritto e deve avere la forza di espellere coloro che mancano di chiarezza e che, con il loro atteggiamento, finiscono per depotenziare l'azione comune e il raggiungimento degli obiettivi auspicati.
Nel mondo in cui viviamo servono anche i battitori liberi, ossia quei Paesi che trovano difficoltà a permanere pienamente e convintamente in un'alleanza, possono cogliere l'occasione per assumere un nuovo ruolo a livello internazionale, con gli onori e gli oneri conseguenti, facendosi carico di tutte le responsabilità e accettando le conseguenze che derivano dall'abbandonare l'alleanza a cui avevano aderito.
Per quanto riguarda invece l'Unione Europea, la NATO e le Nazioni Unite, è fondamentale realizzare un'opera di chiarezza e trasparenza per ribadire le regole a cui si devono attenere tutti i membri dell'alleanza.
Per perseguire tale opera, servono leader carismatici e determinati alla guida delle varie alleanze che operano a livello sovranazionale, in grado di serrare le file e fare marciare l'alleanza come un corpo unico, senza distinguo, senza tentennamenti di sorta.
Una leadership forte è la sola garanzia al buon funzionamento delle Istituzioni sovranazionali esistenti, Istituzioni che in questi periodi non sono state in grado di esercitare pienamente il loro mandato, proprio per la mancanza di leader “visionari e determinati” in grado di dettare una linea chiara e guidare i Paesi membri in modo fermo e deciso per raggiungere la pace.
A breve ci saranno i rinnovi di queste cariche: Unione Europea, NATO e Nazioni Unite.
Esistono a livello internazionale molti leader capaci, carismatici, in grado di assumere quelle posizioni e guidare con competenza e determinazione quelle organizzazioni per il raggiungimento degli obiettivi comuni.
Che questa sia la volta buona, per riportare il mondo alla pace, alla crescita e alla prosperità per tutti.

Ciro Maddaloni
Esperto di eGovernment internazionale


Fonte: Ciro Maddaloni
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