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La realtà distorta di San Pietroburgo

30-07-2023 09:00 - Opinioni
GD - Roma, 30 lug. 23 - Quando la politica supera la fantapolitica allora è possibile che un dittatore sanguinario si presenti ad un summit a cui partecipano altri dittatori sanguinari per reclamare di poter contare, di non lasciare il “monopolio” finanziario, della ricerca scientifica e della produzione alimentare a una sola parte del mondo.
Quel dittatore sanguinario che ha distrutto il suo Paese ed il Paese che ha tentato di invadere, senza successo, viene adesso a lamentare che altri Paesi democratici, che con i sacrifici, la costanza, l’impegno ed il lavoro di intere generazioni, hanno conseguito progressi sociali importanti e che vogliono escluderlo, renderlo irrilevante.
Secondo il dittatore sanguinario questi Paesi dovrebbero rinunciare al loro progresso per dare spazio a coloro che negli ultimi anni hanno impiegato le proprie risorse economiche ed energie non per sviluppare e far progredire il loro popolo, ma per condurre guerre insensate, ignorare i bisogni dei cittadini e mantenere i loro popoli nel sottosviluppo e nella misera.
Adesso questi dittatori vengono a reclamare e protestare contro il successo e l’egemonia guadagnata (non usurpata con la forza) da una sola parte del mondo che è la stessa parte del mondo di cui hanno beneficiato direttamente per gli aiuti umanitari e anche indirettamente, per i progressi sociali e tecnologici conseguiti.
Infatti, la parte del mondo che oggi critica l’altra parte del mondo perché egemone, dimentica di dire che l’egemonia che hanno raggiunto questi Paesi e che fa tendere verso un mondo unipolare è colpa loro che da un lato non hanno fatto nulla per utilizzare le risorse di cui disponevano e che invece di utilizzare le capacità endogene per sviluppare i loro paesi e le loro popolazioni, hanno usato tali ricchezze per arricchire una ristrettissima classe dirigente corrotta che non ha esitato ad accumulare immense fortune alle spalle della popolazione, che spesso patisce ancora la fame.
Se adesso questi stessi soggetti lamentano di non contare nulla sulla scena internazionale e di essere schiacciati dalla supremazia del mondo occidentale, dovrebbero innanzitutto fare un esame di coscienza per rivedere le politiche attuate nei loro paesi dopo la fine della guerra fredda da una parte e la fine del colonialismo dall’altra.
i Paesi che hanno lottato contro il colonialismo e per la loro indipendenza, per avere finalmente la possibilità di autogestione delle loro economie, hanno dimostrato di non essere all’altezza di tale compito. Questo non lo dicono i primatisti o i colonialisti, lo dicono i fatti. Lo grida a gran voce la realtà che si vive in questi paesi dove non si riesce neanche ad assicurare alla popolazione i livelli minimi di sussistenza; dove proliferano guerre fratricide; dove non esistono sistemi sanitari in grado di debellare malattie che persistono solo in quella parte del mondo.
Viviamo le conseguenze di questa triste realtà tutti i giorni anche in Europa, dove continuano ad arrivare in cerca di una vita migliore, migliaia di giovani provenienti da quei paesi che contestano la supremazia finanziaria, della ricerca scientifica e della produzione alimentare conseguita dai paesi occidentali.
Per queste ragioni sarebbe opportuno che anche il mondo libero iniziasse una “guerra mediatica” per informare quelle popolazioni oppresse da loro dittatori di come stanno effettivamente le cose nel mondo e per contrastare l’informazione di regime che tutti i giorni spaccia verità inesistenti, anzi totalmente opposte alla situazione effettiva che si vive nel mondo.
Bisogna che l’occidente inizi, al più presto, a fare questa guerra mediatica in Africa, in Asia e in Russia, perché i popoli di quei paesi hanno diritto e bisogno di sapere dove sta la verità e cosa succede effettivamente nel mondo.
Oggi i Paesi occidentali dispongono di tecnologie e di mezzi per diffondere su tutto il pianeta notizie reali su cosa succede; per informare le popolazioni su quello che effettivamente succede nei loro paesi e nel mondo in generale; per non lasciare il monopolio della (dis)informazione ai vari dittatori di turno.
Bisogna ripetere l'esperienza positiva maturata durante la Seconda Guerra Mondiale quando Radio Londra della BBC trasmetteva informazioni sull’andamento effettivo della guerra.
Le trasmissioni erano rivolte agli europei sotto occupazione nazista e fornivano notizie, commenti politici e informazioni sulle attività della Resistenza.
La storia ha dimostrato che Radio Londra ha avuto un ruolo importante nel mantenere alto il morale dei civili europei e nel diffondere la speranza di una vittoria degli Alleati contro le dittature nazista e fascista.
Un'operazione di questo tipo potrebbe essere condotta facilmente, non tanto dai governi occidentali che verrebbero immediatamente accusati di manipolare le informazioni, ma dalle ONG che operano in quelle aree per far crescere la consapevolezza dei popoli sulle cose che stanno succedendo nel mondo e soprattutto per evidenziare le responsabilità di chi ha creato queste situazioni di mancato sviluppo per i popoli africani, asiatici e per la Russia.
Le trasmissioni radiofoniche non possono essere controllate, ne arrestate e possono raggiungere le persone ovunque si trovino nel mondo.
Tutti i popoli hanno diritto a vivere dignitosamente. Il mondo occidentale deve fare la sua parte per diffondere informazione e conoscenza perché questo può contribuire, in tempi brevi, a creare consapevolezza e per realizzare finalmente un mondo migliore.

Ciro Maddaloni
Esperto di eGovernment internazionale


Fonte: Ciro Maddaloni
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